224# Respirare

«Sai che respiri, davvero molto bene? – disse lei – non ho mai visto nessuno respirare così bene». Lui quasi non riusciva a crederci: l'aveva notato! Nessuno l'aveva mai fatto prima e fu anche per questo che iniziò ad amarla in quello stesso istante.

Il ben dal Baldùs

Nell'immagine qui sopra è già riassunto tutto quello che val la pena sapere. Si tratta di una storia a cui tengo e che è arrivato il momento di far riemergere. E' il primo passo di questo racconto.
Per chi è incuriosito, ci vediamo domenica a Jutizzo.

223# Pack

Durante una spedizione fra i ghiacci polari io e la mia ragazza ci ritrovammo nel bel mezzo dello scioglimento del pack, un'esperienza che non auguro a nessuno, poiché mina alla base il rapporto di coppia! Eravamo finiti su due diversi pezzi di banchisa galleggiante che subito avevano iniziato ad allontanarsi. Ero in preda al panico: rischiavamo di perderci di vista e sarebbe stato impossibile comunicare. Già ci sentivamo a stento, così iniziai ad urlare sempre più forte verso di lei. «Non urlare così, penseranno che tu mi stia sgridando!» mi rispose. Effettivamente un pinguino ci guardava molto imbarazzato.

222# Esplosione

Teoria e Pratica erano convinti di potersi riconciliare. Si erano frequentati, si erano piaciuti e nei primi tempi tutto andava alla grande. Ma in maniera impercettibile ed irreparabile, con una lentezza che non gli aveva lasciato il tempo di allontanarsi a sufficienza per non essere sfregiati dalle schegge del sogno infranto, c'era stata l'esplosione. Pratica s'era svegliato una mattina senza avere più il tempo e la voglia di leggere il libretto delle istruzioni con Teoria. Aveva preferito smontare il tostapane e scoprire da solo com'è che funzionava (poi avrebbe messo su una ditta di riparazioni, diceva). Teoria gli aveva spiegato che forse voleva solo sentire il peso del reale attorno, attraverso quel gesto. Proprio allora il tostapane era esploso.

221# Sciocchino

«Credevi davvero che ti avrei abbandonato?» mi disse guardandomi coi suoi dolcissimi, dolcissimi occhi blu. «Beh, sinceramente il fatto che tu mi abbia lasciato dieci anni fa dopo avermi ripetutamente tradito, facendomi passare per cattivo e sperperando il mio conto in banca in un viaggio intorno al mondo durato fino ad oggi, mi aveva un po' impensierito...» le risposi. «E invece sono di nuovo qui con te» disse lei con un sorrisone. «Già, sei di nuovo qui con me» risposi e tutto il male che mi aveva fatto era già sparito e avevo ricominciato a sognare di noi. «Che tenero sciocchino che sei» mi disse ridendo.

220# Capanna

Il primo porcellino costruì una casetta di paglia. Un giorno un grosso lupo cattivo si trovò a passare di lì: «Aprimi la porta!» disse bussando con violenza alla casetta. «Mai, vai via lupaccio!» disse il primo porcellino terrorizzato. «Io sono qui per mangiarti e ti mangerò!» rispose il lupo con una lugubre risata, e iniziò a soffiare tanto forte da far tremare tutta la casetta. Soffiò, soffiò e risoffiò finché la casetta non volò via. Il primo porcellino disperato tentò di scappare ma il lupo lo afferrò dicendo: «E adesso ti mangio!» Lupo e porcellino si guardarono. Si guardarono a lungo. Il lupo non aveva mai visto un porcellino così bello, tanto meno il porcellino un lupo così forte, prestante e atletico. Ricostruirono insieme la casetta di paglia e lì decisero di abitare. Due cuori e una capanna.

Nel silenzio del Sabato Santo

[...] Che Gesù sia realmente morto, proprio perché egli divenne realmente uomo come noi figli di Adamo, [...] questo è il primo aspetto sul quale val la pena di riflettere. Come nella vita egli fu solidale con i viventi, altrettanto lo fu nel sepolcro con i morti [...].
[... Ma] Non è la discesa verso i morti che è qui importante; essa viene presupposta come evidente e coincide con qualsiasi morte autentica, ma il ritorno dai morti. Dio non ha lasciato (o 'abbandonato') Gesù nell'Ade e non ha permesso che il suo giusto vedesse la corruzione.
[...] L'essere del Radentore con i morti, o meglio con quella morte che per prima cosa fa che i morti siano realmente tali, è l'ultima conseguenza della missione redentiva ricevuta dal Padre. È quindi un essere nell'obbedienza estrema: [...]. [...] se egli manda il Figlio nel mondo per salvarlo invece di giudicarlo e a lui rimette tutto il giudizio, allora deve introdurlo, in quando incarnato, anche nell'inferno (come suprema conseguenza della libertà umana). Il Figlio però può essere effettivamente nell'inferno solo come morto, il sabato santo.
[...] Certo questo è soprattutto un evento salvifico: l'estensione del frutto della croce all'abisso della perdizione mortale [...]: ormai la salvezza è offerta a tutti, cosicchè i morti, corrispondentemente alla possibilità dell'uomo di prendere una decisione a favore o contro la rivelazione di Dio in Cristo e sotto l'influsso dell'orientamento fondamentale del desiderio dell'anima mantenuto durante la vita, possono ormai prendere la loro decisione, e invero sia i morti prima che quelli dopo la venuta di Cristo. [...] il descensus diventa il rivolgimento dialettico della sconfitta in vittoria [...].

Il cammino verso i morti
da "Teologia dei tre giorni" di Hans Urs Von Balthasar

219# Battiti

«Battiti» diceva il cuore con i suoi battiti. «Non lasciartela portare via! Conquistala come farebbe un cavaliere medioevale: lancia in resta e alla carica!» diceva. Il problema stava nel fatto che lei era forte e bella come un esercito schierato a battaglia e il riflesso del sole sugli scudi era la luce dei suoi occhi. Un po' faceva paura. Al corso ufficiali gli avevano insegnato tante cose, ma non a fronteggiare una ragazza così.

218# Ricetta

Aveva montato gli albumi a neve e a parte sbattuto i tuorli con lo zucchero. Aveva aggiunto le uova e il burro ammorbidito, versato un bicchiere di latte e mescolato fino a quando l’impasto era diventato liscio e omogeneo. Si era ricoperta di mele e distesa in una tortiera imburrata, ma lui non le aveva chiesto un'altra fetta. No, non era quella la ricetta dell'amore.

217# Orientamento

Avevo una bussola, il navigatore satellitare, l'atlante, un sestante, un mappamondo, diverse carte geografiche, alcune mappe del tesoro, tre stradari, una pixidis nautica, googlemaps e il senso dell'orientamento, ma li ho buttati via. Mi basta lei per non sentirmi perso.

216# Probabilità

Non ci sperava molto quando aveva comprato il biglietto, però – dopo averci pensato un po' – aveva concluso che chi non gioca non vince e così l'aveva acquistato. Il primo premio in palio era la fidanzata dei tuoi sogni. Quante probabilità c'erano di vincere? Sicuramente pochissime, chissà quanti biglietti erano stati venduti! Così tornato a casa aveva appoggiato il biglietto sulla credenza, senza badarci più. Quando, sul giornale, lesse il suo fra i numeri estratti ebbe un'unica reazione: «E adesso dove la metto?»

215# Canzoncina

Com'è che faceva? Non se lo ricordava. Non si ricordava nemmeno quando avesse cominciato, cioè con quale canzoncina pop avesse iniziato ad associare la musica ai suoi fidanzati. Forse l'aveva sempre fatto: seguendo la moda, seguendo un motivetto musicale che raccontasse alla perfezione quello che stava vivendo. Canzonette. Poi le mode cambiavano, cambiava anche lei, cambiavano anche i fidanzati.

214# Impegni

«Sei intelligente, ma allora perché non ti impegni?» diceva sempre la mia maestra di terza elementare. «Dici che mi ami, ma allora perché non ti impegni?» diceva sempre la mia fidanzata. È che ho sempre preferito il tempo libero, agli impegni.

213# Dieci

Ieri la mia fidanzata mi ha letteralmente sorpreso: «Dimmi dieci buoni motivi per i quali mi ami!» mi ha detto. Fino al quinto andava tutto bene; al settimo mi ha lasciato.

212# Distante

Mi lasciò al telefono. Se nell'ultimo periodo eravamo stati distanti, ora ci separavamo meno di 100 km. Però ci sentivamo comunque al telefono. «Potremmo anche vivere nella stessa città, vicini di casa o addirittura nella stessa casa, ma comunque sarò presto solo uno dei tuoi ricordi sbiaditi, un amore pallido di qualche mese fa» mi diceva. «Non è vero! Non è vero! – protestavo – Tu vuoi confondere la distanza nel tempo con quella nello spazio!» Eppure non fu un trauma, tutto questo, la separazione, dico. O forse lo dico solo ora che tutto è così distante.

211# Paracadute

Quando l'aereo sul quale io e la mia ragazza viaggiavamo iniziò a precipitare, ci mettemmo a cercare freneticamente dei paracadute: ne riuscimmo a trovare uno solo. Mentre lo indossavo, la guardai negli occhi e le dissi dolcemente: «Dopotutto, amore mio, ti ho sempre detto che sei uno schianto.»