Lasciate questo posto come l'avete trovato

Cosa mi ha portato qui?
E cosa vi dovrei dire ora?
Niente insegnamenti da trasmettervi
Solo vi prego di porre attenzione -
quando andrete via da qui -
a lasciare questo posto
come lo avete trovato.

Guardia alta



Tenere sempre la guardia alta.
Non riesco a dormire stanotte. Perchè a tutti i miei pensieri se ne aggiungono altri.
Leggo i giornali. Guardo la televisione. Parlo con la gente.
Cosa sta succedendo al mio Paese?
Il sole continua a sorgere ogni giorno. Le stelle continuano a brillare tutte le notti.
Ma il mio Paese cambia. La gente cambia.
Pensavo ci fossimo lasciati indietro tutto questo. Ma torniamo ad essere quelli di prima.
Io non la voglio tutta questa violenza fisica e verbale, io non sopporto discriminazioni.
Io pensavo avessimo imparato la lezione.
Il mio Paese torna indietro. Il mio Paese compie gli stessi errori.
Dico parole già dette, ma non mi stancherò di ripeterle finchè le sentirò necessarie.

Io sento questi fatti come qualcosa che mi tocca personalmente.
Perchè questo non è il mio Paese. Perchè non si può stare zitti e far finta di niente. Sin da subito. Prima di doverci chiedere “dove eravamo mentre succedeva questo?”
Non mi domando cosa gli altri possono fare per me. Ma cosa io posso fare per gli altri.
Fare comunità. Ogni problema non sarà più “un problema degli altri”. Ma un mio problema.
Non girerò più la testa dall'altra parte. Ogni dovere sarà un mio dovere.

NOTA BENE: la presente offerta è vera!


Cari miei,
evidentemente influenzato dalla lettura di Dave Eggers, mi chiedevo "come rendere più interattivo il blog? Come creare quella sottile complicità fra lettore ed autore?"
"Ne ha di tempo da perdere", direte voi.
Comunque. Mi è venuta quest'idea (che si rivelerà un buco nell'acqua e mi porterà alla depressione convinto che il mondo si disinteressi di me, lo so già): chi vuole mi scrive una mail (trovate l'indirizzo sul profilo, comunque per gli impediti è santrevi@gmail.com) con il vostro nome e cognome e l'indirizzo postale (ed eventuali complimenti anche estetici, che fanno sempre piacere) e io vi invio la cartolina come quella che vedete qua sopra (meglio, una cartolina simile, visto che ne sbaglio una su due) rigorosamente fatta a mano da me, con tanti saluti!
Direte: "Che deficiente! La tua cazzo di cartolina me la posso anche stampare da solo/a!"
A parte che dovete fare qualcosa per controllare la vostra aggressività, avete ragione.
Però converrete che se facciamo così è molto più fico.

NOTA BENE: la presente offerta è vera!

Due piccole rivincite

Quando le cose vengono facili
(Eppure tutti mi dicono ombroso -
A me che cerco solo di essere pazzo come un bambino)
Contento senza capire perchè.
Mentre è solo
Una possibilità in più per te.
Sempre noi
Noi due
E le mie piccole
dolci rivincite
Illusione e disillusione
Come hai fatto sempre

11. Biennale d'Architettura (Appunti)

Cos'è l'architettura? Sicuramente io non lo so.
Dove va l'architettura? Sicuramente lei non lo sa.
Speravo di capirci qualcosa di più. Ho in testa una gran confusione.
Ho capito che di certo l'architettura non è più, non è solo edificazione. Non si tratta più solo di tirare su muri che stiano dritti, magari con porte e finestre. Il termine è molto più ampio: l'architettura non si limita solo a tracciare progetti fantasiosi, si avvale ormai di ogni strumento, si nutre della realtà stessa, tutto influesce e rientra in essa.
Ci si avvale di indagini sociologiche per capire realmente per chi si sta progettando, chi andrà ad abitare; un occhio sempre rivolto alla natura, all'impatto sostenibile, alla costruzione "a misura d'uomo". Idee d'architettura, architettura di idee.
BENE, MA....
Ma in tutto questo marasma, fra la miriade di progetti e approfondimenti (audio video sempre insostenibili logorroici), nel mare di lucine, suoni e sensazioni, tutto si perde. Il discorso mostra tutta la sua ipocrisia. Perchè pensare e realizzare architetture "simil-bosco" in legno grezzo tenute assieme da bulloni di metallo ma non per crearne un contrasto? (Russia) Perchè i padiglioni dell'ecologia sfrenata finiranno tutti in discarica? (Danimarca) Perchè enormi cubi verde acido che diventeranno presto spazzatura per dirmi che la spazzatura è un problema? (Fucsas).
Quello che mi è piaciuto: la ricerca nello spazio = muri che percepiscono la tua presenza, suoni che diventano ambiente e spazio reale, pareti coperte di scritture e disegni umani.
Troppo spesso però ARIA FRITTA. E il fritto fa male.
Consiglio una sosta digestiva nel giardino del padiglione Italia (Scarpa).

Altri esiti

Altri esiti è uno scarto (pessimo) di un'altra lavorazione.
E' l'idea di un prodotto secondario che ha comunque una sua identità a farmi riflettere.
Come quelle azioni che si fanno sovrappensiero ma che ne generano altre a cascata senza la nostra volontà.

Molto chic


Il cielo cede. Finalmente il tempo atmosferico sembra essersi uniformato al mio umore grigio. Il cielo è grigio. E io mi sono vestito di grigio. Tutto grigio. Ma non è grigiume. E' solo grigio. E il grigio è molto chic. E i traghetti oggi avevano qualcosa da insegnarmi con tutti i loro radar. I traghetti non si fermano con la nebbia. Vedo tanta nebbia. E vorrei avere il radar anch'io. Cielo grigio su venezia molto chic.

Per la nuova stagione


Formulerò solo propositi che non manterrò
Manterrò solo propositi che non avrò formulato

Essere immaginario?

Tu resti in superficie
come l'olio nell'acqua.
Resto senza parole
solo i nostri respiri.

Ci sentiamo in settembre
perchè tutto è appassito;
coltiviamo piccoli
sogni da trapiantare
in altre nostre storie.

Le foglie secche bruciano
così velocemente.
Della poca cenere
avrà cura il vento.

. di partenza


puntini puntini facciamo il punto della situazione punto tutto parte da un punto dove la compressione è massima punto bianco immenso bianco punto scrivo un punto anch'io perchè è necessario fissare dei punti di riferimento come è accaduto all'inizio di tutto e tutto era solamente un punto piccolo punto sperso in un punto imprecisato di un punto molto più grande o semplicemente capire che si è arrivati al determinato punto e bisogna scegliere fino a che punto addentrarsi punto avere un punto fermo nella vita un punto e a capo per ripartire se qualcosa non sta funzionando fissando il percorso punto per punto per non rimanere punti nel vivo può essere utile punto mi sposto ora dal punto A al punto B sfruttando tutta la gamma delle possibilità ogni sfumatura controllando che ogni cosa sia al suo posto e funzioni tutto punto per punto è un punto di vista il mio punto di vista puntini puntini

Promessi Sposi & Kamasutra (concordi opposti)

Solo due minuti per un appunto su una pubblicità che mi fa sbudellare dalle risate ogni volta che la vedo. Mi riferisco a quell'operazione editoriale (una volta le uscite a fascicoli, dall'uncinetto ai robot, cominciavano con il rientro a scuola, ora si comincia già a metà estate) che vedo in Tv da un paio di settimane e che propone ai lettori una fornitissima collana di classici della letteratura mondiale.
Prima uscita: I Promessi Sposi & il Kamasutra. Indubbiamente due colossi della letteratura mondiale, che ognuno dovrebbe leggere.
Ma... Mi chiedo... Chi è il genio che ha partorito questo abbinamento?
I promessi sposi e il Kamasutra? Ma li hanno letti?! Insieme?!
Forse cercano di temperare gli eccessi della virtù e dei piaceri della carne presentandoli accoppiati?
Ogni volta che vedo la pubblicità non posso fare a meno di pensare a Renzo e Lucia. Loro – di certo – avrebbero letto con piacere.

Mi scontro sempre con la stessa auto

Io cado sempre negli stessi errori
incollato al passato
brucio in fretta tutto senza conoscere
senza fare una scelta
solo
facendomi scegliere dalle cose.

Mi scontro sempre con la stessa auto.
Ma come mi innamoro
di te se io non so ancora chi sono?
E poi mi dimentico
questo è il male peggiore,
non guardo dove vado.


Lasciarsi andare


La mia nonnina va letteralmente pazza per i film ricolmi di mortiammazzati ed esplosioni. Abbiamo pure visto insieme la trilogia originale di Star Wars. Quella vera, al cinema all'aperto, in tre serate, ogni serata un film. E appena il film finiva me lo ri-raccontava da capo, come fa con tutti i film; o meglio: racconta la sua versione. Come ha visto lei il tutto. Spesso migliorandolo anche il film. Insomma: lei ha questa vera e propria passione per l'avventura. Le sarà nata con la guerra. Non so.
Fatto sta che in questi giorni anch'io ho voglia di avventura. Di fare cose improvvisate. Di un viaggio irrazionale. Per scoprire qualcosa in tutto questo. Perchè si fanno più scoperte in un attimo di incoscenza che in anni di studio (certo che però anche gli anni di studio aiutano...).

Ed ora una mia ultima considerazione: abbandonerò mai questo mio dannato tono professorale?

Non uguali

Uguali no.

Non potremmo mai dire di essere uguali con tutte le nostre idiosincrasie quotidiane.

Differenti.

Come Ossigeno e Idrogeno formano l'acqua.

Sono un coglione
poema ermetico

sono un coglione sono un coglione sono un coglione sono un coglione sono un coglione sono un coglione sono un coglione sono un coglione sono un coglione sono un coglione sono un coglione sono un coglione sono un coglione sono un coglione sono un coglione sono un coglione sono un coglione sono un coglione sono un coglione sono un coglione sono un coglione sono un coglione sono un coglione sono un coglione sono un coglione sono un coglione sono un coglione sono un coglione sono un coglione sono un coglione sono un coglione sono un coglione sono un coglione sono un coglione sono un coglione sono un coglione sono un coglione sono un coglione sono un coglione sono un coglione sono un coglione sono un coglione sono un coglione sono un coglione sono un coglione sono un coglione sono un coglione sono un coglione sono un coglione sono un coglione sono un coglione sono un coglione sono un coglione sono un coglione sono un coglione sono un coglione sono un coglione sono un coglione sono un coglione sono un coglione sono un coglione sono un coglione sono un coglione sono un coglione sono un coglione sono un coglione sono un coglione sono un coglione sono un coglione sono un coglione sono un coglione sono un coglione sono un coglione sono un coglione sono un coglione sono un coglione sono un coglione sono un coglione sono un coglione sono un coglione sono un coglione sono un coglione sono un coglione sono un coglione sono un coglione sono un coglione sono un coglione sono un coglione sono un coglione sono un coglione sono un coglione sono un coglione sono un coglione.

Ai confini della spiritualità


La consapevolezza di ciò che avevo visto mi colpì circa due secondi dopo la percezione. Inchiodai la bicicletta. Le cinque auto nel parcheggio erano illuminate da riflessi arancioni. Le luci al neon formavano, perpendicolari, un'enorme Croce arancione che campeggiava sproporzionata sulla facciata della chiesa della parrocchia di Sant'Ignazio di Loyola. Proprio lui, il gesuita.
Di certo ai gesuiti il gusto per la teatralità non è mai mancato.
Girai la testa attorno per controllare dove avessero sistemato il cowboy Marlboro: come nella migliore tradizione delle insegne alla Las Vegas. Non c'era. Doveva essere la sua serata libera.
Pensai di trovarmi innanzi ad un'opera umana davvero commovente. Un nobile tentativo di conversione interplanetaria. La Crociona dev'essere sicuramente visibile dalla luna e gli alieni ne resteranno molto colpiti. Tutti i segni ormai tendono al disgelo fra il Vaticano e la Confederazione Galattica: dopo l'apertura ai fervidi credenti che vogliono affermare "I belive!" (ma negare con ferma decisione l'evoluzione della specie), ecco materializzarsi di fronte a me la Croce Intergalattica Fluorescente!
Barcollando mi avvicinai in estasi e ciò che vidi accrebbe ancor più la mia emozione. Sotto la Croce scorsi una scritta impressa a pixel di fuoco. Il Padre Nostro. Le frasi scrorrevano una dietro l'altra in uno schermo luminoso. Come accade dal macellaio per le offerte speciali. Caddi in ginocchio. Un pretino fasciato d'un candido grembiule mi chiese: "Ho fatto due etti di Carità, lascio?" Annuii rapito nell'ammirare le commesse in velo nero sistemare grandi pacchi da sei bottiglie d'acqua santa su altissimi scaffali e impilare scatoloni con sopra scritto "Fede in compresse" in pile d'altezza vertiginosa. Una vecchina in coda dietro di me si lamentava: "Oggi per trovare parcheggio mi c'è voluto un miracolo!"
Era forse questo il Supermarket della Santità? Volli caparbiamente crederci.
E una voce dall'alto tuonò: "Ora confessiamo il numero trentasei!"


NB. E' tutto vero - non sono pazzo, tranquilli - e la foto ne è la prova. La parrocchia di Sant'Iganzio di Loyola, il suo Crocione ultra kitsch e il Padre Nostro scorrevole esistono nella periferia Nord di Padova, via Montà.

Dopo l'immeritata siccità

Capisco.
Mi avete fatto male
perchè sono un sentimentale

perso due infinite volte
nel buio
che finalmente guardo
fuori da me
che ho sputato
e dimenticato.

Mi avete fatto male
perchè sono un sentimentale.

Ora, bambini,
tutto il canto del mondo
è orchestrato per il mio concerto
(il nostro concerto
di grilli e gocce).

La notte sarà tenera se potrò stringere la mia luna.

Tolgo un chiodo dal muro -
piove piove piove piove piove.
Dopo l'immeritata siccità.

La cura per Salvaluomo?

Sulle pagine web di Repubblica è diffuso da un paio di giorni un appello, firmato da 100 costituzionalisti italiani, in cui vengono espressi "insuperabili perplessità di legittimità costituzionale" contro l'emendamento blocca-processi e sul lodo Alfano (immunità temporanea alle più alte cariche dello Stato).

Dateci un'occhiata.
Almeno ci proviamo, a fare qualcosa!

Firma qui

Dal bianco (io e me e te)


tutto il suono quando servono le parole non è andata molto bene ma sbagli in un cielo grigio su venezia molto chic una frase miraggi un'idea sta preprando il temporale risate con te read bacio atomico leggo composizioni alla luce rivendico rose sparse sulla fossa esagerate now domande di polvere post it traslochi siamo tanti pasta diventa nuova casa io a volte è solo uno sfogo materia dalle parole vera vera vera libere finchè non cambia ferrea il vento portami sorrisi a scoprire fianchi la tua musica fisicofollia rifuggire il mercato between the lines nel molteplice mio essere naturale sapore latitanza risposte acqua proveniente volontà tuo dolcissimo siano nostri dischi io ho il mio where che sbiadiscano le parole vorrei vivere da due uno con non dette il mio diritto ad autodeterminarmi piove piove con te per rilassarmi una vita sola solo tu resterò nei capelli certezze dai tuoi occhi sinceri maledettamente agitato uns zusammen nel bianco vera ora e sempre un'idea alla luce può avere bisogno di più di nove mesi per rinascere

Tutto è come una musica nel tempo.

Tutto è come una musica nel tempo.
Il sentire che chiamano pensiero
è come se io cogliessi una foglia
dal vento e guardassi le venature.

Photo Credit: tobysx70 via Compfight cc

Salvaluomo!

Merita di essere letto il documento presentato in conferenza stampa il 17 giugno scorso dall'Associazione Nazionale Magistrati sugli effetti del cosiddetto emendamento salva-processi che il governo cerca di infilare nel pacchetto sicurezza di prossima discussione.

Conferenza stampa ANM su sospensione dei processi


Inutile dire a chi farebbe comodo una legge del genere!
Più interessante capirne gli effetti e reagire, per evitare di svegliarsi troppo tardi da un brutto incubo!

Le storie del Conilietto - Episodio 8

Era il trepidante giorno della partita decisiva del megatorneo che vedava fronteggiarsi la selezione rappresentativa del Bosco con le selezioni rappresentative della Città Piccola, della Città Media, della Città Medio-Grande e della Città Grande in uno scontro epico per decidere chi era il più forte del circondario. La selezione del Bosco, pur schierando fra le sue file nomi gloriosi del calcio circondariale come il Cammello Goleador, la Rana Trequartista e il Criceto Acchiappatutto, era fin lì riuscita solo a complicarsi la vita disputando una serie di pessime partite da far impallidire la nazionale delle Isole Tonga e affidandosi così ad un complicato sistema di conteggio punti che prevedeva il passaggio del turno solo in caso di partita infrasettimanale in giorno decaffeinato di un mese bisestile per differenza reti dei cugini di terzo grado.
Il Conilietto, ultrà vecchio stampo, mai e poi mai avrebbe perso questa disfida, nemmeno per tutto l'oro del Giappone! Avvolto nella sua sciarpona anti-riconoscimento da parte delle forze dell'ordine e stringendo in pugno la sua spranga di ferro porta fortuna fece ingresso allo stadio del Bosco e si apprestò a prendere posto sulle gradinate.
La tensione nell'atmosfera era palpabile (ed anche la Castorina vicina di posto del Conilietto). Dopo 27 secondi (che al nostro eroe parvero un'eternità) finalmente la prima invasione di campo!
Il Conilietto correva spensierato verso l'arbitro, brandendo festante la sua amata spranga, ma proprio in quel momento, sai chi passava? Esatto! La Motorella!! Che travolse il Conilietto dilaniandolo in tanti minuscoli pezzettini che si sparsero come allegri coriandoli sulla folla infericita. Allora dalla tribuna d'onore scesero: il Ricetto, il Pittone, lo Scoiattolino e il Bradipino che ci dissero a quello della Motorella: "Furfante, brigante, 'ssasino!!"
Insomma, alla fine a vincere fu lo Sport!

Accidenti! Vivere mi ruba un sacco di tempo!

Trovandomi piuttosto scontato
mi sono pagato la metà.

Non sono arrabbiato
sono solo preoccupato
per quello che non va.

Perchè corro sempre troppo.

Lavora sul carattere
mi dice una fotografia
solo allora potrai battere
tutta la tua idiozia.

Trovandomi piuttosto scontato
mi sono pagato la metà.

Dopo la battaglia


La battaglia si era protratta per tutta la notte. Sul selciato della piazza restavano ora i corpi dei caduti, ancora caldi. Molti avevano la gola squarciata, altri gli occhi penduli ai lati del capo fuoriusciti dalle orbite, altri ancora offrivano il ventre dilaniato e le interiora già putrescenti al sole nascente. Sul silenzio del campo di battaglia spuntava l'alba.
Solo poche ore prima le fazioni avversarie si erano scontrate con incredibile violenza, fronteggiandosi da un lato all'altro della piazza rettangolare, completamente vuota nell'ora notturna. Schierati agli estremi opposti, gli occhi negli occhi, ognuno studiava le mosse dell'avversario per cercare il segno d'un cedimento, la possibilità di scovarne il punto debole. Pupille rosse baluginavano nell'oscurità. La tensione dell'attesa era al culmine quando cominciarono a planare, l'una schiera contro l'altra, con rabbia e ferocia, come accade solo nelle battaglie fra fratelli.
La posta in gioco era il dominio assoluto d'un gruppo sull'altro. La conquista del territorio dei loro padri.
Ora tutto era quiete. Lo scontro pareva finito. Definitivamente finito.
Rosko, il capo della fazione vincitrice occupava il posto più alto, sulla statua equestre al centro della piazza. La truppa dei suoi gli si accalcava attorno, sfruttando tutti gli spazi liberi sulle braccia del cavaliere, fra gli zoccoli del cavallo, giù giù fino alla base della statua. Nonostante tutte le perdite erano usciti vincitori da quella lunga notte. Ora attendevano le parole del loro capo. Silenzio.
Nell'aria echeggiò il rombo del furgone del netturbino comunale ed i colombi furono costretti a disperdersi.

Photo Credit: pierofix via Compfight cc 

Piccoli borghesi (rin)crescono

Voi volete mettere a prova la mia innata pazienza?
La mia sopportazione per ogni più diversa sorta di ritrovato della pateticità?!
Davvero, dico davvero, pensavo non saremmo arrivati a tanto... non ci credevo sul serio finchè non m'è caduto sopra l'occhio, per caso...
La fotografia su skype! La fotografia di coppia... Anche la fotografia su skype... Sembrate due bambini deficienti!
Miei piccoli borghesucci perchè non aggiungete la didascalia: “Guardateci, siamo una coppia felice a tutti i costi!” Così la gente sarebbe avvisata e non si stupirebbe vedendovi ostentare orgogliosamente la vostra noia mortale.
Il passato è passato, ma tu lo fai ripassare. Ripassi ma non impari a quanto pare. Che tristezza.
Vabbene, vabbene, io sono cattivo, estremamente cattivo. Lo ammetto, mica è un problema. Livido? E sia, datemi anche del livido, se vi fa piacere.
Ma ne ho tutti i diritti. E quando sono acquisiti per sofferenza come in questo caso, sappiate, valgono parecchio! Perchè tu mi hai distrutto l'amore degli amanti – perchè incostante, inconsistente! Ti rendi conto che riprendo a sentire solo adesso? No, non te ne rendi conto.
Fai il tuo sorrisetto beota e mi guardi dallo schermo del mac.
Ti rendi conto che riprendo a sperare solo adesso? No, non te ne rendi conto. Mi sono schiantato contro gli scogli e sono spirato? Non te ne rendi conto. Perchè ogni volta che ti incrocio mi chiedi scusa solo per metterti a posto con la coscienza. Lo fai ogni volta. Ma si capisce che ormai nemmeno tu ci credi.

Lasciatemi al momento della mia catarsi, grazie mille!

Lasciami pensare a qualcosa che non sia tu


Lasciami pensare a qualcosa che non sia tu
Lasciami svagare in un sogno che non sia tu
Lasciami scrivere due parole che non siano i tuoi occhi

Cosa faremo ora non ne ho idea
Perchè nessuno era pronto all'ondata

Photo Credit: Nathalie Le Bris via Compfight cc 

Teoria e Pratica

Un dissidio che non sarebbero di certo stati loro a poter ricomporre. Teoria e pratica. Opposti nella maniera più definitiva dopo un periodo iniziale in cui parevano completarsi a vicenda. Lo scollamento avviene in maniera irreparabile ed impercettibilmente, con una lentezza che non ti lascia il tempo di reagire, di allontanarti a sufficienza per non essere sfregiato dalle schegge dei sogni infranti. Una mattina ti svegli e non hai più il tempo, la voglia di metterti davanti al tuo libro a ripassare la lezione. Preferisci di gran lunga smontare il tostapane e scoprire com'è. Magari per impiantare la tua ditta di riparazioni. O insomma, per fare qualcosa che ti faccia sentire il peso del reale che ti sta attorno. Perché con lo zucchero filato si prendono delle grandi indigestioni.
Teoria e Pratica erano convinti di potersi conciliare. Non vedevano sulla distanza. Erano convinti che fosse sufficiente essere com'erano sempre stati. Ma le prospettive - spostandosi entrambi continuamente - erano diverse. Due strade che si divaricavano. A forza di biforcarsi non si sentivano neanche più tanto bene ed erano costretti ad urlare per fare anche la più piccola discussione. Col problema che anche facendo così non si capivano.
Puntavano a traguardi diversi ormai.

Leggo ad alta voce


Leggendo una poesia. Mi ha colpito con tutto il suo fascino l'idea della contemporanei di tutte le cose.
Ogni parola ha senso solo nel momento in cui viene letta, solo in quel momento preciso acquista un'esistenza, come se venisse scritta in quel momento stesso.
Scrittura, lettura, azione, essere avvengono nello stesso istante e nello stesso istante continuano a perpetuarsi per l'eternità.
Leggere a voce alta è necessario; ci porta più vicini a questa piccola verità se ci facciamo guidare dal suono della nostra voce. E' come andare alla ricerca delle parole, crearle, scoprirle nel momento in cui divengono suono e significante e significato.
Come divenire anche noi scrittori in quello stesso momento, assieme al poeta.

Mi sento un pesciolino

Mi sento un pesciolino,
un pesciolino in testa,
rosso e indifeso
come quel bambino che
vorrei essere: amico d'animali e
umani allo stesso uguale modo,
aperto a tutto, forte, coraggioso.
Mi chiedo cosa pensano i bambini
quelli piccoli, dico,
che non sanno parlare
ma compongono il loro epos di pace.
Il mio corpo, che già
(ora che dico ora)
so non esserci più,
è ancora il mio corpo di bambino?

Digitale, troppo digitale


All'inizio degli anni '90, mentre erano già impegnati ad espandere il codice per creare un software di animazione umana di utilizzo generale (che sarebbe diventato poi Character Studio) Susan Amkraut e Michael Girard si trovarono di fronte un problema. Compresero che un difetto del loro software era che spesso le figure si muovevano fin troppo bene. I piccoli errori e le esitazioni che conferiscono ai movimenti reali il loro carattere individuale e irripetibile andavano perduti. Pensarono dunque che se avessero potuto campionare dei movimenti reali come materiale grezzo sul quale il programma potesse lavorare, avrebbero potuto riunire il meglio dei due mondi. Avrebbero potuto insegnare al programma ad essere più umano. Cominciarono così ad interessarsi alla motion capture, una tecnologia che dal tempo delle sue origini, con gli esperimenti di Jules-Etienne Marey nella seconda metà del XIX secolo aveva fatto passi da gigante.
Il Motion Flow Editor che svilupparono durante il progetto dello spettacolo Hand-Drawn Spaces di Merce Cunningham (che sarebbe poi stato impiegato anche in Biped) umanizzava i gesti che riusciva a creare.

La poesia vi somiglierà












Si è scritto da solo? Disegnato da solo? In tutta la sua policromia?
Eppure è comparso in un opplà fra i miei appunti sparsi. Prima non c'era. Adesso sì.
Ed è strano questo deragliamento infantilista. O meglio, non strano. Inaspettato.
Ecco, sì, inaspettato. Eppure è lì.
Voglio dire, nemmeno sono innamorato in questo periodo e me ne vengo fuori con i fiori?
Chissà quando l'ho fatto poi... ero al telefono? ...disegno automatico. Infantile ed automatico. Molto apprezzato dai dadaisti. O dai surrealisti. Credo.

Frammenti da altre storie

(Foto: courtesy Laura Moretuzzo)

E' tutto scritto sul retro di un appunto per la bibliografia della mia tesi. Addirittura due versioni. Una corta e l'altra più lunga. Quella più lunga è odiosa, perchè - come accade ogni volta - ho esagerato, mi sono fatto prendere la mano e sono andato giù duro con la retorica. Parlo di cadute, di riconquiste...
Ero venuto a trovarti a Trieste. Non ricordo cosa io abbia fatto per disperarmi così. Ogni problema sembra una montagna visto da vicino. Poi ti allontani e puoi anche ridere. E' questione di prospettiva. In realtà di montagne sempre si tratta.
Ora qualche sassolino da quella montagna è arrivato fino a me, oggi, consumato dal tempo. Sono solo cinque versi. Più sotto sta la tua risposta.

E' tutto così strano
non dirti che ti amo.
Sentire bugie uscirmi di bocca.
Farti capire quanto sei importante
non è mai stato così difficile.

Domenica buttata
ovvero stenografare la realtà


Dopo aver passato la giornata a guardare lo sfacelo del mio Paese, forse non dovrei farlo, ma prendo la macchina. E' pericoloso guidare in questo stato? Vado in centro. Alla messa. I bar sono pieni di giovani convinti che bere l'aperitivo al Bar Centrale la domenica pomeriggio sia la vita. La vita vera. Non avrei nemmeno la forza di smentirli.
Il parroco perde un'altra occasione di dire qualcosa di sensato. Di scolpire i cuori. Che sarebbe l'unica cosa che dovrebbe in assoluto fare, poi. E invece niente parole di fuoco contro nessun falso dio.
Torno a casa. Mangio. Televisione o studio? Vado a trovare Chiara. Meglio, molto meglio. Veramente lavora stasera, ma io voglio solo starla a guardare. In realtà sono qui per sentire un po' di rumori. Per avere del casino attorno. Che è bello stare zitti ed ascoltare. Una delle cose più belle. Fare l'ascoltatore attento. Silenzioso e attento. Niente contro la Chiara, anzi, se c'è una persona con cui sto bene è lei. Anzi me la guardo ben bene e mi viene in mente una canzone dei Tre Allegri che le calza a pennello. Semmai dirò che sono qui per provarci con la cameriera. Mi crederanno: stasera è particolarmente bella. Mi crederanno ugualmente.
La giornata è stata così assurda. Il rumore delle grate sotto i piedi è estremamente rassicurante per me che ho uno spiccato gusto per gli avverbi. Sinteticamente barocchi. Vorrei sfogare in qualche modo tutta questa sensazione di qualcosa che non si sa dire. Un po' di senso di colpa per essermi svegliato tardi, troppo tardi. Come aver perso del tempo inutilmente. E poi questa sensazione che mi accompagna sempre di non fare abbastanza e di non sapere cosa fare, aver voglia di fare ma non sapere cosa fare, perchè non riesco a leggere più di due parole che mi distraggo. Oggi è così. Magari passa. Questi giornaloni fashion mi attirano. Tanto spazio bianco invita alla scrittura; soprattutto chi come me ama riempire i vuoti. Ho qualche difficoltà solo col silenzio. Lui mi piace. Vabbè, ora gioco a tris da solo. Magari vinco.
Disegno. Le persone non mi sono mai venute tanto bene. Sono bravo a disegnare le case. Molto bravo. Le case sono solide e sono tutte linee dritte. A meno che non sei Gaudì. Ma le case non sono la realtà. Le persone mutano, sono tutte linee curve. Le persone sono la realtà.
E dopo una giornata in cui mi pare di non aver fatto nulla, la voglia di fare, di fare tutto, arriva nella notte, quando ho già un piede nel letto. E' possibile?
(Forse era meglio non leggerlo)

Photo Credit: Indian_Forever via Compfight cc 

Il fantasma di Canterville

Questa settimana siamo a Vicenza:

Domenica 27 aprile 2008
Vicoria Station Pub
via Ceccarini, 9
Vicenza
ore 21.00

Radiodrammi Live è un'esperienza sonora che mette insieme l'interpretazione attoriale dal vivo e un dj set alla ricerca di una forma nuova in cui si incrocino stili musicali differenti (elettronica, classica, tecno... ) e un uso sperimentale della voce umana (dizione/disarticolazione, canto, rumore e suono) per suscitare emozioni, raccontare storie, creare una messinscena frutto della fusione di parola e suono.

25 aprile!

Senza il 25 aprile non potrei fare niente di quello che faccio.
Come mi ha detto mia nonna, dovrei pagare la tassa sul celibato se non ci fosse stato il 25 aprile. Perchè sotto il nazifascismo non eri libero nemmeno di decidere se e quando sposarti (tanto per fare un esempio piccolo).
E' quando si perdono le cose importanti che ci si rende conto di quanto fossero importanti.
Non possiamo correre il rischio di perdere una ricchezza così grande.
Oggi è nostro compito tenere sempre alta la guardia!

Persone







Ieri ero a Venezia. Quando si dice la fortuna!
In campo Santa Margherita si inaugurava:
"Persone: Africa, società civile, cambiamento"
Una mostra itinerante attraverso più di 20 città italiane che porterà le 70 facce di africani nelle piazze della Penisola (C'è anche un inserto su Internazionale di questa settimana, con del materiale anche sul bel progetto Libera l'acqua).
La cosa bella è soprattutto incontrare la gente e ieri sera di gente ce n'era parecchia, tutta bella, tutta diversa! Abbiamo ballato, abbiamo riso, abbiamo parlato.
Credo che ora sia un momento in cui è molto importante vedersi, conoscersi, stare gli uni accanto agli altri; perchè se è vero che i problemi sono tanti chiudendoci ognuno a casa nostra, preoccupandoci solo dei nostri problemini contingenti, non li supereremo di certo.

Dove siamo finiti (parte 2)

Il post di ieri era evidentemente scritto sull'onda di una pessima giornata.
E' ovvio che penso sia meglio combattere.
Però per me la battaglia si sposta su un piano diverso ora: innanzitutto ho voglia di parlare molto di più con la gente, essere curioso ancora di più riguardo a cosa pensano gli altri. Perchè a me il risultato elettorale ha stupito e molto... dove sono questi milioni di italiani che hanno votato Pdl? E Lega? Non li conosco. Ed invece mi interessa conoscerli, capire cosa vogliono, cosa si aspettano dal futuro. (O io ho solo amici comunisti, oppure la gente vota ma poi si vergogna a dichiarare le sue vere idee.)
Poi la battaglia si sposta, per me, su un piano prettamente culturale. Lo strapotere capitalista è inattaccabile dal singolo. Quindi nel mio piccolo mi prodigherò per far conoscere cose belle a più gente possibile. Così magari le mentalità cambiano. (Penso che se mostri ad uno una cosa bella, una volta, due volte forse dalla terza in poi non si accontenterà più delle pessime cose che ci propinano.)
In questi giorni ho pensato parecchio a cosa dovrò rispondere quando i miei figli mi chiederanno: "Dov'eri quando dilaniavano lo stato sociale? Quando calpestavano i diritti più ovvi?" Almeno potrò dire: "Ci ho provato."

00.54

Di notte si sentono
più forti le verità
perchè il superfluo tace
(è stanco dopo un'intera giornata
in cui ha lavorato).
Ognuno è più solo anche da abbracciato.
Non distinguo i riflessi.
Se volo tutto brilla.
Se striscio scorrono più veloci i pensieri.
Esser stanco diventa
terribilmente poetico. E cado.

Mi fingo me stesso

Ho la luna nel segno.
Parole distanti.
Sole. Bruciano tutto.
Dove spira il vento
Portandosi dietro le mie parole?

Non sapere che cosa
si sente dentro sè
è incapacità
o poca volontà
di introspezione.

Il mio essere disgustoso
vuole forse farmi sentire
traditore anche di me stesso.

Non c'è tempo!

Scrivere. Scrivere anche quando non c'è tempo. Scrivere perchè non si sa parlare. Scrivere perchè qualcosa te lo chiede. Scrivere senza pensare a cosa scrivere. Scrivere per dare sfogo all'emorragia di pensieri. Di sentimenti. Di cazzate. Scrivere, scrivere. Scrivere per forzare il pensiero. Scrivere per ritrovarsi dall'altra parte. Scrivere per non pensare. Scrivere per il mercato. Scrivere perchè ti costringono a farlo. Scrivere per farsi male. Scrivere per fare male. Scrivere per pensare cinque minuti. Scrivere per non scrivere affatto.

Da 14 anni

Questo schifo di campagna elettorale continua da 14 anni.
Negli ultimi mesi si è solo leggermente intensificata.
In nessuno dei programmi, delle presentazioni pubbliche, dei comizi un candidato ha ancora speso due parole su cosa intende fare per il piano culturale (al collasso) del nostro stremato Paese. Il consenso degli elettori si gioca su altri temi, sul promettere la ricchezza economica, i tagli delle tasse, il Benessere. Questo accade da 14 anni. Da una vita. E niente è cambiato.
Come può un paese rinunciare alla cultura?
Rinunciare a parlare di cultura, a valorizzarla, a impegnarsi nella ricerca vuol dire fermare il Paese.
Si è persa l'idea che la cultura sia uno strumento di potere, sia un valore che fa la differenza (quella che nelle campagne elettorali, in televisioni e giornali è spacciata come cultura sono in realtà lustrini e merchandising).
Per questo è esclusa dalle discussioni. In Italia non esiste un dibattito culturale che sappia coinvolgere la gente (esiste solo ad un livello iperspecializzato che certo non riesce ad accattivare e coinvolgere), mentre la cultura è, e deve continuare ad essere un bene di tutti.

Un invito per chi si trovasse a passare in zona

Si inaugura domani sera ore 20.30


Codroipo 1950 – Oggi
Trasformazioni del paesaggio urbano
Mostra fotografica


Sala conferenze
Civica Biblioteca G. Pressacco
Codroipo -UD-
tutti i giorni dal lunedì al sabato
dal 28 marzo al 28 aprile


Nel mezzo della pianura friulana c'è un comune che dal secondo dopoguerra in poi ha conosciuto profonde trasformazioni.
Attraverso il progetto “C'era una volta” quest'anno alla seconda edizione si ripercorrono le vie e le strade che portano all'oggi, andando a recuperare frammenti (grandi, ma alle volte anche minimi) dell'identità collettiva della comunità.
Questa mostra fotografica presenta una selezione di documenti fotografici, tratti dall'archivio Fotografico Michelotto, che partendo dagli anni '50 mettono a confronto alcuni luoghi e scorci del centro codroipese in vari periodi cronologici fino ad arrivare all'oggi.
Presentando un periodo così lungo ed importante della nostra storia condensato in alcune immagini emblema si cerca di dare una dimensione concreta alle trasformazioni avvenute, che spesso, per quelli che sono i ritmi del vivere quotidiano, non vengono notate, si smarriscono nel mare magnum della storia.
Alle foto di archivio si affianca una parte contemporanea ad opera del giovane gruppo fotografico Linfae. L'accostamento riproietta la storia nell'oggi.
Codroipo è in crescita, lo si vede girando per le strade e parlando con la gente. Siamo in un momento di passaggio dal pensarsi come città al vivere come città.
Codroipo (dal latino Quadruvium) è da secoli crocevia di genti ed idee. Comune vitale e ricco di potenzialità non solo economiche ma anche artistiche ed intellettuali, meritevoli di ottenere la giusta attenzione.

In questo enorme tutto

In questo enorme tutto
non sento differenza
fra me e le cose

Tutto contemporaneamente
cerca canali per manifestarsi

Ora
(perchè non potrebbe essere altrimenti)
le perle si sciolgono
alla fiamma della Storia
si fondono in una sola, unica,
priva di dimensione.

The Canterville Ghost

Centro Culturale Boldù
VeneziaVenerdì 21 marzo
ore 21

Ubik presenta
Il Fantasma di Canterville
da O. Wilde

Regia: Francesca Sarah Toich
Regia audio: Andrea Santini
Voci: Francesca Sarah Toich, Lele Piovene, Giacomo Santrevi
Coreografie: Ilaria Pasqualetto, Matteo Momentè
Allestimenti: Ilaria Pasqualetto

Un'antica e solida famiglia britannica in procinto di vendere la dimora avita ad una famiglia di americani rampanti, borghesi e arroganti.Un nobile fantasma europeo, spaventoso quanto disgraziato.Una metafora sull'inesorabile sopravvento della cultura del Nuovo Mondo sulle abitudini, le consuetudini e i costumi del Vecchio."Il fantasma di Canterville" una delle opere più incomprese di Oscar Wilde, viene a tutt'oggi introdotta nelle raccolte per ragazzi assieme alle altre favole da lui scritte per i suoi due figli. Non è una favola, o se mai lo è, è una favola nera, un piccolo intrigo, un bluff sapiente e misurato tramato ai danni degli ascoltatori. Racconto fantastico, favola nera, testo di potente atmosfera gotica o satira mondana-sociale che sia, questo racconto incanta e strega, fa sorridere e riflettere. Chi intende il simbolo, lo intende a suo rischio e pericolo.

Non solo un concerto, non solo un reading. Radiodrammi Live è un'esperienza sonora che mette insieme l'interpretazione attoriale dal vivo e un dj set alla ricerca di una forma nuova in cui si incrocino stili musicali differenti (elettronica, classica, tecno...) e un uso sperimentale della voce umana (dizione/disarticolazione, canto, rumore e suono) per suscitare emozioni, raccontare storie, creare una messinscena frutto della fusione di parola e suono.Il repertorio di Radiodrammi Live comprende racconti poetici e non di Wilde, Rimbaud, Poe, Lafourge.

Perchè un Urano è un Crono è uno Zeus


Il tempo è fermo
eppure i padri continuano ad uccidere i figli
ed i figli continuano ad uccidere i padri
in finte rivoluzioni

Era il '68 e Urano non regnava più dopo esser stato deposto dal figlio. Era stato evirato da Crono sull'onda della rivoluzione.Ora regnava il figlio.
Ben sistemato in cima al Mondo era iniziata una nuova era, instaurato un nuovo governo, bilanciato un nuovo equilibrio.
Passarono gli anni, i mesi, i giorni e chissà come, a Crono venne in mente che quello che era accaduto a suo padre (oh, bella, per mano sua!) avrebbe anche potuto accadere a lui. Che sventura! Soccombere un giorno per mano del proprio figliolo!? Per quanto potente egli fosse!?
Dunque, perchè il suo regno del Figlio non corresse il pericolo di crollare per mano di un figlio era necessario correre ai ripari! Necessarissimo!
Però, c'era un però... Di rinunciare ai piaceri che Rea, sua moglie, sapeva procurargli non se ne parlava: non era certo lui a dover patire per questa incresciosa situazione! Allora Crono capì. Non c'era altra soluzione: il nuovo figlio non doveva veder la luce.
Tutti quelli che Rea partoriva, Crono li attendeva a bocca spalancata, perchè vedessero solo il buio delle sue budella. Crono divorava i suoi figli, ne faceva indigestione!
Ma l'ultimo, Zeus, Rea non lo voleva perdere. Quando partorì il piccolo, avvolse al suo posto una grossa pietra nelle fasce, la pose fra le mani del sovrano per eccellenza, il figlio del Cielo, il primo re degli dei; e quegli la tragugiò nel suo stomaco! Infelice! Non previde nell'animo suo che più tardi, scambiato con la pietra sarebbe vissuto suo figlio, invincibile e senza compassione, come tutti i figli, i quali ben presto sconfiggono i padri con la forza del loro braccio, li strappano al loro orrore regale, per regnare fra gli immortali.
Crono è vecchio (anche se non lo sa); una pietra al posto di Zeus e lui non se accorge nemmeno!
Rea prese il piccino e lo nascose con le sue mani in una spelonca a Creta. E Zeus crebbe.
Sarà stato quello il momento? Era il '77? Il '78? O forse l'89? Non so. Fatto sta che Zeus salì al padre per costringerlo a vomitare i suoi fratelli. Ed eccoli lì in tutto il loro splendore! Appena, appena corrosi dagli acidi della digestione: i Titani (forse solo Oceano un po' verde di bile).
Poi: dieci anni di scalata all'Olimpo, per comprar tutte le azioni e di Urano non restano che le briciole, disperse nel vento. Nessuno le ricorderà più domani.
Ora Zeus è genitore, ma non ha dimenticato l'esempio di suo padre. Ad ognuno ha dato un lavorio da espletare: ad Atena la cultura, ad Ermes il commercio, ad Apollo la religione, alle Muse (in numero di nove) le Arti, a Dioniso il tempo libero. A ciascuno ha affidato qualcosa (tanto per fargli credere d'essere importante).
E i Titani dissidenti? All'inferno, oppositori illiberali!
Perchè un Urano è un Crono è uno Zeus.

L'ultimo varietà

Mi prenda in giro chi vuole, ma a me piaceva tanto il varietà. La mia generazione è stata forse l'ultima che ne ha potuto godere (probabilmente non se n'è resa conto). Il varietà: quello vero. Quello in cui capisci subito che dietro c'è un'idea forte, sensata; che per farlo c'è voluto del lavoro duro, perchè tutto è curato fin nel particolare. E non sono serviti venti autori incapaci che in un quarto d'ora hanno scritto quattro ore di un'assurda minestrina allungata.
Oggi l'unico supersiste di questo genere (ahimè, bisogna ammetterlo!) ce lo offre la televisione commerciale (che con la sua distorta concorrenza al ribasso nella caccia degli ascolti, è la sicura causa della sua stessa scomparsa): la Corrida! (una volta, purtroppo, di Corrado)
Dite quello che vi pare, ma non esiste un programma che gli stia alla pari. Orchestra dal vivo, corpo di ballo, tutto in diretta, dieci concorrenti per dieci esibizioni, le telefonate da casa. Certo, non mancano gli elementi trash e scadenti. Ma si tratta di elementi comunque funzionali allo spirito stesso del programma. L'idea è proprio quella del dilettantismo sfrenato, sin dal sottotilo (dilettanti allo sbaraglio). Ma si tratta di un'idea forte, alla quale non serve sovrapporre nessuna patinatura allettante. E' vincente in sé, sempre fresca, genuina. Opposta all'artificiosità dei vari reality.
Chi va alla Corrida non vuole diventare scioccamente famoso; la partecipazione non è vissuta come la porta per il successo, perchè non può, ne vuole, esserlo. Alla Corrida ci va innanzitutto chi è convinto di saper fare qualcosa, chi vuol dire qualcosa di sé in un momento a tante persone (magari dopo una vita di fatiche), chi vuole togliersi la soddisfazione sacrosanta di esserci stato, perchè era il suo sogno da sempre. O ci trovi il matto del paese; che comunque è sempre bello vederne qualcuno vero oggi che ce ne sono troppi finti. Tutti veri, belli, con le rughe.
Forse ora sono diventato come quei critici di sinistra che osannano le commediole scollacciate degli anni '70, ma nella Corrida rivedo molto più l'Italia, di quanto riesca a farlo in tutti gli altri programmi; fatta di gente semplice, sulla quale si può contare, magari stonata, ma che ci crede. A volte ci fa bene ricordarci che siamo così per uscire dai problemi che ci creaimo da soli.

All'esame

L'unica conoscenza che si possa
pensare reale passa dal corpo
attraverso il fare
Mi chiedo come possiate parlare
senza sentire mai l'acido lattico
nei muscoli dopo una lunga corsa
la fatica che cerca un'intonazione
il lampo breve dell'illuminazione
che risolve tutto
Fermi ad invadere di parole una stanza
dissanguate le vostre
penne infastidite
convinti di regolare la pratica
Come potete regolare la vita?
Lo sberleffo è per voi

L'altalena

Il bambino si ritrovò in aria tutto in un momento. Era troppo per uno come lui, non c'era abituato e questo lo destabilizzò non poco. Ce ne volle a recuperare una parvenza d'equilibrio. Una fatica. Poi, quando sembrava essere andato tutto al suo posto, il ruzzolone. Una caduta terribile a ripensarla oggi. In un momento tante certezze conquistate infrante solo da una scelta egoistica. Altrui. Di chi si era fidato? Risate degli astanti. Profondo dolore. Ma anche desiderio di non perdere tutto quello per cui aveva lottato. La fortuna premia chi sa meditare e chi sa aspettare. Un bambino sa fare bene entrambe le cose quando davvero vuole. E così aveva imparato a fidarsi ancora, a farsi spingere sempre più in alto, a sopportare la luce del sole dritta negli occhi, a splendere con essa. Quell'attimo era forse durato ancor meno di quello prima ed era arrivata rovinosa un'altra caduta. Avrebbe fatto desistere chiunque. Il mondo – dopotutto – è pieno di giochi, c'è solo da sceglierne un altro. Ma quel bambino sapeva che doveva esistere qualcuno di cui fidarsi, c'era solo da aspettarlo.

Le storie del Conilietto - Episodio 7 - La settimana bianca

Erano ormai gli ultimi giorni del freddo del più freddo dell'inverno e il nostro beneamato Conilietto infilava nella stufa le ultime copielle della sua collezione di riviste porno per riscaldarsi la sua codina intirizzita. Era indaffarato in questo compito vitale quando percepì la vibrazioncina del suo telefonino cellulare. Dopo averlo estratto dal suo deretanino e dopo averlo parzialmente ripulito, lo avvicinò al suo aguzzo orecchiello e rispose; che gran sorpresa fu scoprire che era il suo amichetto di vecchia data: il Camoscio Floscio! Egli abitava in altissima montagna e lo aveva chiamato per invitarlo qualche giorno nella sua casetta, un bel cottage col tettucio rosso, per approfittare delle pistelle da sci splendidamente innevate di quella fine di stagione. Il Conilietto, ben felice di scroccare una vacanza, non se lo fece ripetere; frugò nel suo armadio per recuperare gli sci appartenuti a suo padre il Conigliotto, che aveva per anni affascinato le platee di tutto il mondo con la sua “discesa travolgente” (nel senso che si doveva travolgere più persone possibili lungo il percorso).
Partì così baldanzoso per i monti. Furono giornate memorabili fra disceselle omicide ad occhi chiusi in slittino e lotte a palle di ghiaccio pressato inteminabili. Che li condussero in più occasioni in visita alla locale stazioncella della Croce Rossa. Una volta – che risate crasse – fecero anche un pupazzettino di neve che chiamarono Freeserino (ne fecero gustose granite che rivendettero per pochi spiccioli). Che pazze giornatelle ricche di divertimento e lunghi aneddoti da raccontare nei loro processini in corso!
Era ormai l'ultima giornatina di permanenza in montagna. Il Conilietto si apprestava all'ultima discesina con il suo impeccabile stile a superscodinzolino. E swimm e swamm, e swimm e swamm, arrivò all'incrocio con un'altra pistina e – dal momento che come tutti ricordiamo è molto ma molto prudente – si fermò per il rispetto della predecenzina; guardò prima a destra e poi a sinistra per sincerarsi che non sopraggiungesse nessuno. La pistella era sgombra. Il Conilietto diede un colpino di reni per riprendere velocità ma proprio in quel momento sai chi passava? Esatto!! La motoslittina delle nevi, che appena uscita dall'affilature delle laminine travolse il Conilietto seghettandolo in strissioline finissime e sprizzando il suo sangue sulle bandierine dello slalom gigante. Allora arrivarono, sai chi? La Moffettina (con i guantini di moffettina contro il freddo), il Ricetto, la Salamandrina e il Pittone che gli dissero a quello della Motoslittina: “Furfante, brigante, 'ssasino!”

Ambizione

Cerchiamo un'opera d'arte
che sia la realtà viva
figliata da momenti
sovrapposti uno all'altro
che lascino scoperti
i bordi sfilacciati.

Andare oltre la realtà
parlare del reale
in contemporanei
stadi compositivi
condensati e grezzi
formiche di poesia.

Strappate a forza dal vento
schiacciate e ripiegate
per parlare dell'oltre
per parlare di tutto
parlare di niente in
opere d'arte inutili.

Photo Credit: xelo garrigós via Compfight cc

Progetti di opere future

Quando sembra che tutto crolli, quando si sta chiudendo l'ultimo spiraglio di luce, è quello il momento in cui rovesciare tutto gambe all'aria e ripartire. Non c'è momento migliore.
Così è stato anche stavolta.
Ed ora conto i progetti di opere future. E rido.
Elaborare la mia Teoria Filosofica (ognuno dovrebbe averne una, specialmente per quando ti viene un languorino). Scrivere dieci racconti che sappiano di passato e di sacralità. Finire per sempre l'articolo. Scriverne un altro subito. Scrivere una Storia di suoni e gesti per me. Fissare date una dietro l'altra e rafforzare il gruppo. Esercitarmi cun la lenghe e doprale ancje par scrivi. Scrivere un Epos di Pace ed essere il bambino. Completare le regole generali. Ora! Studiare. Studiare la mia voce e il mio corpo. Andare a correre. Leggere tutto quello che non so.
Ricominciare da capo, da dove non v'è certezza.
Poi felice mi riposerò.

Ricordare per imparare

Oggi ricordo due persone:

il maresciallo Giovanni Pezzulo, ucciso a Kabul da un attentato terroristico, in quella che tutti i nostri politici continuano ad affermare "è solo una missione umanitaria". (Una pronta guarigione anche al maresciallo Mercuri).
Unanime il cordoglio della classe politica che lo ha mandato a morire.
Sarebbe ora di finirla con la guerra.

E poi ricordo Michele Greco, il papa della Mafia. Uno che ha continuato a ripetere tutta la vita che lui, la parola Mafia, non sapeva neanche che cosa significasse.
Anche per lui penso partiranno messaggi di cordoglio da varie cariche dello stato.
Ma questo non lo sapremo mai.

http://www.youtube.com/watch?v=UUuSPBSC9Z0

guardatelo tanto per rabbrividire e farvi un'idea di quanto fosse estraneo all'ambiente mafioso, uno che augura "la pace" a tutti.

Canto di un eroe tragico

Vivo sono già morto come penso
Tutto è ormai già avvenuto
Ma proseguo a fare il mio cammino
Disubbidendo ai vostri ordini

Ripetizione di gesti e parole
Sono solo suono di parole
Non è possibile liberarsi
Del senso tragico della vita

Voglio lanciarmi
Voglio cadere

In questo consiste la libertà
Uno stretto spiraglio
Fra il poter soccombere e il combattere
Prima di poter soccombere

Vittorioso mi vedrete sconfitto
S'allargherà il sorriso
Per cosa giocate voi dei pazzi
Senza aver nulla da perdere

Posso fare tutto
Ciò che posso fare

Un volto dipinto nell'acqua


Gli opposti si attraggono ancora


Se quello che penso sei solo tu
Se spero solo in un futuro ricordo

Un volto dipinto nell'acqua
Si direbbe tanto è delicato

Gli opposti si respingono ancora

Gli integralisti peggiori sono sempre le pecorelle smarrite

Una volta punk ora rasati rasati dai visi emaciati
Dovreste accumulare le vostre conversioni
In un album come tante belle figurine
Miei cari integralisti dell'ultim'ora
Vi siete fatti le vostre vite ed ora ciechi
Vorreste convincermi della vostra
Nuova Verità ostentata in bella mostra
E che sì ne avete viste tante
Ma il viaggio più bello è sempre dentro se stessi
Di esperienze se ne possono fare
Ma si deve sempre tornare a casa
Molto comodo essersi sfatti di viaggi
Ma col ricordo perenne della nonna orante
Ed ora tornare predicando d'esser tutti santi
Mi fate un po' ridere e un po' pensare
E mi resta il dubbio perchè non so cosa sia peggio
Se guardarvi o starvi ad ascoltare

M'interessano solo i tuoi baci

M'interessano solo i tuoi baci
è tutto ciò di cui ho bisogno.
Ma non pensare sia poco perché
cos'altro ho mai desiderato tanto?

Un ladro non è più un ladro

L'Italia è un paese incredibile, questa ne è solo un'ennesima riprova.
Berlusconi «Prosciolto perché il fatto non è più previsto dalla legge come reato».
Prosciolto non vuol dire assolto in questo caso.
Cioè: potrebbe aver rubato, ma la legge italiana (una legge con valore retroattivo, riscritta dal governo presieduto da Berlusconi stesso, 2001-2006 ricordate?) non contempla più il falso in bilancio come reato, quindi niente processo. (N.B. per chi fosse proprio a corto di memoria un reato è una cosa per la quale, secondo quella che chiamano Giustizia, si finisce in galera!)
Se il reato non è più reato, un ladro non è più un ladro.
Il ragionamento non fa una grinza.

E c'è chi ha la bella faccia (servi del padrone, il Giornale) di titolare così:
Smontato l’ultimo teorema. Così è finito il processo Sme

E c'è ancora chi come Uòlter e tutto il Pd al seguito concede ad un elemento del genere lo status di autorevole interlocutore per il bene del Paese.

Disgustorama!

Uno - ad un certo punto - rimane anche senza parole...

Penzieri notturni

Stanotte, mentre me ne stavo avvolto nel calore delle mie copertine nel mio soffice lettuccio, la mia testolina ha cominciato a vagolare nell'infinito ed è finita col ritornare a più riprese su un'attanagliante riflessione... è impressionante fare un paragone fra l'On. Silvio Berlusconi (in arte lo psiconano) e Joseph Ratzinger (in arte Papa Benedetto XVI).

Per fare alcuni esempi:

- entrambi fanno politica ma non fondano un partito
- entrambi combattono i comunisti
- entrambi quasi dopo ogni dichirazione (vabbè, dai, sempre...) dicono di esser stati strumentalizzati o fraintesi
- entrambi possiedono radio, televisioni e giornali e li usano per i loro scopi
- entrambi non pagano le tasse
- entrambi dicono di essere infallibili
- entrambi si credono unti dal signore

...saranno stati i peperoni?

In sovrapposizione


Scrivo e non scrivo. Vorrei scrivere di più. Vorrei scrivere diversamente. Non scrivo da un po'. Non scrivo quello che sento vorrei scrivere. Ok, sono confuso. Scrivo confuso. Il fatto che ieri abbia riordinato la mia camera polverosa è la sublimazione del mio desiderio d'ordine interiore... Per lo meno non avrò bisogno di uno psicologo che me lo dica.” Pensava così e fuori pioveva visto che lui stava male. Un male molto poco poetico. 

e poi danza
cerca l'equilibrio
tutto entra in stand by
su un piede solo
tutto è in stand by
me

Col cervello cercava di concentrarsi per leggere ancora almeno due versi, ma ogni sforzo era inutile, non li capiva. Le parole si scombinavano e il senso affogava in una pozzanghera di segnetti neri. Sommerso. Il filo dei pensieri era come un brano quadrifonico. Avrebbe dovuto impegnarsi di più per trovare una chiave di lettura. Ma riusciva a legare fra di loro solo delle tracce. Ciocche di capelli neri che cadevano sulle spalle. Le labbra così ben disegnate. Un numero di telefono inventato. I particolari si addensavano man mano. Spostava massi pesantissimi con la sola forza del pensiero. Era frustrante annaspare in tutto questo.
Riempirò i vuoti. Ci posso almeno provare. Non sapere cosa si ha significa impossibilità o mancanza di volontà d'introspezione.” Chi gliel'aveva detta questa? Rifletti, rifletti. Ricorda. Ogni cosa era come una musica nel tempo. E pensare era come raccogliere una foglia sospinta dal vento per osservarne da vicino le sottili venature.

Photo Credit: mauriziodecotiis via Compfight cc 

Paris 28.XII.2007


Si concentrano
nel movimento denso
di punti vivi.

Di tutto questo,
dico, di tutto questo
cercherò il perchè.

In cerca di una reazione

La loro fede vi persuaderà
convinti professerete la Stupidità!

Stanno arrivando e
non potete farci nulla,
gli stupidi organizzati
in esercito regolare,
addestrati a combattere
per il loro ideale.

La loro fede vi persuaderà
convinti professerete la Stupidità!

Li ho visti l'altra sera,
ed ho avuto paura,
marciavano compatti
su un ritmo quattro quarti
di subwoofer ipnotici.

La loro fede vi persuaderà
convinti professerete la Stupidità!