L'ultimo varietà

Mi prenda in giro chi vuole, ma a me piaceva tanto il varietà. La mia generazione è stata forse l'ultima che ne ha potuto godere (probabilmente non se n'è resa conto). Il varietà: quello vero. Quello in cui capisci subito che dietro c'è un'idea forte, sensata; che per farlo c'è voluto del lavoro duro, perchè tutto è curato fin nel particolare. E non sono serviti venti autori incapaci che in un quarto d'ora hanno scritto quattro ore di un'assurda minestrina allungata.
Oggi l'unico supersiste di questo genere (ahimè, bisogna ammetterlo!) ce lo offre la televisione commerciale (che con la sua distorta concorrenza al ribasso nella caccia degli ascolti, è la sicura causa della sua stessa scomparsa): la Corrida! (una volta, purtroppo, di Corrado)
Dite quello che vi pare, ma non esiste un programma che gli stia alla pari. Orchestra dal vivo, corpo di ballo, tutto in diretta, dieci concorrenti per dieci esibizioni, le telefonate da casa. Certo, non mancano gli elementi trash e scadenti. Ma si tratta di elementi comunque funzionali allo spirito stesso del programma. L'idea è proprio quella del dilettantismo sfrenato, sin dal sottotilo (dilettanti allo sbaraglio). Ma si tratta di un'idea forte, alla quale non serve sovrapporre nessuna patinatura allettante. E' vincente in sé, sempre fresca, genuina. Opposta all'artificiosità dei vari reality.
Chi va alla Corrida non vuole diventare scioccamente famoso; la partecipazione non è vissuta come la porta per il successo, perchè non può, ne vuole, esserlo. Alla Corrida ci va innanzitutto chi è convinto di saper fare qualcosa, chi vuol dire qualcosa di sé in un momento a tante persone (magari dopo una vita di fatiche), chi vuole togliersi la soddisfazione sacrosanta di esserci stato, perchè era il suo sogno da sempre. O ci trovi il matto del paese; che comunque è sempre bello vederne qualcuno vero oggi che ce ne sono troppi finti. Tutti veri, belli, con le rughe.
Forse ora sono diventato come quei critici di sinistra che osannano le commediole scollacciate degli anni '70, ma nella Corrida rivedo molto più l'Italia, di quanto riesca a farlo in tutti gli altri programmi; fatta di gente semplice, sulla quale si può contare, magari stonata, ma che ci crede. A volte ci fa bene ricordarci che siamo così per uscire dai problemi che ci creaimo da soli.

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