Helter Skelter alla routine


Le resistenze dell'abitudine logorano il pensiero. Mi sto abituando ad essere come sono e non va affatto bene; impantanato nella routine inutile: stesse promesse, stesse trasgressioni, stessi pentimenti. E si ricomincia, è lunedì.
Quasi sempre rubo le parole agli altri. E' un processo di composizione.
Gran frammentazione dell'attenzione, in tutti i settori. Frammentazione dei contenuti, spezzettamento, dispersione.
Pensare a casaccio, parlare allo stesso modo e scrivere di conseguenza.
Ma non è quanto di meglio si possa sperare dal corso della contemporaneità? Tanti pezzettini, nel tentativo di dare un'idea il più possibile unitaria. Dai piccolissimi pezzi nasce il quadro. Qualche bel sorriso di circostanza a completare il paesaggio umano.
No, bisogna cancellare i sorrisi beoti. Bisogna ritrovare un senso. E se è andato perso, ricostruirlo. Ecco il nostro compito. Ecco il compito di chi ha una voce. Ci sono ancora parole che ha senso usare, frasi che è giusto inventare, azioni da portare avanti.
Pace. Giustizia. Onestà. Libertà. Amore.
Sembra che il tempo abbia aumentato il ritmo e io mi ci sia trovato in mezzo. Eppure ci deve essere un modo di entrare nel tempo senza scendere a patti con esso!
Un giro di giostra, solo un giro di giostra, chiarirebbe le idee a tutti.

Nessun commento: