Citati Brown Coelho e Faletti: polemiche


Oggi, entrerò nel caldo del dibattito culturale, visto che si parla di forma e sostanza e sono cose che mi piacciono e mi interessano.

Pietro Citati (che non è proprio un pirla qualsiasi) ieri, in un articolo sul Corriere della Sera, si scaglia contro i bestseller (in particolare facendo i nomi di Dan Brown, Paulo Coelho e Giorgio Faletti) rei di abbassare i livelli letterari di stile e qualità (immagini, trame). Per Citati meglio non leggere affatto che leggere simile spazzatura.

A parte che trovo sia meglio leggere spazzatura che non leggere affatto (almeno si spegnerà la televisione, speriamo), a parte che non capisco perché un autore che vende tanto dovrebbe essere automaticamente etichettato come colpevole dell'abbassamento del gusto o della qualità letteraria, a parte che Citati scorda di fare il nome di Fabio Volo, lui sì vero flagello dell'editoria italiana, a parte che la risposta di Faletti è arrivata a stretto giro già in serata e dall'avamposto televisivo di Vanity Fair della Bignardi (insomma, pubblicità un po' per tutti), a parte tutto le critiche andrebbero sempre puntualizzate. E invece Citati è generico.

A mio parere, nel trio sopracitato, l'unico che difetti di qualità nei contenuti, nel meccanismo drammatico e nello stile (però le traduzioni in questo caso contano) è Coelho; con buona pace di Citati Brown e Faletti sanno cos'è la suspence e sanno tenerti incollato al libro alla ricerca della soluzione al mistero fino alle ultime pagine (si potrà discettare sul loro stile, ma è uno stile da bestseller appunto, fatto per parlare a tanti). Perché vendere tanto dovrebbe essere un demerito? (Chi scrive per essere letto solo da 25 persone, eccettuato Manzoni?).

Non si condannerà invece mai abbastanza la letteratura di Coelho, superflua e saccente in maniera fastidiosa; una nuova verità da spacciare ogni sei mesi, come se solo lui sapesse il segreto significato dell'esistenza e ce lo venisse a svelare. Mi sta sulle palle solo a pensarci. Tecnica zero, profondità zero, interessi zero. (Non mi ripeto, ma un uguale discorso si può fare su Volo, salvo la minor frequenza produttiva).

Chi non vorrebbe scrivere un bestseller? La gente li compra e almeno legge qualcosa... magari, ripeto, spengono anche il televisore! E allora perchè demolirli?

Nell'illustrazione un bel libro, se volete.

2 commenti:

squisitamente ha detto...

anche qui se ne parla, e non è che la ragione stia proprio tutta dalla parte di Citati, anche se forse per Faletti paragonarsi a Mark Twain è un po' - tanto - esagerato...
http://bit.ly/falletti

Santrevi ha detto...

no, infatti. direi che esagerano entrambi: Citati nel provocare in maniera futile, Faletti nel credersi ben più di ciò che è. la letteratura "di largo consumo" è sempre esistita, forse Citati è invidioso di non rientrarvi...