Non chiamiamolo calcio


Ieri, l'avrete sentito e forse visto, è morto in campo il calciatore Piermario Morosini. E' chiaro che si tratta di una tragedia. Ed è altrettanto chiaro che la Figc ha fatto benissimo a sospendere tutti i campionati.
Ebbene, io ho sentito con queste orecchie più di una persona affermare che "Vabbè, ma dopotutto cosa hanno fermato le partite a fare, cosa cambia? Potevano giocare lo stesso, no?". Sui blog leggo le affermazioni di alcuni tifosi convinti che  dopotutto anche Morosini stesso avrebbe voluto che lo spettacolo andasse avanti ("the show must go on"), visto che lui il calcio lo amava tanto. Ma lui amava il calcio, che è uno sport; uno sport che come tutti gli sport insegna per prima cosa il rispetto, il sacrificio, il lavoro duro.
Sono convinto che il rispetto comprenda anche il fatto di fermarsi di fronte alla morte. Magari riflettere (ma non voglio chiedere troppo).
E' evidente che ormai per il calcio non si può più parlare di sport. E' tutto un grande spettacolo dove a contare sono solo i soldi: chiamiamolo con un altro nome; anzi, vi propongo di inventarlo, a me viene solamente "solcio" (soldi+calcio) (anche se la bruttezza del suono fa pensare a qualcosa di veramente orribile, come il calcio attuale).
Che il calcio sia finito sono gli stessi tifosi ad affermarlo con le loro parole e le loro azioni; magari quelli che comprano fissi, ogni giorno, la Gazzetta dello Sport, il giornale più inutile che esista.
Ma che ve ne frega di vedere ragazzotti strapagati che fingono di giocare uno sport per compiacere sponsor, società, reti televisive che ogni anno si spartiscono montagne di milioni di euro alla faccia vostra?
Ma non vi sono bastati gli scandali doping, partite truccate, gli sponsor che impongono la presenza di determinati giocatori in campo, il calcioscommesse?
Lo ammetto: anch'io sono stato tifoso, ma ho smesso a 15 anni, all'epoca dello scandalo del doping e di Zeman (ma Zeman non è uno scandalo, sia chiaro); se fino ad allora si è fatto finta di niente, almeno dal '98 è evidente che questo "calcio", il nostro sport nazionale, sport non lo è più; è una grande finzione e tutti quelli che ci credono sono degli allocchi (e in fondo al cuor sanno anche di esserlo).
Lasciate perdere questo calcio, ritorniamo alla cara e vecchia disfida "scapoli-ammogliati", alle porta fatta con le cartelle, alla partitelle all'oratorio (per i pigri basterà il calciobalilla), alle domeniche passate al parco.

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