Scrivo per...


Qui già ne avevo parlato, in maniera "poetica", del perché scrivo. Oggi ci pensavo ancora e mi è venuto in mente questa specie di slogan, che sento abbastanza aderente a quello che provo mentre scrivo: come uno svuotarsi, un liberarsi dei pensieri. Lo dico in senso positivo, perché è un po' come potersi guardare da fuori, staccarsi per comprendersi e migliorarsi anche: terapeutico in una parola. Molto più economico dell'analista. Funziona sia con la forma diaristica (che assolve questa funzione per antonomasia) sia per la fiction.

Poi è chiaro che fa piacere se c'è anche qualcuno che legge. Da questo punto di vista mi faceva piacere sapere se qualcuno, ogni tanto passa di qua: condivisioni e commenti se ne vedono pochi e a volte mi sembra di "scrivere" al muro.

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