Che io ti piaccia quanto mi piaci tu


Non ci credevo, né mi fermavo a pensare
a quel che avrei fatto un attimo dopo.
Volevo fare una cosa e ne facevo un'altra,
quasi sempre l'opposta; facciamo un esempio:

ti volevo baciare e non ti baciavo,
non ti volevo baciare e ti baciavo lo stesso.
Per dire. E insomma era colpa tua
se ci cadevo sempre e sempre ogni volta.

Erano pensieri che non dicevo
infilati in qualche ghirigoro del cervello
e parole che dicevo ma non pensavo
rimaste impigliate fra i denti.

E hai notato con quanta nonchalanche
ho fatto finta di nulla mentre eri bellissima?
Ad esempio la sera che siamo andati al cinema:
quella sera eri stupenda e io non te l'ho detto,

l'ho tenuto per me e mi sembrava perfetto
quando ti ho riportata a casa seduta sul manubrio
e tu mi abbracciavi al collo per non perdere l'equilibrio.
Neanche allora te l'ho detto che era stupendo.

Ora però ti spiego il problema: il fatto è che
io non ci credevo che poteva accadere.
O pensa a tutte le volte che ti ho guardata negli occhi
senza dirti che ero lì per te e per nient'altro,

(posso dirmi fortunato, non è vero?)
pensa a tutti i momenti che tu mi hai guardato
e io non ho capito (perchè sono scemo)
ma qualcosa c'è stato lo stesso.

Che io ti piaccia quanto mi piaci tu
è possibile, dopotutto; mi ci dovrò abituare.
Dev'essere così perchè, se aspettavamo me,
non sarei così a mio agio a chiederti: Balliamo?

Photo Credit: pas.M via Compfight cc

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