Il mio 2014: di tutto un po'(st)!

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Visto che l'avevo fatto già l'anno scorso, ed è un peccato interrompere le tradizioni sul nascere, ecco qui un bel post-riassuntone del 2014 di questo blog (più annessi&connessi), che magari qualcuno si è perso qualcosa nel frattempo! Per fortuna che ci sono io che vi penso sempre!

Innanzitutto: chi ha seguito il blog avrà notato che il 2014 è stato un anno dominato dagli "Stati d'amore", che finalmente sono arrivati alla loro conclusione e che presto prestissimo diventeranno un libro!
Ma non ci sono stati solo quelli. Gennaio - ad esempio - si è aperto con gli insegnamenti di vita che mi sono stati regalati da un maglione peruviano, che insomma, alla fine i maglioni di lana (forse addirittura di alpaca) pizzicano o non pizzicano? Boh! La certezza è che il mese si sia chiuso con la storiella 145# Calzino.

A febbraio, è stato un mese di regali: per il mio compleanno - dopo aver visto "Il curioso caso di Benjamin Button" e aver fatto conoscenza col Capitano Mike Clark, mi sono regalato un nuovo punto di vista sulle cose che faccio, le idee, i progetti e le opere che porto avanti: "Ora, se vorranno strapparmi la mia arte, dovranno venire a scuoiarmi."
E un altro regalo l'ho fatto ai lettori di questo blog col Manifesto dell'Amore Vero! La raccolta delle 10 migliori storielle (uscite fino ad allora) votate dai lettori.


Storielle, storielle, storielle e ancora storielle lungo tutto l'anno, tradotte e pubblicate anche in friulano sul sito Contecurte. Comunque potete andare a recuperarle tutte (in italiano) qui.

Sì, a guardarlo adesso il 2014 è stato un anno pieno zeppo di storie!
A marzo mi sono interrogato molto su un tema ricorrente del meccanismo delle storie, quello della memoria; e l'ho fatto come un bambino in un girotondo impegnato a raccontare ricordi inutili.
Una bella storia me l'ha raccontata un oggetto antico, questo quaderno appartenuto a mio nonno, che ho fatto parlare in questo post.
Tutte storie vere, come il racconto breve "Oh, Signore, tu sai cosa è meglio per lui" pubblicato appena a dicembre in cui la fede in Dio si scontra con la Realtà generando assurdità.

Mentre le storielle d'amore proseguivano e si superava quota 200, iniziavo a dedicarmi anche ad un'altra storia che spero di portare a termine nel 2015: "Baldùs", la vicenda dell'ultimo condannato a morte in Friuli, nel 1839. Angelo Balduzzo (Baldùs) era un giovane disperato della mia cittadina che accoltellò e uccise il sacerdote Giovanni Bianchi; ho condotto alcune ricerche storiche a riguardo e accumulato diverso materiale che adesso vorrei far diventare "qualcosa". Insomma, all'opera!

E a proposito di storie, non posso dimenticare che il 2014 è stato l'anno in cui con "Pixellòve" sono arrivate un bel po' di soddisfazioni e anche qualche premi. Pixellòve è una storia piccola piccola, un'autoproduzione con dentro molto amore: una storia semplice eppure universale che parla del desiderio di sentirsi accolti e amati. Se non l'avete ancora vista, iniziate bene il 2015 vedendola!

Credo molto nelle storie e sono contento che il 2014 sia stato attraversato da tante di esse: perché dietro ad ogni storia c'è una persona, ci sono i suoi valori, le sue speranze, i suoi sogni. E tante storie significano tante persone, tante persone sono una comunità, le comunità sono la forza delle persone. E' solo raccontandoci l'un l'altro, senza paure e con grande fiducia, che possiamo conoscerci meglio, stabilire legami più forti e profondi, costruire il futuro.
Si raccontava, semplicemente, perché ognuno aveva qualcosa da raccontare, nessuna vicenda della vita era insignificante per gli altri. C'era anche chi sapeva inventare e creare vicende impossibili, chi aveva la capacità di trasfigurare la realtà o di caricaturarla, chi sapeva tratteggiare con una sola parola pregi e difetti di ciascuno, chi condiva le sue prole con una sapienza che pareva d'altri tempo e d'altri luoghi. Si raccontava e, nel raccontare, le nostre vite trovavano uno spazio più largo, un respiro più ampio, meno asfittico: davvero ci si divertiva insieme, senza artifizi né strumenti, semplicemente stando insieme. (Enzo Bianchi, Il pane di ieri, Einaudi, Torino 2008)
E il 2015? Sarà l'anno in cui finirà questa crisi? (ma poi può davvero davvero finire?)


Bisogna pensare a qualche buon proposito... mumble, mumble... Io vorrei... Ecco, vorrei diventare un narrattore, un narratore che è anche attore... Insomma, ancora tante storie anche nel 2015!! Buona fine e buon principio!


P.S. Ah, mi è scappata anche qualche poesia in questo 2014! A me piacciono molto queste due: Cosa manca a noi e Quindi è l'ultima volta che ci sentiamo?

365 "Stati d'amore" - Le illustrazioni


Cari i miei lettori romanticoni,

come vi avevo promesso torno a darvi qualche novità riguardo alla pubblicazione degli “Stati d'amore” che diventeranno a breve una bella raccolta con tutte le storielle.
Un trust di menti superiori è al lavoro da tempo per far partire nei primi giorni del 2015 il progetto di crowdfunding che permetterà la pubblicazione: l'obiettivo è quello di permettere a tutti gli innamorati della terra di farsi gli auguri di San Valentino scambiandosi una copia di questo libriccino pieno d'ammmore!

Ma non si tratterà soltanto di un libro pieno d'amore, ma pieno anche delle più di 100 flashfiction ancora totalmente inedite (!!) e di venti illustrazioni originali di Rosanna Murello, che volevo presentarvi in questo post:


Rosanna Murello è una poliedrica artista di Codroipo diplomatasi all'ISA di Udine. Terminati gli studi curriculari si è approcciata da autodidatta alla fotografia, al fumetto, all'illustrazione e all'artigianato. Qui potete trovare il suo sito web: http://freshlab.altervista.org/ vi consiglio di farci un giretto per ammirare e magari acquistare (i prezzi sono abbordabilissimi e se siete a caccia di qualche regalino in ritardo per le Feste direi che fa proprio al caso vostro!) alcune delle sue ultime produzioni, in particolare quella dei Minibook illustrati, stampati e rilegati in proprio, o i tenerissimi Sassolini.

Qua sopra avete già una succulenta anticipazione del suo lavoro per le illustrazioni degli “Stati d'amore” (l'illustrazione è relativa alla storia 5# Ciccia), che saranno ispirate ad uno stile molto spontaneo che ricorda le vignette "tragicomiche" di popolare memoria e, allo stesso tempo, la scena fumettistica attuale.

Insomma, siete pronti a vivere questi nuovi stati d'amore?!

Quindi è l'ultima volta che ci sentiamo?


Avevi la voce alterata
durante l'ultima telefonata
che non abbiamo fatto;
dicevi cose bellissime.

Non ti farò più arrabbiare
con le mie crisi esistenziali
non mi potrai più insegnare
quel che credi di non sapere.

(Non potevamo incontrarci
come avevamo progettato
in un mattino soleggiato
del luglio bolognese?)

Possiamo condividere
solo sogni ad occhi aperti,
anche se io non mi accontento
di un bacio immaginato,

di conversazioni passate
in cui usare parole desuete,
delle poesie che saranno
i nostri primi e ultimi figli,

di chiedermi perchè
è sempre tutto complicato?
Possiamo condividere
un sola ultima parola, infine:

quella che non diciamo.

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Un presepe molto particolare...



Vi faccio gli auguri di Buon Natale con questo video, realizzato insieme al mio socio Marco Fabbro, dal Al mancje un Re di Maurizio Mattiuzza

Buon Natale a tutti, pieno di pace e salute... veramente per tutti!
Entriamo e facciamo entrare tutti nel presepio di Beppino!
 ***
Bon Nadâl a ducj, plen di pâs e salût... veramentri par ducj!
Entrin e fasin entrâ ducj tal presepe di Bepino!

La verità in una battuta


So che voialtri ormai ve ne sarete già dimenticati, ma una settimana fa c'è stato lo show sui Dieci Comandamenti di Benigni. E a me sono rimaste in giro per la testa alcune riflessioni.


Non metto in discussione la "conversione sulla via di Damasco" del Piccolo Diavolo: ognuno è libero di seguire la propria strada (anzi, visto che credo anch'io in Dio, me ne rallegro). Si allunga semplicemente l'elenco dei Paolo Brosio, Giovanni Lindo Ferretti, Claudia Koll... (cambiano campo, ma restano sempre degli estremisti).
Non mi disturba neanche il cachet ricevuto da Benigni, con tutto quello che ha fatto guadagnare in pubblicità alla Rai. Certo, preferirei che la Rai investisse la stessa cifra in una vera serie tv, che possa stare a confronto col livello delle produzioni straniere, invece di insistere con fiction insulse e di "buoni sentimenti". La Rai è un servizio pubblico, e le serie oggi il nuovo romanzo popolare, la nuova narrazione popolare.



Quello che mi sconcerta è stata la deposizione funeraria che ha fatto Benigni della sua funzione di comico, a favore di una maschera normalizzante e buonista. Benigni non ha "reinventato" i Dieci Comandamenti, non ha costruito su di essi una narrazione che parlasse dell'oggi, che lo mettesse in crisi, che indicasse la via per aggiustarlo, adesso, in base ai problemi che ora viviamo. La Parola di Dio ci deve parlare dell'oggi, perché è viva.
Benigni ha rispolverato i Comandamenti (indicazioni CEI alla mano) per farne una cartolina oleografica che ci facesse sentire tutti un po' più buoni, un po' più santi. Sarà l'aria natalizia ad averlo ridotto così?

6° Non adulterare


Se l'intento era quello di "spiegare" i Comandamenti, ugualmente non ci siamo. Per "divulgare" i Comandamenti sarebbe servita una voce molto più autorevole e soprattutto più corretta; ad esempio padre Enzo Bianchi (una citazione molto transitoria, ma da un libro bellissimo, Il pane di ieri):

[...] Infine la quarta massima, quella che Bobbio non cita: Mes-ciùma nenta el robi!, «Non mescoliamo le cose!» Pricipio minimo di ordine che successivamente, durante i miei studi, ho scoperto essere alla base delle prescrizioni bibliche contenute nella tradizione sacerdotale sulla «purità». Non mescolare le cose - non adulterare recita letteralmente il comandamento biblico di solito tradotto con un improbabile «non fornicare» o con un sessuofobo «non commettere atti impuri» - è un principio di ordine che esige trasparenza di pensiero, chiarezza di discorso, rettitudine nell'agire. (Il pane di ieri, Einaudi, Torino 2008)



Benigni non ha "spiegato" o "divulgato" i Dieci Comandamenti, come sottolinea qui Roberto Cotroneo: "Benigni è un seduttore, non un sapiente, non ti conduce al centro del mistero ermeneutico, ti porta fuori, su una strada conosciuta, in cui puoi riconoscerti e specchiarti e che trovi molto più eccitante perché risponde a modelli consueti e rassicuranti." Ti fa impantanare in una melassa dolciastra e vischiosa.
Ogni volta che si avvicinava realmente al mistero il senso si è perso, le parole sono mancate, è scattato il ritornello: "Oooh, l'Amore, oooh, senti che bello qui, proprio le cose più grandi... oooh!" (e i conseguenti - fastidiosi perché compiaciuti - applausi ogni 30 secondi.)

Insomma, la lezioncina di Benigni non ha cambiato nulla: non ha convertito nessuno, perché non ne aveva la forza, non ha migliorato i credenti perché li ha semplicemente consolati nelle loro convizioni. Quindi a cos'é servita?

La verità in una battuta
Se avete guardato i video poco più sopra, invece, vi siete necessariamente schierati, pro o contro quello che veniva detto, avete riso, avete pensato. Bene, io ritengo che sia questo ciò di cui c'è bisogno per crescere come esseri umani e anche come fedeli. Cito un grande della satira italiana, ingiustamente ostracizzato nel nostro Paese, Daniele Luttazzi:

[...] si sa, io ho avuto un'educazione cattolica molto rigorosa: vent'anni di parrocchia e boy scout. In tutto quel periodo, nessun prete mi ha mai molestato: mi sento insultato. Comunque, quando ho cominciato a fare il comico, vent'anni fa, mi venivano in mente battute che mi facevano molto, molto ridere, e le dicevo lo stesso, anche se ideologicamente non le condividevo, perché mi facevano molto ridere; be', dopo vent'anni ho scoperto che avevano ragione le mie battute. E così ho capito che bisogna fidarsi della piccola verità contenuta in ogni risata. (dall'intervista, 10 novembre 2007)

Dio ci ama, io ne sono certo, e vuole che ridiamo, che ci poniamo delle domande, che ci diamo una mossa e che cerchiamo di migliorarci, non che ristagnamo nel "volemose bbene", che ci accontentiamo delle cose come stanno.



Scrivo per...


Qui già ne avevo parlato, in maniera "poetica", del perché scrivo. Oggi ci pensavo ancora e mi è venuto in mente questa specie di slogan, che sento abbastanza aderente a quello che provo mentre scrivo: come uno svuotarsi, un liberarsi dei pensieri. Lo dico in senso positivo, perché è un po' come potersi guardare da fuori, staccarsi per comprendersi e migliorarsi anche: terapeutico in una parola. Molto più economico dell'analista. Funziona sia con la forma diaristica (che assolve questa funzione per antonomasia) sia per la fiction.

Poi è chiaro che fa piacere se c'è anche qualcuno che legge. Da questo punto di vista mi faceva piacere sapere se qualcuno, ogni tanto passa di qua: condivisioni e commenti se ne vedono pochi e a volte mi sembra di "scrivere" al muro.

Come Kerouac che contava le parole

Kerouac fotografato da Ginsberg (Manhattan, 1953) - foto da https://villatelesio.wordpress.com/tag/jack-kerouac/

All'inizio di ottobre ho letto, sul suo blog di Internazionale, il post "Le pagine del mattino" di Oliver Burkeman (giornalista del Guardian, autore della rubrica settimanale "This column will change your life"). Internazionale è per tanti versi una miniera di spunti per creatività e scrittura, argomenti che mi appassionano, e io sono sempre a caccia di qualche buon consiglio da chi ne sa di più (anche se da bravo pigrone poi raramente li seguo).

Se non avete tempo di leggere l'articolo ve lo riassumo brevemente: "si parla di un esercizio di scrittura chiamato “pagine del mattino”, che consiste nel riempire tre pagine di parole, sotto forma di flusso di coscienza, appena ci si alza dal letto." Burkeman scrive dei suoi dubbi iniziali a riguardo di questa pratica, ma poi confida di averci provato e di averne tratto enormi benefici: "questo esercizio, fin dal primo giorno, si è dimostrato essenziale per calmare le ansie, stimolare le intuizioni e sciogliere i dubbi." Quello che poco a poco si crea è una sorta di "ambiente sicuro" e personale nel quale scaricare e analizzare se stessi.

"Ah, bello! - ho pensato immediatamente dopo averlo letto - Sembra interessante, dovrei provare..."
...poi il vuoto della pigrizia senza fine.

Circa un mese dopo, però, mi sono ripreso dal torpore e ho iniziato anch'io: beh, funziona!
A dire il vero mi sono permesso di modellarmelo un po' addosso: scrivo solo due pagine al giorno e non necessariamente appena sveglio (altrimenti ci sarebbero giorni in cui mi dovrei svegliare alle 5 di mattina per avere il tempo di farlo!). Però ogni giorno mi ritaglio questo spazio che, mi rendo conto un po' alla volta, non è solo di riflessione personale ma è una specie di meditazione scritta: stacchi il cervello dalla routine dei pensieri che lo condizionano, lo lasci andare a ruota libera e fra tante banalità che vomiti fuori ci scappa anche qualche bel fiorellino. Ognuno in fondo ha i suoi schemi e le sue modalità personali attraverso le quali funziona meglio.

Photo Credit: emdot via Compfight cc

Inoltre ho riscoperto uno dei benefici maggiori che l'essere umano può concedersi: lo scrivere a mano! Il cervello si calma, rallenta la sua corsa per seguire il ritmo meccanico della passeggiata della mano sul foglio. (Il pensiero è molto più veloce dell'azione, vero Faust?) La sensazione è quella di recuperare terreno su me stesso, o per lo meno accade qualcosa di simile a questo. Si sa che le parole difettano sempre.
E poi, che si io scriva i miei pensieri (chiarendoli poco a poco), che pianifichi la mia giornata, che io mi lamenti o che butti giù appunti necessari ad altri lavori che mi frullano in testa, il risultato mi sorprende sempre: due pagine fitte fitte della mia scrittura!
Mi gasa come un bambino, come Kerouac che contava le parole notte dopo notte. Dicendo qualcosa o forse non dicendo nulla, ma sicuramente lavorando su di me. E finché lavoro su di me nulla va sprecato.

Qualcun altro scrive? Come scrivete?

365 pazze storie d'amore!


Squilli di trombe e rulli di tamburi!!!

Avrete sicuramente notato, mie fedeli ed acutissimi lettori, che lunedì scorso ho pubblicato l'ultima flashfiction della serie "Stati d'amore", che mi ha tenuto occupato nel corso dell'ultimo anno (e anche qualcosa di più).
Siamo così giunti alle fatidiche 365 (trecentosessantacinque!!!) storielle per un anno: dal minimo di una frase al massimo di una decina di righe, 365 situazioni, sensazioni, sentimenti o chissacché che hanno a che fare con l'amore.

Ma (e c'è un ma), chi si è appassionato a leggerle quasi quotidianamente (e chi non l'ha fatto può recuperare le storielle perdute qui) avrà notato che in realtà online sono finite solamente circa 250 storielle! "Ma... Ma... - starà pensando più di qualcuno di voi con uno sguardo sgomento - ciò vuol dire che ci sono più di 100 stati d'amore che mi sono perso!!! Mondo infame, come farò a sopravvivere!" (Ok, quest'ultima cosa non la starete pensando proprio tutti.)

Ma niente paura, miei cari e mie care, perché ora viene il bello!!!
"Stati d'amore" diventerà un bel libro, che conterrà la raccolta completa di tutte le storielle.
Come fare per averlo? Semplice, nel giro di qualche settimana partirà un progetto di crowdfunding (datemi il tempo di imparare a pronunciarlo...) attraverso il quale raccoglierò quanto necessario alla pubblicazione. Chi lo desidera potrà pre-acquistare una copia del libro ed anche contribuire con qualcosa di più e ricevere fantastici ed esclusivi omaggi!
Per San Valentino avrete nelle vostre mani frementi un bel libricino pieno d'ammmore, per di più reso meraviglioso da venti illustrazioni originali di Rosanna Murello!
Quale regalo migliore per ogni coppia di innamorati nel giorno della loro festa??

Ho iniziato a scrivere le storielle di "Stati d'amore" semplicemente perché mi è venuta in mente la prima e soprattutto perché era quello che mi sarebbe piaciuto leggere sul mio blog.
Quello che mi ha colpito più di tutto, però, è stato il fatto che mi abbiano permesso di entrare in contatto con molti lettori, e che ne abbiano coinvolti molti di nuovi. Ricevere un complimento, una condivisione sui social fa piacere (continuate pure a farlo), ma la cosa più bella è sentire che in tante storielle si rispecchiavano frammenti di altre storie, vere questa volta, vissute dai lettori, e che per qualcuno queste storielline erano utili a vedere le cose da una prospettiva diversa, ad alleggerire una tensione, ad imparare qualcosa su di sè, ad allargare gli orizzonti.
Di questo sono particolarmente orgoglioso!

Siete contenti? :-)

"Ok, Signore, tu sai cosa è meglio per lui"


"Ok, Signore, tu sai cosa è meglio per lui" dice Kaling, ficcando il berretto in testa a Peter.

Peter e Kaling hanno sei figli, cinque dei quali vivono ancora con loro in una grande casa ad Hamilton, in Canada. Sono una famiglia molto unita, nella zona sono noti per le loro forti convinzioni religiose. Credono fermamente che Dio sia sempre con loro, che Dio guidi ogni loro passo.

C'è una gran dose di presunzione nel dire di poter comprendere la Realtà, proprio perché essa non si dà in un'unica soluzione, ma è costituzionalmente molteplice. Dire di comprenderla vorrebbe dire fare uno sforzo immane e impossibile all'uomo, travisarla o vederla solo da una prospettiva, non comprenderla affatto. La Realtà non si dà, ma è, quindi la si può solo vivere, cioè essere in essa, non osservarla con distacco. Osservarla dall'interno, però, rende inevitabilmente falsata la percezione. Insomma, non se ne esce: quello che credi è la tua realtà.

Peter è morto il 20 marzo dopo aver contratto un'infezione al piede a causa del diabete. Nessun medico l'ha mai visitato, perché Peter crede, crede fermamente che Dio lo guarirà. Fascia il piede tutte le sere e tutte le sere vi applica sopra un sottile strato di preghiere. Poi arriva il coma, lo stomaco che inizia a gonfiarsi, Peter muore e.

"Ok, Signore, tu sai cosa è meglio per lui" dice Kaling, ficcandogli il berretto in testa. L'ha stretto ben bene fra due coperte, gli ha accarezzato per l'ultima volta la guancia, ispida di quel poco di barba che continua a crescere anche ad un cadavere. Kaling recita sottovoce l'ultima preghiera assieme a Peter. Poi spegne la luce, chiude la porta e sigilla le prese d'aria per mascherare l'odore del corpo.
"Dio ci aiuterà" dice ai bambini mentre tutti insieme pregano ancora "Dio farà risorgere papà. Il Signore sa che cos'è meglio per lui."

Il cadavere è stato trovato dopo sei mesi. Era in avanzato stato di decomposizione e l'olezzo aveva attirato i roditori: l'uomo non poteva essere identificato.


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Capire cos'è la Realtà è impossibile; però questa faccenda merita una riflessione che chiama in causa tutti quelli che sono minimamente interessati ad un discorso sul proprio spirito. Che idea falsata di dio sta dietro ad una vicenda del genere? A quale Dio ti rivolgi? Quale Dio preghi? Un dio magico che a tot preghiere fa corrispondere premi e castighi?
I "difensori della fede" sono fermi al Medioevo. La parole definitivamente atroci sono
la dichiarazione finale della signora Wald: «È vero, è stato insolito. Non era certo normale. Non lo faremo di nuovo... le leggi esistono e adesso lo sappiamo».

365# Ultimo

Ecco, lo sapevo: l'amore è sempre nell'ultimo posto in cui pensavi di trovarlo. T'ho cercata dappertutto e alla fine eri al mio fianco.

363# Distesi

Distesi sull'erba, vicini, tenendosi per mano senza sperare niente di più che questo dalla vita: sorridere scompigliati, tra l'erba, guardandosi con un occhio solo, l'altro tenerlo strizzato per riuscire a mettere a fuoco il suo volto, così ravvicinato da poterlo baciare solo allungando di poco le labbra. Distesi perché è solo da distesi che si vede bene il cielo, che si possono contare le nuvole: un castello, un gatto, un cuore.

Libri volanti, libri giocanti

Esiliato dal suo villaggio di barbari, lontano dalle Terre Selvagge in cui è cresciuto, tu, Fire*Wolf dovrai lottare per la sopravvivenza contro mercanti di schiavi, belve feroci e creature della magia. In un misterioso castello in rovina nel mezzo di una valle da cui nessuno ha fatto ritorno, scoprirai una spada fatata, il tuo vero nome e ciò che il destino ha in serbo per te… Le sorti dell’umanità intera sono nelle tue mani!

Ora possiamo venire all'argomento per il quale ho iniziato a scrivere: i libri. Quali libri sono veramente imporanti, per me? Non sto parlando di formati o supporti, chiaramente, ma di contenuti.
I miei libri preferiti sono quelli che si aprono verso altri libri, che si aprono verso il mondo (quello che Franco Marchetta ha scritto con U- ne è l'esaltazione paradigmatica, ad esempio, oltreché un libro meraviglioso). Libri che non sono solo se stessi e non sono solo la realtà (o non solo la realtà vista attraverso una maschera): libri che respirano, che sono in grado di cambiare essi stessi e far cambiare il lettore ad ogni lettura. (I libri che vorrei leggere, prima ancora di scrivere, naturalmente)
L'archetipo che mi viene in mente riguardo a quest'idea, il mio personale fondamento è il libro game: sì, sto parlando proprio di quei libretti per ragazzi, con tanta avventura e poche parole, ma con dentro sempre quei due o tre valori fondamentali (lotta e vittoria del Bene sul Male in primis, per esempio).


Ricordo questa serie bellissima, "Fire*Wolf", che è anche il nome del protagonista; non ricordo cosa facesse di preciso, ma so che mi prendeva più di tanti altri. Stupenda è l'immedesimazione che un libro game ti può dare, perché l'uso della seconda persona singolare è più potente di ogni 3D, c'è poco da fare. Per me è stato determinante l'approccio al libro proprio sotto quella forma (i libri game sono i primi libri che ho letto e maneggiato da solo).

Il libro, un libro che si rispetti dev'essere aperto, smontabile, non strutturato strettamente in modo consequenziale. Esploso verso l'esterno, in comunicazione con la vita, con altri tempi e altri luoghi. E questo genere di libro non capita così tanto spesso quanto uno penserebbe.
Ci sono molti "libri sensibili", in grado di comunicare con l'io del lettore (magari anche in profondità), ma poi questi libri si rivelano chiusi dentro se stessi, non metteno in contatto il lettore con qualcosa che stia al di fuori del libro. Sono in grado di far emozionare, magari; ma sono anche gelosi di questa loro caratteristica, gelosi che quest'emozione accesa si spenga se esposta al vento della vita. Credo che vogliano fare i protagonisti, sentirsi speciali nella comunità dei libri. Ma a me stanno un po' antipatici.
Preferisco i libri buffi o anche frammentari, se vogliamo, ma che siano traspiranti, che si lascino attraversare (dal pensiero, dalla vita di chi li legge - cioè riescano come ad incastonarsi in una vita), facciano da trampolino verso altri libri, verso un oceano di sapere più grande, che ti portino dentro di sè e per questo dentro di te, piuttosto che in altre vite "finte".

So riconoscerli a fiuto, questi libri qui, e cerco di orientarmi solo su di essi ultimamente. Sono figli o hanno fagocitato altri libri, altra letteratura. A volte la rivomitano letteralmente (no, non è sempre un bel vedere), perché ne hanno mangiata davvero troppa; ma fanno questo per un eccesso di generosità. Libri che creano una comunità.

Photo Credit: Russell Kuch via Compfight cc

360# Ripetere

La prima volta che provai a dichiararmi passò il treno e coprì le mie parole, la seconda la musica sovrastava la mia voce, la terza muovevo le labbra ma il traffico ci assordava. Lei vedeva la mia bocca muoversi e mi chiedeva di ripetere, ma a me – in quel silenzio assordante – «Ti amo» non veniva fuori.

357# Sintonia

Eravamo così in sintonia che riuscivamo addirittura a leggerci nel pensiero, come se fossimo libri aperti. Certo, era molto comodo per scegliere il film da guardare al cinema, o se mangiare cinese o messicano senza tante discussioni. Ma quando litigavamo ci rovinavamo sempre il finale. Ci sarebbe piaciuta un po' di suspense.

354# Freccia

Cupido rivolse la freccia verso di sé e la scoccò. Fu sconvolgente! Non aveva mai provato sensazioni simili: era quello l'amore? «Ma davvero vi riduco così quando vi colpisco con le mie frecce? – disse il giorno dopo ad Apollo, parlandone davanti ad un bicchiere d'ambrosia – Tutta quest'insicurezza e fragilità e... voglia, sì, voglia e speranza. Ma come fate a sopportarlo?» «Eeeh, caro mio – gli rispose Apollo – hai detto niente; mica hai provato ancora tutto: ferire è molto più semplice che guarire.» «E io che ero tutto soddisfatto di farvi innamorare! – concluse affranto Cupido – Mi sento davvero uno stronzo...» «Quanto sei melodrammatico! – ribatté Apollo scoppiando in una risata – Niente che non si possa sistemare con un boccale d'ambrosia e quattro chiacchiere con gli amici!»

351# Sospetto

“Ecco il Suo report in allegato, signorina. Sperando d'aver risposto alle Sue esigenze Le inviamo, Cordiali saluti” diceva la mail dell'agenzia di investigazione. Aprì l'allegato e diede una scorsa alle informazioni: “Durante i pedinamenti degli ultimi quindici giorni sono emersi i seguenti dati a carico del sospetto: ti fissa le labbra mentre parli, ti ascolta, ti prende in giro, finge di sbagliare a scriverti su whatsapp, cerca di rimanere solo con te, concorda con qualsiasi sciocchezza ti esca dalla bocca...” sembrava che tutti gli indizi combaciassero: il biondino conosciuto alla festa era davvero interessato a lei?!

348# Cattivo

«Quel ragazzo è cattivo, non fa per te» diceva sua madre. «Quel ragazzo è cattivo, non frequentarlo» diceva suo padre. «Quel ragazzo è cattivo, mollalo» diceva la sua migliore amica. Neanche immaginavano quanto fossero buone le sue labbra.

345# Anniversario

Mi sono dimenticata dell'anniversario; a volte può capitare, no? Così oggi non gli ho fatto gli auguri per la prima volta che ci siamo rivolti la parola. C'è rimasto un po' male. Però ieri non mi ero dimenticata di farglieli per l'anniversario della prima passeggiata mano nella mano e l'altro ieri per la prima volta che abbiamo cenato insieme, poi per il primo litigio, per il primo nomignolo buffo che ci siamo dati, per il primo film sul divano, la prima chat via Facebook, il primo anniversario dimenticato... Per noi ogni giorno c'è un motivo per festeggiare. Domani è l'anniversario della prima volta che l'ho lasciato entrare in bagno mentre stavo facendo la cacca: non me ne scorderò.

342# Conservare

Nella pagina delle curiosità lesse questo trafiletto: si calcola che nel corso della vita il nostro cuore batta, mediamente, oltre tre miliardi di volte. “Solo tre miliardi?” pensò; ma allora, quanti battiti aveva già sprecato per persone completamente sbagliate? Sicuramente, almeno un miliardo se n'era già andato pulsando per chi l'aveva solamente preso in giro, tradito e illuso. Pensò che doveva conservare come un tesoro prezioso quei due miliardi scarsi che gli rimanevano, dedicandoli solo a chi se li meritava.

339# Palloncini

Da lassù sembrate tutte formichine. Però, niente, alla fine ci è toccato ritornare coi piedi per terra. Abbiamo comprato degli scarponcini fatti apposta; due paia naturalmente, uno per me e uno per lei. In ghisa. Da quando stiamo insieme dobbiamo indossarli sempre per non rischiare di finire spazzati via ad ogni folata di vento, per non essere trascinati troppo in alto dai nostri cuori, trasformati in palloncini pieni d'amore. Fluttuiamo, più leggeri dell'aria.

336# Virgola

Dicono che il bacio sia un apostrofo rosa fra le parole “ti amo”. Ma io credo anche che l'amore sia una virgola; quella che trasforma il “trovarsi in mezzo alla confusione” nel “trovarsi, in mezzo alla confusione”.

333# Scappa

È molto imbarazzante, ma non posso farci nulla. Mi capita ogni volta che sto con una ragazza che mi piace, durante le nostre cenette intime. Inizio a contorcermi sulla sedia, serrando le mascelle, visibilmente a disagio, e quando lei mi chiede se c'è qualcosa che non va, se ho bisogno della toilette, mi tocca confessarle in un sussurro: «Veramente, mi scappa di baciarti; non credo riuscirò a resistere ancora per molto!»

330# Panchine

E vi prometto, cari elettori, che se mi voterete farò in modo di porre fine a questa incresciosa situazione, aumentando il numero di panchine in tutti i giardini pubblici presenti sul territorio comunale: è tempo che gli innamorati abbiano più luoghi nei quali scambiarsi dolci effusioni, è tempo che la politica faccia qualcosa: aumentiamo il Prodotto Interno Amoroso della nostra città!

327# Qualcosa

Non ha funzionato. Così ieri, lei ha raccolto le sue cose e se n'è andata. A metà vialetto l'ho rincorsa: «Hey, hai portato via le mie ciabatte!» le ho detto. Lei si è girata: «Sei sicuro di non aver portato via anche tu qualcosa che mi appartiene?»

324# Farfalline

Negli ultimi tempi la città si è riempita di queste bellissime ragazze giapponesi. Nei giorni scorsi ho già provato ad avvicinarmi a qualcuna di loro, così, tanto per provare ad attaccar bottone. Io mi presento, loro ridono e poi scappano via. Sembrano piccole farfalline colorate.

321# Complicato

Sì, è affascinante vivere una storia tormentata e bellissima, piena di ostacoli, incomprensioni e scontri che poi vanno a risolversi in memorabili scene di riconciliazione o in addii strappalacrime dal finestrino di un treno che sparisce nella nebbia; ma, maledizione, terribilmente logorante! E poi, anche stare abbracciati sul divano ha il suo fascino. Perché quello che sull’amore non si dice è che l’amore non è complicato: l’amore è semplice. È trovare quella semplicità che è complicato!

318# Pane

I suoi baci erano buoni come il pane (d'altra parte faceva il panettiere, non c'era da stupirsene) e il pane che impastava era buono come lui, farcito d'amore. Però baguette, ciabatte, filoncini, francesini, grissini, michette, pane arabo, pane integrale o ai semi, pane nero, rosette e taralli non esistevano più: ora lui cuoceva solo pane a forma di cuoricino, tutto per lei.

Pixellòve (fiaba metropolitana)


Pixellòve (fiaba metropolitana)
di Marco Fabbro e Giacomo Trevisan

Una fiaba romantica: un appuntamento e un innamorato “differente”, con qualcosa in meno o forse in più. “Pixellòve” È Una storia semplice eppure universale che parla del desiderio di sentirsi accolti e amati.

Con Giacomo Trevisan, Ilaria Pasqualetto, Massimo Cemolani, Carla Venuto, Iman Piccolo

Cast tecnico: Marco Fabbro (fotografia), Davide Lionetti (montaggio ed effetti visuali), Gabriele Dominutti (cameraman), Adriano Forte (suono), Riccardo Calderini e Riccardo Peterlunger (seconda unità video)

Produzione: Flabby Face – Cinema&Teatro (2013)
Cortometraggio realizzato con il patrocinio del Comune di Lignano Sabbiadoro e della Provincia di Udine.

Note di regia
Tutto parte da un incontro al buio e da una grande delusione. E da tante domande: come ci vedono gli altri? E come ci vediamo noi? Con “Pixellòve”, in questo tempo in cui l’immagine è tutto, abbiamo giocato proprio sulla sua distorsione, distorcendo il volto del protagonista. Capita spesso che lo sguardo degli altri ci faccia sentire inadeguati per il nostro aspetto, perché non rientriamo in certi canoni. Però, se andiamo a guardare bene sono proprio le nostre caratteristiche, magari i nostri difetti, a renderci quello che siamo: speciali! “Pixellòve” È Una storia semplice eppure universale che parla del desiderio di sentirsi accolti e amati.


315# Angolo

“L'amore potrebbe essere nascosto dietro il prossimo angolo”, pensavano entrambi, ma continuavano a non muovere un passo. Avrebbero voluto farlo, ma erano troppo spaventati dall'incertezza, dal non sapere cosa sarebbe stato dopo. Perché una volta girato l'angolo poteva succedere di tutto, si poteva anche soffrire. Lui pensò di affittare una pala meccanica e abbatterlo quel maledetto muro.

312# Attraente

Non era stato facile cucire tutte le calamite al vestito, ma ora si sentiva molto più attraente. La sua dolce metà non poteva essere distante. Sperava solo che avesse scelto una polarità opposta alla sua.

309# Labbra

Era solo un bacio e non era solo un bacio: uno scambio di saliva, batteri, muco e DNA, un piccolo compendio della vita. In quel momento fra le loro labbra abitava un minuscolo dio.

300!


Trecento!
Non è il secolo di Dante e Boccaccio,
non sono quelli delle Termopili,
non è il saldo del mio conto in banca!

Che non so se l'avete notato, ma hanno addirittura sfondato quota 300;
siccome nessuno mi dice “bravo!” me lo dico da solo: BRAVO!

Si fa sempre più difficoltoso scrivere qualcosa che sia originale ma soprattutto mi piaccia,
ma nonostante questo veleggiamo convinti verso la fatidica quota 365!

Vediamo di darci un po' una mossa e mettere in cantiere questo libretto, che ne dite?

Photo Credit: Adam Foster | Codefor via Compfight cc

306# Luna

La luna era bellissima e la serata perfetta. Contemplava due stelle in cielo che brillavano tanto vicine da sembrare una sola. Ma era solo un'illusione, perché a guardar bene, fra un bagliore e l'altro, si capiva che in realtà erano due. E avrebbe voluto averla vicino, perché a lui una stella sola bastava, e l'altra avrebbe voluto donarla a lei. In ogni caso la luna era bellissima. La luna era sola in cielo. Gli piaceva la luna.

303# Ghigliottina

«Ma l'amore è un sentimento onnivoro, almeno per come lo intendo io, dovrebbe dare i crampi, non è così? Io non sento niente di simile nei suoi confronti, ma non mi si può condannare per questo: lei mi manca, d'accordo, vorrei esserle vicino, certo, vorrei ascoltare la sua voce, sicuro, ma niente di più! Tutto qua!» Dicevo mentre il boia mi aiutava a sistemare il collo nell'apposito alloggiamento. «Ti capisco, amico, ma io faccio solo il mio mestiere! Non vuoi essere il suo amante, bene, la regina ti condanna a morte» mi rispose. La ghigliottina mi spiegò la morale simmetrica di tutta la faccenda: non avevo perso la testa per lei e lei la faceva perdere a me.

300# Strategia

«Ma perché non mi ami?» «Perché non posso.» «Allora spiegami cosa te lo impedisce, dammi un motivo.» «Beh, non lo so... non c'è un motivo, è così.» «Ma neanche mi hai mai baciato!» «Ma insomma, mi sento sotto processo!» «Oh, io devo provarle tutte: prima o poi trovo la strategia giusta e ti rendo definitivamente felice.»

297# Cartolina

Il mio amore è partito per un viaggio intorno al mondo; era da molto che ne parlava e sono contento che abbia realizzato il suo sogno. Ad ogni tappa mi manda una cartolina e su tutte c'è scritto “Qui è bellissimo, manchi solo tu!” Il fatto è che anche qui è bellissimo, ma proprio perché manca lei. Credo le regalerò un secondo giro completo.

Pixellòve online dal 5 ottobre!


I TRUCCHI SONO FINITI: PIXELLÒVE ONLINE DAL 5 OTTOBRE!!
Ebbene sì, dopo quattro premi e tante parole
questo piccolo romantico cortometraggio sarà finalmente online dal 5 ottobre!
“Pixellòve”, una storia semplice eppure universale che parla del desiderio di sentirsi accolti e amati.
TENETE D'OCCHIO QUESTA PAGINA E NON SMETTETE DI SOGNARE!

294# Funziona

Il sole stava sparendo dietro l'orizzonte ed emanava un'intensa luce rossa. «Funziona così: – disse il primo uomo delle caverne al secondo – tu vai lì, ne scegli una bella in carne, che ti piaccia molto, la guardi negli occhi, poi la colpisci con la clava e la trascini per i capelli fino alla tua grotta: ed è amore.» «Ma sei sicuro?» disse il secondo uomo delle caverne. «Fidati, lei lo apprezzerà e sarà tua – il primo sembrava molto sicuro della cosa, teneva un braccio attorno alle spalle del secondo e gli parlava da amico – anch'io ho fatto così con la mia e fra un mese sono tre anni che ci amiamo.» Il primo non sembrava ancora molto convinto: «Veramente io pensavo di regalarle dei fiori...» «Dei fiori? – Il primo si mise a ridere – perché, vuoi che se li mangi?» «Ma alcuni sono così belli, pensavo che le potrebbero piacere...» Il primo uomo delle caverne si fece serio, guardò il secondo negli occhi e gli disse: «Amico mio, d'amore non capisci nulla!»

291# Pensierino

«Certo che se tu ti innamorassi di me... ci guadagneremmo tutti.» «Dici?» «Sì. Quasi sicuramente finirebbero tutte le guerre, il buco nell'ozono si chiuderebbe, tutti vincerebbero al gratta e vinci, e Dio riprenderebbe a far visita alla terra. Sì, credo ci sarebbero tanti benefici, indubbiamente!» «Tutte queste robe qui?» «Beh, questo per cominciare...» «E poi?» «E poi io sarei felicissimo.» «Allora magari ci faccio un pensierino...»

287# Valigia

La mia ragazza stava per chiudere la valigia. «Allora hai deciso, sei pronta? – le chiesi – sei sicura di non aver dimenticato nulla?» «No – rispose lei – mi sembra davvero di portarmi l'indispensabile» «Bene, via allora. Lasciami solo una fessurina dalla quale respirare.»

284# Momento

«Se ti baciassi, ricambieresti?» le chiese. «Queste cose non si chiedono» rispose lei. Allora lui fece per baciarla, ma lei gli disse: «No, questo non è il momento giusto.» «E quand'è il momento giusto?» «Il momento giusto è quando tutto è perfetto.» «E non è questo il momento?» «No.» «E da cosa si capisce che tutto è perfetto?» «Lo si sente nell'aria» concluse lei, e sembrava estremamente sicura di questa cosa. «Ma non bastiamo io e te?» provò a suggerire lui, ma la sua domanda non cambiò nulla nell'aria.

281# Bellezza

Il mio ragazzo ieri sera è stato rapito dagli alieni, dice. Dice che gli hanno confidato d'averlo rapito perché è l'esemplare più bello fra tutti gli esseri viventi. L'hanno studiato attentamente, dice, per capire il segreto della sua bellezza, e poi l'hanno riportato sulla terra. È una storia così assurda che potrebbe anche essere vera; il fatto della bellezza, intendo.

280# Quiz

Il campione indossò la cuffia e si concentrò: era pronto. «Domanda numero uno: quando ci siamo incontrati la prima volta?» chiese la conduttrice. «Il... 17 aprile... 1978 – rispose il campione – era un... lunedì!» «Sì, la risposta è esatta!» confermò la presentatrice dopo un attimo di suspence. «Bene, seconda domanda: qual è il mio colore preferito?» «Mmm... – il campione sembrò avere un attimo d'esitazione – il rosso!» «Esatto ancora una volta!» esplose giuliva la presentatrice. «Ed ora l'ultima domanda per riconfermarti campione del nostro quiz – riprese – la più difficile: quand'è che mi chiederai di sposarti?» Nello studio calò il gelo.

L'8 settembre 1943 di mio nonno, è arrivato l'11

Questo è un oggetto che parla; e non racconta solo il momento dell'8 settembre, ma tanta Storia che diventa storia, che diventa storie.
La copertina è nera, di quelle molto semplici. Infatti si vede bene che è uno di quei quaderni poco costosi; solo L.2 ha indicato a matita sul frontespizio della prima pagina la tabaccaia Elvira Toso, che ne ha venduti tanti uguali a Codroipo.
Al centro mio nonno ha scritto il suo nome.
Poi un gruppo di pagine è stato strappato. Chissà a cosa sono servite.

La prima pagina superstite, però, è allegra e canta una canzone: Io t'ho incontrata a Napoli.
Ho fatto una ricerca su internet, e ho scoperto che è la versione italiana di Somewhere in via Roma, composta dal musicista americano Hoagy Carmichael nel 1945.
Carmichael era a Napoli al seguito delle truppe americane come organizzatore di spettacoli per i militari, e deve aver conosciuto in città (in via Roma per la precisione, come dice nella canzone) una certa Angelina, un'aspirante attrice. Si devono essere innamorati ma poi lui è dovuto ripartire per la guerra, perché nella canzone lui dice a lei che “ci sposeremo a Napoli / quando il mondo pace avrà”. Doveva essere una canzone molto famosa all'epoca e a mio nonno dev'essere piaciuta tanto, perché ne ha ricopiato per benino il testo.

Questo quaderno è pieno di vita e di sentimenti. Almeno a me dà questa impressione.
Sulle due paginette seguenti c'è un discorsetto sull'amore. Frasi di quel tempo:
L'amore è il più bel richiamo del mondo. Ma qualche volta l'eco risponde con un inganno. Eppure ogni cuore canta e ogni anima ascolta. Ed è un viaggio attraverso la terra incantata.
Amore&Guerra. Pagine di appunti sulle lezioni teoriche della scuola militare e subito dopo quattro pagine di citazioni di autori classici e antichi sull'amore.

Un dramma teatrale: La Bandiera sotto l'altare, in tre atti di Renzo Baccino ambientato durante la prima guerra. Si tratta di un copione di servizio, mio nonno faceva la parte di Italo e quindi si è ricopiato solamente le sue battute.

C'è anche l'8 settembre in questo quaderno. L'8 settembre 1943 di mio nonno, è arrivato l'11.
È quel giorno che al suo battaglione hanno comunicato che l'esercito era sciolto e loro liberi di tornare alle proprie case.
Partì da Roma il giorno stesso e arrivò a casa, a Codroipo, alle ore 3.30 del 14 settembre 1943.
Se era tornato a casa, come mai a questa notizia seguono altri appunti del servizio militare?
E mancano molte pagine.

Chissà quando ha riempito le ultime cinque? Con la sua bella scrittura ordinata ha copiato tutta una serie di consigli d'amore. Parole e frasi di quel tempo, molto retoriche, molto piene di italica virilità.
Però l'ultima frase, senza punto fermo in fondo, la trovo perfetta:
Dimmi una parola che mi faccia desiderare ardentemente di ritornare a te

279# Letargo

La mia fidanzata è andata in letargo. Poco fa si è presentata qui in pigiama, col suo cuscino in mano e mi ha annunciato la cosa. «Ma che vuol dire? – Le ho risposto – non puoi andare in letargo... come farò senza di te per tutti questi mesi?» Gli occhi le si chiudevano già da soli: «Scusami, ma ne ho davvero bisogno! Stacco il cell. Comunque ti ho lasciato una provvista di baci e coccole in dispensa.» Ora dorme come un ghiro.

278# Odore

Il mio amore ha deciso di non lavarsi più. Io lo amo comunque, ci mancherebbe, però gliel'ho fatto notare perché inizia un po' a puzzare: «Mia dolcissima – mi ha risposto – lo solo faccio per noi! Recenti ricerche scientifiche sostengono, infatti, l’importanza dell'olfatto nelle relazioni interpersonali di natura amorosa. Attraverso gli odori possiamo scoprire cosa ci piace di più. Il nostro rapporto con l’odore è uno degli indicatori più eloquenti di chi siamo veramente e una delle strategie naturali che istintivamente ci conducono verso la persona giusta per noi. Il nostro dev'essere un amore a prova d'odore, capisci?» «Beh, sì, capisco, però...» «Amore = Calore. Calore = Sudore. Sudore = Odore. Odore = Amore.» ha concluso lui.

277# Spina

Il loro amore era come una rosa; e della rosa aveva il profumo e le spine. Ora, lei non aveva mai sentito di nessuno che fosse morto per essersi graffiato con una spina, però quel graffio le aveva fatto male e continuava a farla a sanguinare, poco ma costantemente. Forse la spina era conficcata nel suo cuore. Era il profumo della rosa a confonderla?

276# Medicina

Potrei chiedere aiuto alla medicina tradizionale, o a quella antichissima orientale, potrei cambiare dieta o stile di vita. Ma per questa malattia ho bisogno solo di un rimedio naturale, una sana abitudine, un farmaco semplice: tu.

275# Burocrazia

«Ti riempirei di baci!» ho detto alla mia ragazza. «Va bene, ma hai compilato l'apposito modulo?» mi ha risposto. «Scusa?» «Il modulo per i bacini, l'hai compilato?» «Ma veramente...» «Beh, ma come pensi che possa far partire la tua pratica se non compili l'apposito modulo? È disponibile anche la procedura online per coccoline e parole dolci.» Non è più la stessa cosa con tutta questa burocrazia.

274# Dono

Ecco la dura verità: in quello zoo infernale che sono le scuole medie, tutti avevano una ragazza, tranne me (mi sembrava. In realtà, a pensarci, nessuno era fidanzato con nessuno; si faceva solo un gran parlare di quella cosa che, dicevano, si chiama amore). In compenso alla fine di quella ricreazione avevo stabilito un nuovo record: rifiutato cinque volte, da cinque ragazze diverse in meno di mezz'ora. Il mio migliore amico era quasi ammirato: «Come ci sei riuscito?» «Non so, è un dono di natura, credo» risposi. La campanella ci spinse in aula, c'era educazione artistica.

273# Posto

Arrivò la fine dell'estate, arrivò il tempo degli addii: entrambi dovevano ripartire: «Non è questo il nostro posto, non è questo» diceva lei. «Non è questo, ma nemmeno nessun altro» diceva lui. Avevano visitato tutte le spiagge dell'isola insieme, in ognuno avevano fatto l'amore. «Da qua partiamo, e potrà esserci anche un oceano a separarci, ma tu hai un posto nel mio cuore» diceva lei. «Partiamo da qua, non puoi essere lontana se abiti nel mio cuore.» La risacca accompagnava le loro parole.

272# Inventore

Un pittore innamorato decise, un giorno, di fare il ritratto della sua amata. Ben presto però si rese conto che lei era così bella che in nessun modo avrebbe potuto renderne lo sguardo, l'incarnato, quel ricciolino dei capelli e tutti quei minimi particolari che accendevano la sua passione e la rendevano così stupenda ai suoi occhi. Solo la sua stessa immagine poteva renderle giustizia. Fu così che il pittore buttò via tele, pennelli e colori, divenne inventore e inventò lo specchio.

271# Incantesimo

Un vecchio re s'innamorò d'una semplice ragazza. I baroni della corte erano molto preoccupati vedendo che il sovrano, tutto preso dalla sua brama amorosa e dimentico della dignità regale, trascurava gli affari di stato. Quando improvvisamente la ragazza morì, i dignitari trassero un respiro di sollievo, ma per poco: perché l'amore del re non morì con lei. Fatto portare il cadavere imbalsamato nella sua stanza, non voleva staccarsene. Il suo consigliere più fidato, spaventato da questa macabra passione, sospettò un incantesimo e volle esaminare il cadavere. Nascosto sotto la lingua della morta, egli trovò un anello con una pietra preziosa. Dal momento in cui l'anello fu nelle sue mani il re s'affrettò a far seppellire il cadavere e rivolse tutto il suo amore verso quel consigliere tanto fidato. I dignitari, per sfuggire a quell'imbarazzante situazione, decisero di gettare l'anello in un lago. Il re s'innamorò tanto di quel lago che non volle più allontanarsi dalle sue rive.

270# Yogurt

Il mio ragazzo passa ad osservarmi tutto il santo giorno: dice che sono irresistibile, che sono la cosa più bella che lui abbia mai visto. Certo, è molto dolce e la cosa mi fa piacere, ma mi spavento terribilmente quando spunta dal cestone della roba sporca o quando apro la porta del frigorifero e lui è lì a fissarmi. «Fa' pure come se non ci fossi, amore, sii naturale. Sei stupenda!» mi dice col suo sorriso più innamorato. A me viene solo da rispondergli: «Già che sei lì, mi prendi uno yogurt?» e chiudo.

269# Irreversibile

Come lo zucchero che si scioglie nel caffè, il dentifricio spremuto dal tubetto, un profumo che si volatilizza mischiandosi all'aria: era in atto un processo irreversibile. Atomi e molecole rimanevano uguali, eppure era tutto cambiato: loro due erano innamorati.

268# Orsacchiotto

Lo sapevo che prima o poi sarebbe successo, che non sarebbe rimasto a lungo indifferente alle mie occhiate sensuali e furtive! Oggi mi ha finalmente rivolto la parola: «Spostati cosa!» mi ha detto, e con la mano mi ha scansata. È il mio rude orsacchiotto.

267# Senso

«Sei arrabbiato?» «No.» «Sei davvero sicuro di non essere arrabbiato?» «Ti ho detto che non sono arrabbiato.» «Davvero?» «NON SONO ARRABBIATO!» «Ecco, vedi, sei arrabbiato!» «TI HO DETTO DI NO!» «E allora perché alzi la voce? È evidente che sei arrabbiato, perché lo neghi? Cosa ti ho fatto?» «Ma non piangere, non mi hai fatto nulla! Ti ho detto che non sono arrabbiato.» «Se mi vuoi lasciare dillo subito.» «Mah... ti ho detto che non sono arrabbiato!» «E non mi vuoi lasciare?» «MA NO!» «Ma allora perché urli?» «Ma mi chiedi cose senza senso...» «AH, PERCHÉ SECONDO TE LA NOSTRA RELAZIONE NON HA SENSO? BASTA, TI LASCIO!» «Mah...»

266# Concime

Quando la mia ragazza mi disse che voleva lasciarmi le risposi: «Non puoi lasciarmi, ti prego! Senza di te sfiorirò e appassirò come un fiore senz'acqua.» «Non preoccuparti – mi rispose lei – hai tanto di quel concime che sopravviverai.» «Non è vero, che vuol dire?» «Che sei stronzo.»

- 100 Stati d'amore! Raccolta in arrivo!


Questo è un post celebrativo!
Essì, perché bisogna celebrare il fatto che siamo giunti ad un'altra tappa importante di questo lungo percorso: mancano 100 storielle alla fine delle storielle!!!
Sì, lo so, è vero... sono in ritardo sulla tabella di marcia, perché in realtà l'anno in cui dovevo scriverne “una al giorno” scadrà fra tre giorni (il 22 agosto), ma... scrivere ogni giorno una storiella che fosse originale e che piacesse a me per primo, non è stato sempre possibile!
Siccome ritengo più importante essere soddisfatto io per primo di quello che propongo a chi mi legge, piuttosto che rispettare una scadenza (che poi tanto alla fine mi ero dato da solo... quindi posso anche ignorarla) ho preferito non pubblicare nulla in qualche giornata.

Attenzione! Altra grande novità in arrivo!!
Il prossimo periodo, infatti, è importante non solo perché stiamo arrivando alla tanto agognata quota 365, ma anche perché ci avviciniamo alla pubblicazione! E come? L'idea è quella di sfruttare il meccanismo del crowdfunding, quindi richiedendo l'intervento di tutti coloro che in quest'anno si sono appassionati a questa forma di fiction brevissima e che vorrebbero avere a disposizione un “oggetto libro” che ne contenga la raccolta completa facilmente consultabile, riutilizzabile ed eventualmente scagliabile contro fidanzati/e insensibili!
Presto tutti i particolari!

Photo Credit: Rita_Lee via Compfight cc

265# Perché

Si conoscono da sempre, eppure si riscoprono nuovi ogni mattino. Adorano ancora stupirsi l'un l'altra regalandosi piccole meravigliose romantiche stupide sorprese: un tramonto dai colori più accesi o le montagne più alte innevate e luccicanti fuori stagione. Ogni tanto la Terra chiede al Cielo: «Ma tu perché mi ami?» e il Cielo le risponde «Sei fatta apposta per me.»

263# Riscatto

Caro amore mio, queste sono le condizioni del riscatto: se vuoi rivedere il tuo cuore lascia dieci milioni di euro in banconote di piccolo taglio, non segnate e con numeri di serie non in sequenza, nel cassonetto all'angolo della strada, di fianco all'edicola, entro mezzogiorno. Tarda di un minuto e lo terrò per sempre. Non sto scherzando. Sarà per sempre mio. Non avvisare la polizia. L'amore non può aspettare. Baci dolci.

262# Sequestrato

Caro amore mio, questa storia va avanti ormai da un bel pezzo. Inizialmente pensavo che tutto si sarebbe risolto in breve, che volevi solo mettermi alla prova, ed era emozionante e divertente, sapere che tu avevi sequestrato il mio cuore. Ma l'altro giorno, ricevere il lobo sinistro in quella busta insanguinata mi ha fatto un po' male, sinceramente. Dimmi cosa vuoi o tornami il cuore, sono disposto a pagare qualsiasi cifra. Un bacio.

261# Labirinto

Ormai ero in un labirinto senza vie d'uscita, in cui la via più facile non era sempre la più giusta da percorrere. A questo bisognava stare attenti. Tutte le canzoni mi parlavano di te, in tutte le nuvole scorgevo il tuo profilo, ogni fiore ti assomigliava: eri un mondo fatto per me, a mia misura e in cui era dolcissimo perdersi. Quando lo capii, smisi di cercare la strada per uscire da te e mi abbandonai alla vertigine.

260# Acconciatura

Con questa nuova acconciatura si sentiva ancora più affascinante del solito, una specie di divinità. I maschietti per strada si giravano tutti a guardarla e restavano di sasso. Lei a vederli a bocca aperta, fermi come belle statuine, rideva e si ripeteva: «Sei sempre la più bella, Medusa!»

259# Cercarsi

Quando il destino li separò si giurarono l'un l'altra che avrebbero continuato a cercarsi per sempre, finché non si fossero ritrovati nuovamente insieme. Furono l'alba e il tramonto, un fiore e un'ape, la spiaggia e il mare che l'accarezza, un bambino e la sua mamma, la montagna e il cielo. Sempre si cercarono e sempre si trovarono.

258# Bacio

Il tuo bacio è la linfa vitale e un veleno mortale. Linfa quando lo concedi, veleno quando lo neghi. Il tuo bacio è l'elisir di lunga vita, è una stregoneria che resuscita i morti! M'interessano solo i tuoi baci, sono tutto ciò di cui ho bisogno. Ma non pensare sia poco perché cos'altro ho mai desiderato tanto?

257# Barattolo

Eppure ricordava di averlo messo lì, fra i vecchi quaderni di scuola e i mobili antichi ereditati dalla zia.. In un grosso barattolo di vetro aveva riposto tutto il suo amore, dall'età di 25 anni in poi. Ci aveva ripensato qualche settimana prima quando era arrivata una nuova vicina di casa, anche lei vedova; carina, una a posto. La prima volta si erano scambiati un saluto formale, ma presto avevano chiacchierato a lungo sul pianerottolo che li divideva, per ore e ore in piedi, ignorando la minaccia delle vene varicose. Lei gli aveva raccontato dei suoi nipoti, lui del suo vecchio lavoro e della sua passione per il ciclismo e lei del suo amore per la cucina. Certi profumini ad ore pasti lo avevano incantato... Le riuscivano molto bene le confetture. Il barattolo! Era lì, impolverato fra le ragnatele, pieno fin quasi ad esplodere. L'avrebbe dovuto svuotare prima di portarlo a lei. Gli aveva promesso la confettura di pesche, la sua preferita.

256# Paura

«Come si chiama questa cosa che sento adesso?» «Non credo le abbiano ancora inventato un nome.» «Sei sicuro?» «Boh, prova a darglielo tu?» «Ho paura di dirlo.» «Non dirlo. Tienilo nel cuore.»

255# Acqua

Con la mia ragazza scattano ogni giorno i litigi più cruenti e assurdi per le peggiori sciocchezze di poco conto, che però diventano di fondamentale importanza per ciascuno dei due a turno. Il fatto è che siamo diversi, chiaramente. Lei è donna, io uomo, ad esempio. No, non potremo mai dire di essere uguali. Siamo decisamente differenti; ma quel tipo di diversità che corre fra ossigeno e idrogeno, che insieme formano l'acqua.

Incontro

Ho provato a cercarti
e a non cercarti
ad inseguirti
e ad aspettarti

a desiderarti
e a lasciarti andare.

Il nostro è un incontro
che deve ancora avvenire.

254# Coraggio

Per lei è pronto a fare ogni cosa, senza mai tirarsi indietro: scalare le montagne più alte, attraversare i sette mari in tempesta, affrontare pericoli letali, ma per iniziare raccoglierà semplicemente il coraggio necessario a chiederle di uscire.

253# Mille

L'altro giorno, mentre sbaciucchiavo la mia ragazza in un momento di intimità, travolto dalla passione mi è scappato di dirle: "Voglio darti mille baci!" Lei ha iniziato a contarli ad alta voce e quando ho accennato a fermarmi verso il numero 162 mi ha guardato malissimo. Ho dovuto continuare. Al numero 547 avevo perso la sensibilità delle labbra.

Verso agosto!


Sì, lo so, qui passano i giorni e io non scrivo, ma abbiate comprensione nei miei confronti, le giornate saranno lunghe ma gli impegni di lavoro me le accorciano notevolemente e la calma e il tempo per scrivere scompaiono... Tuttavia non temete, grandi progetti bollono in pentola sia per i romantici che per i più teatrali! Mi metto d'impegno!

252# Legione

Quando mi lasciò l'unica alternativa che mi sembrò plausibile fu la legione straniera: per allontanarmi da tutto ciò che me la ricordava, per dimenticarla, per dimenticare tutto, per chiudere col passato. Fu così che feci domanda e venni arruolato. Finalmente, qui nel deserto, non penso più a lei: mi circondano solo dune di sabbia arrotondate e tiepide come i suoi fianchi, oasi colpite dai raggi del sole che brillano come i suoi occhi e datteri dolci come le sue labbra. Finalmente.

251# Spalle

La vedo ogni giorno sull'autobus, seduta di spalle due posti davanti a me. Conosco a memoria il colore dei suoi capelli (castano naturale) e la forma dei lobi delle sue orecchie delicate. Oggi aveva degli orecchini di perla, semplici, luccicanti e graziosissimi; ad un certo punto si è girata quasi completamente di profilo e ho capito che non c’è dubbio: è bellissima. Peccato che scenda sempre due fermate prima di me e non si volti mai. Se lo facesse proverei almeno a salutarla. Forse. Invidio così tanto l’autista che almeno può guardarsela nello specchietto retrovisore.

250# Ritagliare

Era molto telegenica, bellissima; era la regina del selfie. Le piaceva da impazzire farsi mille foto con ogni suo nuovo fidanzato. Certo, poi era una palla perdere tutto quel tempo a ritagliare io loro visi dalle immagini, quando lì lasciava, ma d'altra parte venivano tutti malissimo!

249# Universo

Mi sembrava una cosa tanto difficile, e invece ho capito tutto in un attimo: l'universo è infinito, il nostro amore è infinito, noi siamo l'universo.

248# Dolci

Siamo così dolci che il medico è seriamente preoccupato per la nostra glicemia. Ci ha raccomandato una dieta a base di zucchero filato piuttosto che incontrarci; però con lo zucchero filato si prendono delle grandi indigestioni, con i baci no.

247# Amici

Ogni tanto pensava “Adesso vado lì, gli dico «Ti amo» e lo bacio!” ma aveva troppa paura della risposta. Avrebbe potuto rischiare di perderlo? No, no, per nulla al mondo: era il suo migliore amico! Come sarebbe vissuta senza di lui? Senza stargli accanto ogni giorno, senza piccole gelosie, senza far finta che non le importasse troppo, senza dargli consigli sulle altre ragazze, senza raccontarsi tutto, senza i suoi sorrisi? No impossibile. Erano 'amici', ed era bello ed era una fregatura.

246# Sincerità

Oggi io e la mia ragazza ci siamo giurati che ci diremo sempre e solo la verità su tutto, perché per noi la cosa più importante in un rapporto è la sincerità. Così, quando mi ha chiesto come le stava il vestito che aveva indosso le ho detto che era orribile. Lo era per davvero. Lei ha apprezzato molto la mia sincerità e mi ha ringraziato con un sorriso: «Il mio ex diceva sempre che mi stava d'incanto – ha detto – ma d'altra parte giurava anche di non tradirmi e invece...» Allora, visto che aveva introdotto lei l'argomento, ho aggiunto: «Ah, a proposito: ti tradisco – poi siccome la vedevo un po' giù ho ripreso – però effettivamente non è che ti sta malissimo 'sto vestito...» Va bene la verità, ma un po' alla volta, dai.

245# Cavaliere

Gli bastò sentirne parlare da un amico per innamorarsene subito, come sarebbe accaduto ad un cavaliere errante del Medioevo sentendo d'una donzella in pericolo. Per lui, però, fu molto più facile: gli bastò arrivare in automobile (e non a cavallo), dopo averle chiesto un appuntamento (e non dopo essersi battuto con un drago sputafuoco) e portarle un mazzo di rose (e non spezzare un crudele incantesimo) per ottenere il bacio della sua principessa.

243#

La mia ragazza è bellissima, la più bella di tutte, è stupenda, è un sogno in carne ed ossa. Ci sono dei momenti in cui mi fermo a guardarla a bocca aperta e resto senza

241# Cancellare

«Ma come diavolo si fa a cancellare una persona dalla propria testa?» si domandava. Lei poteva passare mesi senza pensare al suo ex, senza vederlo... poi un giorno bastava che il cielo fosse della stessa sfumatura che avevano i suoi occhi quel pomeriggio che avevano passato abbracciati al parco, e risentiva battere forte il cuore e ripensava a tutti gli altri momenti insieme. Nell'astuccio non aveva nessuna gomma abbastanza potente e neanche il bianchetto sembrava essere utile.

240# Piantala

«Piantala o ti mollo! – mi ha detto la mia ragazza – ti stanno guardando tutte!» «Scusa – le ho risposto – cosa dovrei piantare di fare di preciso?» «Di essere così maledettamente carino.» «Ci proverò!» le ho detto baciandola.

239# Spiegare

Le bastarono cinque minuti per capire che era l'uomo della sua vita. Ci mise tutta la vita, però, a spiegare a lui questa cosa.

Cosa manca a noi

Cosa manca a noi
che siamo così arrabbiati?
Un bersaglio, le vecchie regole,
i cari limiti e un vocabolario.

Cosa manca a noi
che abbiamo tutto
quello che vogliamo avere?

Tutto quello che non vogliamo
più avere: il sacrificio,
il passato, il tempo perso,
l'idea che la vita è difficile
ma non impossibile,
una mela matura e non lucidata,
priva di verme.

Cosa manca a noi
che siamo così delusi da noi stessi
da dare la colpa agli altri?

Uno specchio per riflettere
o da rompere per giustificare, almeno,
tutto questo.

Photo Credit: jikido via Compfight cc

238# Niente

«Cosa c'è che non va?» chiesi alla mia ragazza. «Niente» mi rispose. Ora tutti sappiamo che “niente” è la calma prima della tempesta, un segnale di pericolo grande come un grattacielo, il colpo mortale! Restai sulle spine attendendo la sciagura, e invece significava “niente” per davvero.

237# Trasloco

Si era installata nella sua mente come in un comodo monolocale. Gli aveva affittato la testa ed era l'unica inquilina. Le avrebbe reso volentieri il favore, senza occupare tanto spazio, cercando solo di essere il più dolce pensiero. Sarebbe stato un trasloco alla pari. Non avrebbe più dovuto chiamarla o mandarle sms, gli sarebbe bastato sussurrarle tutto all'orecchio, anche le lunghissime poesie che nemmeno gli sms in quattro parti riuscivano a contenere. Gli sarebbe bastato scendere al piano di sotto e guardarla negli occhi.

236# Spettacolo

«Sei uno spettacolo!» ho detto alla mia fidanzata guardandola con gli occhi dell'amore. E davvero, lo è! «A proposito, hai pagato il biglietto? – mi ha chiesto lei allungando la mano – sono 4 euro e 50, grazie.» Ho fatto una risatina, ma alla fine ho dovuto sborsare per evitare la multa, visto che era arrivato il delegato SIAE. Se va avanti così mi sa che mi conviene fare un abbonamento.

235# Campionato

I gironi eliminatori sono stati durissimi. Ad un certo punto non sentivo più la lingua! Ma ce l'abbiamo fatta e ora siamo qui, abbracciati dopo aver superato anche quarti e semifinali, con le labbra intorpidite ma piene di desiderio. Mesi e mesi di duro allenamento sono serviti. Ci stringiamo ancora un po' e le nostre bocche si avvicinano: inizia la finale del campionato mondiale di baci e noi la vinceremo.

234# Scopo

«Il solo scopo della mia vita è che tu sia felice. Se credessi di poterti rendere felice morendo, morirei.» «Ma che dici? La tua morte non mi renderebbe felice. Al contrario. Mi renderebbe infelice. E in ogni caso, tu non morirai» «No, ma ti lascio.» «Oh.»

233# Illuminare

Separati per illuminare il giorno e la notte, il sole e la luna riuscivano ad incrociarsi solo per un breve attimo in cui guardarsi negli occhi. «Sei il mio sole!» diceva la luna al sole. «Sei la mia luna!» diceva il sole alla luna. Ed erano felici.

La Festa dei Folli 2014!!!

Come poteva mancare questo grande annuncio?! Mancano solo pochi giorni e, per il sesto anno consecutivo, sarà di nuovo Festa dei Folli!!!
Nel weekend, infatti, il 23, 24, 25 maggio si svolgerà a Codroipo (Ud) il raduno regionale di giocoleria del Friuli Venezia Giulia, grazie al contributo della Regione FVG, al patrocinio del Comune di Codroipo e all'infallibile organizzazione di Ratatuie - teatro di strada e di Flabby Face.
Giocolieri, mangiafuoco, trampolieri, maghi e musicisti daranno la possibilità a grandi e piccini di trascorrere dei piacevoli momenti di divertimento e, ai più intraprendenti, di mettersi in gioco con palline, clave, fazzoletti e attrezzi di ogni genere.

Ma diamo un'occhiata al programma: si inizia venerdì 23 maggio, presso il Centro Culturale Ottagono, dove alle ore 21.00 la palestra di giocoleria delle Ratatuie sarà aperta a tutti gli artisti o aspiranti tali che vorranno provare le varie discipline. Sono le Olimpiadi dei Folli!!!
Sabato 24 maggio la “Festa dei Folli” raggiunge il culmine: alle 15.00, la piazza Garibaldi, in centro a Codroipo, sarà invasa da giocolieri desiderosi di esibirsi, incontrarsi, allenarsi e scambiarsi esperienze e tecniche, alle 18.00 il momento dell'aperitivo sarà animato dalla band “The foolish quartet” mentre alle 20.45 tutti sotto il tendone che coprirà la piazza per “La Notte dei Folli” il gran galà di giocoleria che come ogni anno porterà a Codroipo artisti da tutta Italia. La serata si concluderà sui ritmi e le melodie dei “BeerBanti Blues Band”.

Nella mattina di domenica 25 maggio, presso il Centro Culturale Ottagono la Festa dei Folli ospita il 1° Meeting delle Scuole di Circo del Friuli Venezia Giulia, momento di incontro, scambio e formazione (con il worksphop sul “circo adattato” di Daniele Giangreco) per operatori di Scuole di Circo, insegnanti ed educatori. Alle 16.00 si ritorna di nuovo sotto il tendone di piazza Garibaldi per assistere alle esibizioni delle scuole di Circo del Friuli Venezia Giulia.

Insomma, piccoli artisti crescono grazie al fascino del circo e dell'arte di strada, non solo svago e divertimento, ma anche momento aggregante per piccoli e grandi, occasione per trasmettere valori positivi come il lavoro di gruppo, l'applicazione e il sacrificio, e quelli meravigliosi ed eterni dell'amicizia e della condivisione culturale.

Un riassunto del programma completo:

Ci vediamo in piazza!!