Il Bell'Anatroccolo (parte 1)


Sulla sponda d'un laghetto Mamma Anatra covava le sue uova mentre l'alba andava imbiancando la volta del cielo. Sentiva che quella mattina preannunciava qualcosa di importante. Le uova si sarebbero schiuse.
Infatti, mentre il sole faceva brillare i primi raggi sullo stagno le uova cominciarono a scricchiolare e fra le crepe si affacciarono tanti piccoli becchi. Mamma Anatra aiutò i suoi piccoli a liberarsi dal guscio e li sospinse pian piano uno accanto all'altro per contemplare il frutto degli sforzi durante la cova. Erano piccoli e gialli, meno uno che era tutto grigio. Mamma Anatra si rese conto da subito che quello non poteva essere figlio suo. Non si trattava certo di un anatroccolo: quel pulcino era un cigno, che ora era piccolo e grigiastro, ma in breve sarebbe diventato una creatura meravigliosa, candida come la neve e maestosa più di ogni altro uccello che avesse mai abitato quel minuscolo stagno.
Pur non spiegandosi come aveva potuto non accorgersi di covare un uovo non suo e soprattutto come quell'uovo fosse capitato nel suo nido (era pur sempre un'anatra con un cervello d'anatra), era ben conscia di avere fra le piume una fortuna non da poco e decise di fare tutto perché al piccolo non mancasse mai nulla di ciò che gli sarebbe potuto servire per diventare un animale forte e fiero, l'animale più bello dello stagno, così che una volta grande egli potesse portare lustro e onore alla sua famiglia, anche se adottiva: proprio come Mamma Anatra aveva sempre sognato.
Ogni volta che tornava al nido con del cibo per sfamare i suoi piccoli Mamma Anatra serbava il boccone migliore per il piccolo cigno. Tutte le volte che doveva allontanarsi dal nido raccomandava ai fratellini di non infastidirlo e di lasciare sempre a lui il posto più caldo quando riposavano.
In tutte le dispute nei giochi la ragione andava a lui, che ce l'avesse o meno. Che pulcino fortunato, direte voi!
Ogni volta che tutti insieme si tuffavano nel laghetto Mamma Anatra non mancava di esaltare le doti del piccolo cigno. Nuotava meglio di tutti i suoi fratellini, che erano goffi e ridicoli di fronte a lui.
Un giorno Mamma Anatra portò la sua piccola famiglia in visita dalla sorella per presentare ai suoi piccini i loro cuginetti.
La piccola comitiva camminò faticosamente fino al laghetto e gli anatroccoli salutarono le altre anatre. Mentre i piccoli giocavano fra loro Mamma Anatra non la smetteva più di raccontare quanto fosse speciale quel piccolo cigno e quanto il suo sogno fosse quello di farne l'animale più bello e ammirato di tutto lo stagno.


Continua... se me lo chiedete almeno in cinque, in caso contrario sarò affranto e scontroso.

4 commenti:

Alemhnan ha detto...

Mi piacerebbe che continuasse!

davide scaini ha detto...

come si fa a chiederti di continuare? ...per esmepio... così?


ciao
d

babbo ha detto...

1) continua 2) continua 3) continua 4) continua 5) continua !!!!!

Anonimo ha detto...

Ahi..la cosa più difficile ora è proprio continuare..
meglio concedere fin da subito un finale; preferibile affondare a colpo sicuro. Un'attesa veemente per un finale suadente spesso presagisce fine certa! In bocca al lupo..ne hai bisogno..