Un giorno tutto questo sarà tuo


Non mi ha mai convinto il luogo comune che dice che i giovani di una volta erano più educati e rispettosi dei giovani di oggi, non credo proprio che sia vero. A mio parere è semplicemente vero che ora è raro che l'educazione arrivi in maniera coordinata ed equilibrata in tutti gli ambiti in cui i giovani si muovono: famiglia, ambienti ricreativi e sportivi, luoghi di ritrovo e svago nel tempo libero, scuola. Capita che o tutto sia permesso sempre, o tutto sempre proibito; o ancora non ci sia nessun tipo di regolamentazione, nessun "suggerimento" per aiutare un bambino-ragazzo a capire cosa è opportuno fare in ciascuno degli ambienti in cui si trova a vivere. E' così che succede sempre più spesso che la maleducazione passi dall'ambiente di casa (dove ognuno è libero di educare i propri figli come vuole) all'ambiente sociale (pubblico) senza che ciò generi preoccupazione nei genitori, né tantomeno nei giovani. Inoltre è vero, a mio parere, che veniamo da circa trent'anni di martellamento ideologico sulla scarsa importanza delle regole, a favore delle idee legate ai valori del pensiero edonista del capitalismo.
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Questa premessa perché venerdì andando verso Venezia (Regionale delle 15.18 da Udine a Venezia S.L.) ho assistito ad uno di quei quadretti che solo le Trenitalia è in grado di regalare.
I protagonisti:
LA NONNA: una signora per niente vecchia anche se nonna, al massimo aveva 65 anni, ma dico massimo massimo, eh! Immersa nella lettura del suo "TOP QUALCOSA", rivista gossippara con il faccione di una Michelle Hunziker ridanciana in copertina (all'interno grandi scoop sui suoi ultimi diciotto amori, credo...).
ALEX: bambino di 8 anni, dapprima impegnato in complicate evoluzioni sul suo posto a sedere che mi hanno ricordato il modo di spostarsi dei piccoli di scimpanzè, poi impegnato ad allargare il suo raggio d'azione a tutto il vagone, spostandosi fra i gruppi di sedili e fermandosi a mitragliare di domande alcune studentesse scelte a caso.

Scena I
Alex fischietta per circa 10 minuti. La nonna ripete ogni circa 20 secondi la frase "Alex, smettila!". Alex continua imperterrito, la nonna non si alza, non lo richiama in altro modo. Nessuno dice nulla (io mi trattengo per non sembrare intollerante o maleducato).

Scena II
Alex intervista per almeno un quarto d'ora a volume altissimo (cosicché tutti gli inquilini della carrozza possano beneficiare della sua innata simpatia, immagino) una ragazza che dichiara di studiare antropologia (il comportamento degli uomini, spiega al bimbo Alex, il quale ribatte "E perché non delle donne?" Sagace.)

Scena III
Subito seguente alla scena II. Qui vale la pena di riportare le frasi esatte.
LA NONNA: Alex smettila di dare fastidio!
ALEX: Nonna, l'unica che dà fastidio qui sei tu!

Ora ci si aspetterebbe una qualche reazione, dalla nonna, da un qualsiasi viaggiato del treno, da me. Invece la se la ride, si guarda un po' attorno, incontra lo sguardo divertito di una ragazza seduta poco distante e continua a leggere il suo giornale di pettegolezzi...

Perché un bambino non dovrebbe rispettare sua nonna? Perché non dovrebbe capire quando è il caso di smetterla? Perché non dovremmo spiegargli che il suo non è affatto un atteggiamento simpatico quanto crede? Perché dovremmo lasciargli credere che questo spontaneismo va bene, è sano e gli gioverà tanto in futuro? Eh, perché? Perché? Non rispondete, eh?

1 commento:

davide scaini ha detto...

trenitalia è la mia unica fonte di relazione con la realtà ormai...