68. Mostra Internazionale d'Arte Cinematografica - La Biennale di Venezia 2011 - Venerdì 2 Settembre

Stanotte ero riuscito a scrivere tutte le recenZioni e poi Blogger non me le ha salvate... così, inesplicabilmente. Allora c'ho dormito sopra. Ieri è stata una giornata piena, ho visto davvero una caterva di film.


Carnage di Roman Polanski
Non bastasse la sceneggiatura perfetta (adattata dall'altrettanto perfetta piéce teatrale "Il dio della carneficina" di Yasmina Reza). Non bastassero i quattro interpreti che fanno a gara per bravura (C. Waltz e K. Winslet, J.C. Reilly e J. Foster). Non bastasse la lezione sull'essere umano che ne viene fuori. Non bastasse la carica di satira ideologica e sociale. Non bastasse la lezione di regia di Polanski. Questo film è perfetto! Voto: 9

The Sorcerer and the White Snake di Tony Ching Siu-tung
Qui invece siamo del tutto lontani dalla perfezione. La cosa ancor più raccapricciante è che il film è nella selezione ufficiale del concorso. Non c'è una storia, non c'è un colpo di scena, tutto è già scontato da principio, senza tensione narrativa. Il regista è un famoso coreografo di combattimenti di filmoni come Hero (con cui questo non ha niente a che spartire però); è meglio se riprende a coreografare. Voto: 4

Photographic Memory di Ross McElwee
Torna il tema dell'adolescenza, in questo ibrido di fiction e documentario, che racconta il viaggio fatto da McElwee - adolescente - in Bretagna, e ripercorso oggi da lui adulto alla ricerca delle persone che aveva incontrato e amato allora e di una chiave per comprendere suo figlio, oggi anch'egli adolescente turbato. Memoria oggettiva nelle foto e nei video che lascia tracce confuse, tutte da interpretare nelle persone. Bello. Voto: 7.5

Whores' Glory di Michael Glawogger
Thailandia, India, Messico. Un viaggio documentario all'interno di tre bordelli. Non dà soluzione, una possibile speranza per queste situazioni tragiche, perché speranze non ce n'è. Però presenta temi stringenti anche per l'Occidente (che ora come ora li ha sottilmente risolti in via economica più che sociale): il corpo della donna, il sesso, il possesso, la sensualità. Voto: 7

Alpis di Yorgos Lanthimos
Lanthimos è solito trattare storie e temi ai limiti del disturbo mentale, ma qualsiasi cosa ci si possa aspettare in "Alpis" si rimane storditi comunque. La sceneggiatura è tanto solida ed efficace, quanto delirante e folle. I quattro stranissimi componenti del gruppo "Alpi" colmano il vuoto lasciato da un lutto se li chiamate, tutto sta a vedere come lo fanno. Voto: 7/8

Un été brulant di Philippe Garrel
La cosa migliore del film è Monica Bellucci... il ché è tutto dire! Una sceneggiatura infarcita di luoghi comuni su gionotti e giovanotte (la Bellucci neanche tanto, ormai) piccoli borghesi che vivono la loro vita da artisti bohemien. Ma che bisogno c'era? Voto: 4

Le Petit Poucet di Marina de Van
Il film racconta la fiaba di Pollicino e fa parte di un progetto di Artè sulla riedizione cinematografica delle fiabe classiche. Grazioso e apprezzabile, ma è andata completamente persa la natura gotica e dark di questa fiaba. Eppure i temi c'erano tutti: la povertà, la magia, il bosco, l'Orco, il cannibalismo. Forse c'è stata la preoccupazione di dare realismo alla vicenda... ma trattandosi di una fiaba non c'entra davvero niente. Voto: 6-

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