Ora, se vorranno strapparmi la mia arte, dovranno venire a scuoiarmi. (Capitano Mike Clark)
Presentazione di "Mistero contadino"
Ieri, a Casarsa, presso il Centro Studi Pier Paolo Pasolini c'è stata la presentazione di Mistero contadino. Tracce pasoliniane nelle ricerche di don Gilberto Pressacco che da ora è acquistabile anche qui.
Erano presenti e hanno parlato Flavio Pressacco, Angela Felice e Remo Cacitti.
Grazie a chi c'era e buona lettura!
Il nostro essere comunità
Il
mistero
contadino è quello
che l'uomo ha intuito nascosto nei semi, nella lezione sulla
ciclicità dell'esistenza, dei cicli naturali di morte-vita, e che
attraverso l'esempio di Cristo è divenuto l'offerta oblativa
universale e la porta di salvezza al di là del tempo e della storia
(come ci ricordano il segno di Giona, il racconto del pavimento musivo della Basilica di Aquielia e la fede della Chiesa
aquileiese).
Che
la vita abbia un termine, che sia composta da cicli di rinnovamento
(con l'inizio del nuovo che richiede l'annichilimento del vecchio) è
oggi una verità rimossa. Il mercato vuole l'eterno presente. Il
ciclo della vita, il ciclo delle stagioni scompaiono a favore di un
appiattito “tempo eternamente presente”, scandito tutt'al più
dalla “stagione dei saldi” o dalla comparsa dei nuovi modelli di
tecnologia, di abbigliamento o dall'ultima hit musicale. Nemmeno le
feste, sono più feste. Il tempo è tutto uguale.
Eppure,
nonostante tutti gli sforzi per rimandare, negare una fine
inevitabile, essa non scompare. E così l'uomo non sa più in che
direzione incamminarsi. Se tutto è indifferenziato, tutto è grigio.
La
sfida, per me, è appassionante. Come mostrare che esiste qualcosa di
meglio al di fuori di questo vuoto “presente indifferenziato”?
Credo,
attraverso il nostro essere comunità. Nonostante tutte le
complicazioni che questo comporta. Scoprire che le singole esperienze
personali ripercorrono l'esperienza umana nella sua interezza, ad
esempio, credo sia molto confortante per ogni essere umano. Sulla
base di queste esperienze, sulla base di ciò che ci unifica come
umanità dovremmo lavorare, per essere comunità, benché non sia
cosa facile. O siamo comunità o tutti i nostri sforzi sono vani.
Semplice,
umile, vero, coerente, sacro
sono tutti aggettivi che oggi ci appaiono corrotti, non solo perché
riportano alla memoria sempre qualcosa che ha a che fare col passato
(e oggi molto di ciò che è passato viene letto con una valenza
“negativa”), ma perché tutto il linguaggio è ormai corrotto dal
suo uso nel markentig.
Si dà un prezzo ad ogni cosa solo in funzione del profitto economico
che se ne può ricavare, anche al linguaggio e ai suoi significati.
Ricordarci (o spiegare) che il significato primo di quelle parole è
quello più legato alla terra, è quello che può fare più bene al
genere umano, ed è oggi una sfida. Ma è l'unica via per garantirci
ancora il futuro migliore.
Pasolini e Pressacco
Sul Messaggero Veneto di oggi il prof. Remo Cacitti (Università degli Studi di Milano) presenta "Mistero contadino. Tracce pasoliniane nelle ricerche di don Gilberto Pressacco", inserito nel Progetto Maqôr 2012, ed edito da Forum in collaborazione con l’Associazione don Gilberto Pressacco in uscita il 22 febbraio.
Se vi va leggete qua
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