Discorsetti dalla provincia

Cosa significa essere ritornato in provincia? Cosa significa che ci sto così bene? Cosa significa il non riuscire a correggere i propri errori in almeno sedici anni di vita? (Fa impressione detto così, ma forse aiuta). Ci dovrò ritornare su pian piano, un po' alla volta, mentre inizio a scrivere queste pagine, mentre proseguo a viverle.
Non me ne frega niente del maledettismo, non voglio rimanere intrappolato nei "complessi", nel parlare di me e i campi solitari che non esistono neanche più; c'è già troppa gente che parla di sé (tutti parlano di sé). Questa provincia ha bisogno di qualcos'altro! Quindi: a) evitare come la peste la vena di narcisismo che affligge ognuno di noi; b) gli atteggiamenti da eterno battuto, perdente incompreso, che tentano di continuo, che sono così comodi, rassicuranti. Offrono la personale certezza di non essere capiti da nessuno ed essere per questo meglio di chiunque. No, non mi interessa.
Cosa deve fare la letteratura? Resta così poco da fare. Occupare il tempo, evitare di essere retorici, nominare le cose. Trattare: il meraviglioso, l'assurdo, il reale solo quando si presenta sotto aspetti del tutto irreali. Ecco, così forse si potrà anche parlare della società contemporanea, nominarne l'amoralità, la mancanza di valori, l'asocialità imperante senza risultare terribilmente noiosi. (Che poi questo incida nella realtà stessa è compito di chi legge).

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