Fraintesi

Anton Čechov

Siamo noi che non ci sappiamo spiegarci bene o sono gli altri a non capirci? A me viene spesso questo dubbio, perché mi rendo conto di essere spesso impreciso o, peggio, poco voglioso di spiegarmi. Spero sempre che siano gli altri a capirmi. Dobbiamo pensare ad un concorso di colpa?

Mi vengono in mente due esempi.
La prima lettura di un'opera teatrale viene fatta dal suo autore - il drammaturgo - che interpreta tutte le parti dinnanzi alla compagnia che poi dovrà metterla in scena. E' una specie di test. (Nessuno sembra badare al fatto che il peggior interprete è proprio colui che scrive le parole, a quanto pare.)
Così non dobbiamo pensare che, come racconta Stanislavskij, alla fine della prima lettura di Tre sorelle gli attori piangessero ed esclamassero "che dramma!" e "che tragedia!" per la scarsa performance di Anton Pavlovic Cechov.
Lui, tuttavia, ci rimase malissimo. Senza dire una parola si alzò e uscì dal teatro. Stanislavskij - che avrà avuto tanti difetti, ma sicuramente era molto empatico - lo rincorse fino a casa e lo trovò disperato: Checov aveva voluto scrivere un vaudeville e gli attori lo prendevano per un dramma?!
E non che la cosa cambiasse con gli anni o con altre commedie (come l'autore definì sempre Tre sorelle e Il giardino dei ciliegi - ah ah ah, sai che risate...). Anton Pavlovic non poté mai darsi pace che il Teatro dell’Arte di Mosca recitasse in chiave drammatica i suoi lavori.
In una lettera del 10 aprile 1904 ad Ol'ga Leonardovna Knipper, compagna di una vita, a proposito del Giardino dei ciliegi scriveva:
Perché sugli affissi e negli annunzi dei giornali il mio lavoro è chiamato dramma con tanta insistenza? Stanislavskij vi vede tutt’altra cosa da ciò che ho scritto, e son pronto a giurare che non ha letto nemmeno una volta con attenzione la mia commedia.
Ma d'altra parte, senza le messe in scena di Stanislavskij, Cechov avrebbe inciso nella stessa maniera nella storia del teatro? Chi ha frainteso chi?

E cos'avevano letto i giovani di tutta Europa, affetti dalla Werther-Fieber ("febbre di Werther") che erano corsi a comprare abiti e accessori per assomigliare al protagonista dell'ultimo romanzo alla moda? Volevano assomigliare a Werther? A un disadattato incapace di gestire i propri sentimenti?
Goethe aveva voluto scrivere un romanzo complesso, specchio della sua epoca così complessa, non Novella2000! Eppure aveva finito con lo scrivere anche quello. E allora, chi ha frainteso chi?

È uno sforzo infinito quello di farsi capire, perchè noi siamo e non-siamo l'altro, perché il linguaggio crea la realtà ma al contempo la modifica. È uno sforzo farsi capire, ma io ne ho voglia.

Immagine: Anton Tschechow di Scanned by User:Gabor from Bibliothek des allgemeinen und praktischen Wissens. Bd. 5 (1905), Abriß der Weltliteratur, Seite 85. Con licenza Pubblico dominio tramite Wikimedia Commons.

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