L'ape

(Un'altra storia vera per niente originale... ma vera!)


Non sa vedere vie d'uscita se non sbattere le ali contro il vetro
oltre al quale vede la realtà ma che non sa superare
eppure l'altra anta della porta è spalancata
basterebbe qualche centimetro in più e sarebbe Libertà

La città dorme

La città finge di dormire. Perché così le hanno insegnato che è bene.
Ma non riesce a dissimulare il suo respiro, troppo sincopato.

I belive in the Treaty

Hai portato via qualcosa con te?

Ora non riesco a pensare ad altro che
tu non ci sei.

Se non perdi
non puoi ritrovare.

D'un Canto

Quando un attimo di metallo ti colpisce
aria stravolge tutto
e Rosso ricominci da metà
dove non pensavi
d'essere arrivata in respiri brevi
sparisce il Bianco passato

Le storie del Conilietto - Episodio 4

Che erano ormai moltissimi anni che il Conilietto non si prendeva nemmeno mezza giornata di vacanza, assorbito dal suo impiego a tempo pieno di parassita della società del Bosco.
Ma quel mattino si sveliò dai postumi della nottata più baldanzoso del solito e si disse: “Porc... questa volta è stata pesante!”
Per rilassarsi decise così di andare a trovare la sua cara zietta Demenzia ritiratasi da un cierto periodo in completa solitudine in una nota località marina che fa rima con “ano”. Coniugando così il relax ad una buona azione, come non gli accadeva da tempo, partì l'eroe di grandi e piccini.
Si incamminò per la strada e zompetta zompetta arrivò fino alla megarotondella, splendida e visionaria idea di Alzalatrava, un urbanista con dei problemi.
Era ormai arrivato che aveva da attraversare solo la megarotondella per andare dall'altra parte; molto prudentemente guardò a destra, poi a sinistra, poi di nuovo a destra e vide che non ci era nessuno. Sporse una zampina sulla sede stradale, ma proprio in quel preciso momento sopraggiunse, sai chi? La Motorella! Che travolse il Conilietto smembrandolo in tanti minuscoli pezzettini. Siccome che si trattava di una megarotondella la Motorella ci passò più e più volte sui martoriati brandelli del Conilietto che nel frantunque sospirava, evidentemente ormai preda del profondo delirio: “Indirrò uno sciopero fiscale e allora vedremo chi c'ha ragione!” E spirò.
Allora arrivarono: il Ricetto, il Pittone e lo Scoiattolino con sua cugina (guest star dell'episodio!) la Moffettina che ci dissero a quello della Motorella: "Furfante, brigante, 'ssasino!!"

Stare soli (come l'uomo del faro)


Per quanto io mi opponga o mi agiti pateticamente sembra sia stata emessa nei miei confronti una disposizione secca, precisa, stringente (spero transitoria). Stare soli.
Stare soli come l'uomo del faro.
Stare soli perché pare non si possa fare altro dopo un lungo periodo di compagnia. Voci mi dicono addirittura che fa bene. Stare soli come sono costretti a fare in tanti nell'afa d'agosto. Neanche un cane con cui parlare. Ma il mio star solo ha una sfumatura diversa – accidenti! – e non mi va giù.
Pare (oltretutto) che si debba anche imparare a stare soli. Come fosse una particolare pratica. (Ed effettivamente – a rifletterci – io non la ritengo una cosa naturale.)

Dicono che bisogna ritrovare l'equilibrio. Ma io sono equilibrato, mi sento molto equilibrato! Ad esempio vorrei essere quel tizio romantico che muore per amore! E poi struggermi, mentre ti penso nelle notti in cui non dormo e mentre ti sogno nelle notti in cui invece riesco a prender sonno. Perché mi occuperesti tutto: nel respiro, in quello che mi sta attorno, dentro e fuori.
Lasciami cadere ai tuoi piedi, lasciami baciare ogni centimetro della tua pelle!
Lasciati adorare!
Qualunque tu sia!

Dunque ricominciare da capo, abbiamo detto. Ma con chi parlerò ora?
Eppure bisogna imparare a stare da soli. E così ricomincio da capo. Dico io.
Ricomincio da capo: non devo fare nulla ora, perché è uno di quei momenti in cui devi solo lasciarti cullare dalla corrente. Farà tutto lei. Caro e vecchio Mondo. Cara e vecchia Vita.
Così.
Ricomincio da capo. Anche se non vorrei.
Inutile agitarsi tanto non ne caverò nulla di buono. Ma – dico – mica è così facile!
Speriamo almeno duri poco. Perché io non voglio!

Non lo capisco

Non lo capisco. Mi sforzo in tutti i modi ma non riesco a capirlo:
a) Perché esistono i giornali sportivi?
b) Perché la gente li compra?
Potrei accettarlo se lo sport conservasse ancora quella sottile patina di mito che aveva un tempo, se conservasse l'idea dell'uomo che cerca di superare se stesso, di oltrepassare i suoi limiti eccetera eccetera*. Sarebbe tutto molto bello.
Ma oggi che senso ha comprare un giornale che parla (a lungo, troppo a lungo!) di drogati di professione? Perché farsi deliberatamente prendere per il naso leggendo di campagne acquisti, partite o ingaggi che a te non ti cambiano di certo la vita? Perchéééé?
Ammetto. Anch'io sono stato un piccolo tifoso. Ma dopo uno cresce e cerca favole diverse.
Magari sulla terra c'è una Vita Vera di cui sarebbe bene interessarsi, esiste una Realtà che non è il numero degli zeri del conto in banca di uno che non ti telefonerà mai per consolarti il giorno che ti va storta una cosa. Quindi perché preoccuparsi di lui?

* Certo, ad essere completamente obiettivi, per quanto riguarda la competizione sportiva in sé, bisogna riconoscere che, dal momento che tutti si drogano, la situazione è riequilibrata; magari su un altro piano, però riequilibrata.
Sarebbe più corretta una gara a chi si droga meglio. Almeno regolamentiamola dico io!


Infine un appello a tutti quelli che oggi hanno comprato o letto “La Gazzetta dello Sport”: SMETTI ORA, SUBITO, QUEL VIRUS ROSA TI AVVELENA IL CERVELLO!
RISPARMIA QUELL'EURO GIORNALIERO E A FINE SETTIMANA COMPRATI UN LIBRO!
NON ASPETTARE DOMANI, POTREBBE ESSERE TARDI!!!

Niente accade per caso





Odio sentirmi dire: "Cosa fai in questo periodo?" come è successo durante tutta l'ultima, settimana perchè è circa un milione di anni che non vedi gli amici. Vorrei poter chiedere subito: "Hai qualcosa di esaltante da dirmi? Hai scoperto qualcosa della Vita? Sei felice?"


In un sms si può costruire una sequenza di massimo 32 caratteri digitando a caso (almeno sul mio cellulare, ho fatto la prova).

E' stupendo sentir fischiettare la commessa della libreria.

Amore disattento

Sei il mio Amore
dolce
distante
disattento.

Ho cercato di farci guidare
dalla forza più semplice dell'Animale
attaccato all'idea di un bell'amore
pieno di Vita e di Bellezza
come te.

Ma è arrivata
alla fine
la Fine.

Suoni naturali


Agli albori della musica elettronica alcuni studi di registrazione tedeschi dichiararono di essere riusciti a ricreare perfettamente tutti i suoni emessi dagli strumenti naturali, per di più migliorandoli. I musicisti tentarono le prime composizioni e le prime esecuzioni sfruttandoli.
Si accorsero presto che quei suoni creati in laboratorio erano tutti caratterizzati da una sorta di uniforme sterilità. Analizzarono, allora, i suoni prodotti da clarinetti, flauti, violini in carne e ossa e notarono che ogni nota conteneva una dose molto elevata di puro rumore: lo sfregamento dell'archetto o un misto di respirazione e rumore dell'aria nel legno.
Per un purista quello era soltanto un suono sporco, ma i compositori si sentirono di dover creare uno sporco sintetico per rendere più vitali le loro composizioni.

Pensai

Salii sul treno e mi sedetti come avevo fatto quella stessa mattina, vicino al finestrino, per guardare fuori il sole che ora si preparava a nascondersi ai nostri occhi: quanto poteva essere dura la vita sulla terra?
Ogni età pensai ha i suoi dolori, i suoi pensieri, le sue preoccupazioni: tutte ugualmente difficili da sopportare e superare; un adulto può ridere dei problemi di un bambino, ma per il bambino il problema anche se piccolo è la realtà, e vivere dentro un problema non è bello, mai. Ricòrdatelo la prossima volta che qualcosa ti affligge, nessun problema è più semplice da superare di altri, anche se ciò può sembrare nella memoria; né da piccoli né da grandi ci troviamo di fronte a problemi semplici: sembra che crescano insieme a noi.
Il treno cominciò a rallentare e sferragliò frenando alla mia stazione; scesi meccanicamente, andando a riprendere la bici; pedalai lentamente verso casa, al contrario di come avevo fatto al mattino, ora guardavo le cose attorno come fossero diverse: il velo del mio eterno amore era svanito; qualcosa si muoveva dentro e mi spingeva a desiderare di cambiare.

(Maggio 2001)

Photo Credit: Pensiero via Compfight cc

Selezione CortoCittà

Flabby Face - Cinema&Teatro
Circolo Culturale Lumiere
Comune di Codroipo

Presentano

Selezione CortoCittà
Una serata per rivedere alcuni dei cortometraggi più belli presentati nelle prime quattro edizioni della Rassegna Indipendente CortoCittà

Codroipo (Ud)
Giardino della Biblioteca "don G. Pressacco"
Venerdì 3 Agosto 2007
ore 21.00

Ok, oggi deliriamo!

Perchè l'uomo è sulla terra? Realmente perchè? Cosa spinge la gente ad alzarsi ogni mattina? Andare a lavorare, risponderanno i più. Ma realmente per cosa è fatto l'uomo? Lavorare e basta? Rirpodursi e basta?
L'uomo ha un compito?
Forse la terra è la punizione.

Photo Credit: Carson Hart via Compfight cc