Insegnare alle zebre ad abbaiare


Hai detto: la primavera mi fa paura, e io ti ho invitata a scrivere una poesia (cosa che non hai fatto). Poi, malato di letteratura, ho ripescato il reminder del tuo slancio poetio. Eliot, addirittura. Vabbè, sì, lui parla solo di Aprile, ma il parallelismo è uguale. L'inverno ti tenne al caldo. Quando te l'ho mostrato non hai letto con molta attenzione.
A me fa molto più paura l'autunno, che nutre le speranze con le foglie che cadono dagli alberi, le indora tutte e mi fotte sempre. Che bastardo. Quindi io avrei pensato a Celan.
Allora penso che forse hai un sesto senso, una sensualità invasata. Allora forse è per questo che ho voglia di baciarti, perchè sei divertente. Ascolto i tuoi deliri, esaspero le tue cretinate finchè non ne sono nauseato, come quando mangi troppa cioccolata. Finchè non mi sento ebete e tu mi piaci, mi piaci, mi piaci più del tiramisù.
Ecco, ad esempio, cioè, facciamo esempi che non esempiano nulla, spostiamo la nostra attenzione, distraiamoci per non bruciare tutto e subito. Cioè, ecco, secondo me, non so se mi sono spiegato... cioè, non so se si è capito, forse volevo dire che... s'è capito? E, dimmi... Quale sarà la tua prossima missione? Insegnare alle zebre ad abbaiare?

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