L'altalena

Il bambino si ritrovò in aria tutto in un momento. Era troppo per uno come lui, non c'era abituato e questo lo destabilizzò non poco. Ce ne volle a recuperare una parvenza d'equilibrio. Una fatica. Poi, quando sembrava essere andato tutto al suo posto, il ruzzolone. Una caduta terribile a ripensarla oggi. In un momento tante certezze conquistate infrante solo da una scelta egoistica. Altrui. Di chi si era fidato? Risate degli astanti. Profondo dolore. Ma anche desiderio di non perdere tutto quello per cui aveva lottato. La fortuna premia chi sa meditare e chi sa aspettare. Un bambino sa fare bene entrambe le cose quando davvero vuole. E così aveva imparato a fidarsi ancora, a farsi spingere sempre più in alto, a sopportare la luce del sole dritta negli occhi, a splendere con essa. Quell'attimo era forse durato ancor meno di quello prima ed era arrivata rovinosa un'altra caduta. Avrebbe fatto desistere chiunque. Il mondo – dopotutto – è pieno di giochi, c'è solo da sceglierne un altro. Ma quel bambino sapeva che doveva esistere qualcuno di cui fidarsi, c'era solo da aspettarlo.

Le storie del Conilietto - Episodio 7 - La settimana bianca

Erano ormai gli ultimi giorni del freddo del più freddo dell'inverno e il nostro beneamato Conilietto infilava nella stufa le ultime copielle della sua collezione di riviste porno per riscaldarsi la sua codina intirizzita. Era indaffarato in questo compito vitale quando percepì la vibrazioncina del suo telefonino cellulare. Dopo averlo estratto dal suo deretanino e dopo averlo parzialmente ripulito, lo avvicinò al suo aguzzo orecchiello e rispose; che gran sorpresa fu scoprire che era il suo amichetto di vecchia data: il Camoscio Floscio! Egli abitava in altissima montagna e lo aveva chiamato per invitarlo qualche giorno nella sua casetta, un bel cottage col tettucio rosso, per approfittare delle pistelle da sci splendidamente innevate di quella fine di stagione. Il Conilietto, ben felice di scroccare una vacanza, non se lo fece ripetere; frugò nel suo armadio per recuperare gli sci appartenuti a suo padre il Conigliotto, che aveva per anni affascinato le platee di tutto il mondo con la sua “discesa travolgente” (nel senso che si doveva travolgere più persone possibili lungo il percorso).
Partì così baldanzoso per i monti. Furono giornate memorabili fra disceselle omicide ad occhi chiusi in slittino e lotte a palle di ghiaccio pressato inteminabili. Che li condussero in più occasioni in visita alla locale stazioncella della Croce Rossa. Una volta – che risate crasse – fecero anche un pupazzettino di neve che chiamarono Freeserino (ne fecero gustose granite che rivendettero per pochi spiccioli). Che pazze giornatelle ricche di divertimento e lunghi aneddoti da raccontare nei loro processini in corso!
Era ormai l'ultima giornatina di permanenza in montagna. Il Conilietto si apprestava all'ultima discesina con il suo impeccabile stile a superscodinzolino. E swimm e swamm, e swimm e swamm, arrivò all'incrocio con un'altra pistina e – dal momento che come tutti ricordiamo è molto ma molto prudente – si fermò per il rispetto della predecenzina; guardò prima a destra e poi a sinistra per sincerarsi che non sopraggiungesse nessuno. La pistella era sgombra. Il Conilietto diede un colpino di reni per riprendere velocità ma proprio in quel momento sai chi passava? Esatto!! La motoslittina delle nevi, che appena uscita dall'affilature delle laminine travolse il Conilietto seghettandolo in strissioline finissime e sprizzando il suo sangue sulle bandierine dello slalom gigante. Allora arrivarono, sai chi? La Moffettina (con i guantini di moffettina contro il freddo), il Ricetto, la Salamandrina e il Pittone che gli dissero a quello della Motoslittina: “Furfante, brigante, 'ssasino!”

Ambizione

Cerchiamo un'opera d'arte
che sia la realtà viva
figliata da momenti
sovrapposti uno all'altro
che lascino scoperti
i bordi sfilacciati.

Andare oltre la realtà
parlare del reale
in contemporanei
stadi compositivi
condensati e grezzi
formiche di poesia.

Strappate a forza dal vento
schiacciate e ripiegate
per parlare dell'oltre
per parlare di tutto
parlare di niente in
opere d'arte inutili.

Photo Credit: xelo garrigós via Compfight cc

Progetti di opere future

Quando sembra che tutto crolli, quando si sta chiudendo l'ultimo spiraglio di luce, è quello il momento in cui rovesciare tutto gambe all'aria e ripartire. Non c'è momento migliore.
Così è stato anche stavolta.
Ed ora conto i progetti di opere future. E rido.
Elaborare la mia Teoria Filosofica (ognuno dovrebbe averne una, specialmente per quando ti viene un languorino). Scrivere dieci racconti che sappiano di passato e di sacralità. Finire per sempre l'articolo. Scriverne un altro subito. Scrivere una Storia di suoni e gesti per me. Fissare date una dietro l'altra e rafforzare il gruppo. Esercitarmi cun la lenghe e doprale ancje par scrivi. Scrivere un Epos di Pace ed essere il bambino. Completare le regole generali. Ora! Studiare. Studiare la mia voce e il mio corpo. Andare a correre. Leggere tutto quello che non so.
Ricominciare da capo, da dove non v'è certezza.
Poi felice mi riposerò.

Ricordare per imparare

Oggi ricordo due persone:

il maresciallo Giovanni Pezzulo, ucciso a Kabul da un attentato terroristico, in quella che tutti i nostri politici continuano ad affermare "è solo una missione umanitaria". (Una pronta guarigione anche al maresciallo Mercuri).
Unanime il cordoglio della classe politica che lo ha mandato a morire.
Sarebbe ora di finirla con la guerra.

E poi ricordo Michele Greco, il papa della Mafia. Uno che ha continuato a ripetere tutta la vita che lui, la parola Mafia, non sapeva neanche che cosa significasse.
Anche per lui penso partiranno messaggi di cordoglio da varie cariche dello stato.
Ma questo non lo sapremo mai.

http://www.youtube.com/watch?v=UUuSPBSC9Z0

guardatelo tanto per rabbrividire e farvi un'idea di quanto fosse estraneo all'ambiente mafioso, uno che augura "la pace" a tutti.

Canto di un eroe tragico

Vivo sono già morto come penso
Tutto è ormai già avvenuto
Ma proseguo a fare il mio cammino
Disubbidendo ai vostri ordini

Ripetizione di gesti e parole
Sono solo suono di parole
Non è possibile liberarsi
Del senso tragico della vita

Voglio lanciarmi
Voglio cadere

In questo consiste la libertà
Uno stretto spiraglio
Fra il poter soccombere e il combattere
Prima di poter soccombere

Vittorioso mi vedrete sconfitto
S'allargherà il sorriso
Per cosa giocate voi dei pazzi
Senza aver nulla da perdere

Posso fare tutto
Ciò che posso fare

Un volto dipinto nell'acqua


Gli opposti si attraggono ancora


Se quello che penso sei solo tu
Se spero solo in un futuro ricordo

Un volto dipinto nell'acqua
Si direbbe tanto è delicato

Gli opposti si respingono ancora

Gli integralisti peggiori sono sempre le pecorelle smarrite

Una volta punk ora rasati rasati dai visi emaciati
Dovreste accumulare le vostre conversioni
In un album come tante belle figurine
Miei cari integralisti dell'ultim'ora
Vi siete fatti le vostre vite ed ora ciechi
Vorreste convincermi della vostra
Nuova Verità ostentata in bella mostra
E che sì ne avete viste tante
Ma il viaggio più bello è sempre dentro se stessi
Di esperienze se ne possono fare
Ma si deve sempre tornare a casa
Molto comodo essersi sfatti di viaggi
Ma col ricordo perenne della nonna orante
Ed ora tornare predicando d'esser tutti santi
Mi fate un po' ridere e un po' pensare
E mi resta il dubbio perchè non so cosa sia peggio
Se guardarvi o starvi ad ascoltare

M'interessano solo i tuoi baci

M'interessano solo i tuoi baci
è tutto ciò di cui ho bisogno.
Ma non pensare sia poco perché
cos'altro ho mai desiderato tanto?