Tetris


Ogni tanto mi piace giocare a Tetris online. Nella sua semplicità è un gioco geniale, penso che su questo non ci sia alcun dubbio. Ultimamente ci gioco per scaricare tutti i pensieri, quasi come fosse una  meditazione. Accade molto facilmente perché - come in ogni buon gioco - giocando non puoi essere altrove che lì: nel gioco, appunto. E questo spegne tutto il resto per il tempo di una partita (di buono c'è che non è un gioco d'azzardo, certo). Tetris, a mio parere, ha il pregio di rendere possibile ciò che nella realtà non lo è quasi mai (a parte, per alcuni, il momento di fare le valigie e caricarle in auto), cioè "mettere ordine", non sprecare spazio. Ma neanche qui è facile. Le differenti possibilità di incastro dei sette pezzi base, sono una parabola di tutte le possibilità astruse che ci offre la vita, i pezzi giusti arrivano sempre al momento sbagliato, l'unica strategia possibile è combinare insieme i pezzi che ci arrivano (non possiamo sceglierli), al massimo possiamo arginare i problemi, preparare le cose in attesa del pezzo giusto. Quando arriva quello fai una strage di punti. E non è finita qui: ogni dieci linee completate il gioco si complica. I pezzi scendono più veloci e la pressione del gioco sale.
Non sono mai andato oltre il livello 12.

Quest'idea del Tetris come una parobala della vita ce l'ho in testa da un po'. Ne sono affascinato. Allora qualche giorno fa ho provato a cercare in rete testimonianze che confortassero questa mia idea, e mi sono imbattuto nell'opera di un artista decisamente eccentrico: Rutherford Chang.
Chang è detentore del secondo miglior punteggio di tutti i tempi a Tetris. Ha fatto diventare le 1555 partite giocate per arrivare a stabilire il record una vera e propria opera d'arte, interamente visibile su youtube e parallelamente anche una riflessione su ciò che Tetris può significare.

The Guardian gli ha dedicato un articolo all'inizio di gennaio, che approfondisce proprio questo discorso, riallacciandosi anche a due opere precedenti di Chang: "We Buy White Albums" (a cui DoppioZero ha dedicato un approfondimento in italiano) e "Alphabetized Newspaper".
In "Alphabetized Newspaper" riedita in ordine alfabetico articoli e brani di giornale, facendo balzare così subito all'occhio l'utilizzo ripetitivo e ossessivo di una determinata terminologia in relazione a una stessa determinata notizia. "We Buy White Albums" è invece un ambizioso progetto di "collezione" della prima edizione originale del White Album dei Beatles: Chang acquista i dischi più rovinati, più segnati dal tempo e dai loro proprietari, alla ricerca di quell'azione propria dell'arte che ha trasformato la tela bianca della copertina, in uno spazio di espressione, di dialogo con il disco stesso, di affermazione della personalità del proprietario di ogni copia.

Ma ritornando a Tetris, nell'opera "Game Boy Tetris" Chang vi ha fatto entrare una riflessione che aderisce profondamente al contesto sociale ed economico della nostra epoca.
Chang ritiene che la sua opera [e il gioco stesso] rifletta il contesto di lavoro moderno, in cui "ci si aspetta che un compito specifico venga ripetuto più e più volte" e "che ognuno sia il numero uno nel proprio campo". Chang pone l'attenzione su quest'assurda competizione, che per molti è l'unico parametro di successo. (...) "È così che ci fa lavorare il capitalismo, chiedendoci di raggiungere sempre un obiettivo più degli altri, - dice - è un processo senza fine e funziona così per tutti. Puoi fare una gran partita e il tuo punteggio può essere comunque modesto. Oppure puoi perdere per un errore minuscolo. È un gioco brutale."
Io mi chiedo, è possibile giocare solo alla vita e non al gioco del capitalismo?

Photo Credit: 8bitArtist via Compfight cc 

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