Dal diario di Anne Frank


Il Diario di Anne Frank lo avevo letto, come tanti (spero come tutti) alle medie, a spezzoni, perché bisognava. In questi giorni però sto lavorando a Venezia per la Giornata della Memoria (a cui dedicherò un po' di post in questi giorni) alla messa in scena della mono-opera di Gregori Frid omonima. Musica bellissima che consiglio a tutti di venire a sentire e vedere (domenica 29 gennaio, ore 20.00, Teatro Goldoni, ingresso gratuito).
Rileggendo il Diario sono rimasto stupito dalla sensibilità di questa ragazza. Non credo nemmeno di essere in grado di commentare, quindi riporto solo due stralci che trovo di una bellezza e verità inquietanti.

"La verità è che durante la giovinezza c'è molta più solitudine che in vecchiaia. I vecchi hanno le loro idee e non sono indecisi, non annaspano qua e là, perché sanno in che direzione va la loro vita. Per noi giovani è doppiamente difficile riuscire ad affermare le nostre idee in questi tempi, in cui tutti gli ideali si frantumano, in cui si ricomincia a dubitare della verità, della giustizia, di Dio! Non abbiamo più ideali, più bei sogni, più radiose speranze. E anche se ci nascono, subito vengono infranti dalla terrificante realtà."

"(...) io lavorerò per gli uomini. Ora so che il coraggio e la voglia di vivere sono la cosa più importante! Alla ricchezza e alla fama si può rinunciare. La serenità invece può sopirsi solo per brevi momenti, perché continuamente si risveglia, riempiendo di gioia la nostra vita.

Finché continueremo a guardare verso il cielo senza paura..."

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