Digitale, troppo digitale


All'inizio degli anni '90, mentre erano già impegnati ad espandere il codice per creare un software di animazione umana di utilizzo generale (che sarebbe diventato poi Character Studio) Susan Amkraut e Michael Girard si trovarono di fronte un problema. Compresero che un difetto del loro software era che spesso le figure si muovevano fin troppo bene. I piccoli errori e le esitazioni che conferiscono ai movimenti reali il loro carattere individuale e irripetibile andavano perduti. Pensarono dunque che se avessero potuto campionare dei movimenti reali come materiale grezzo sul quale il programma potesse lavorare, avrebbero potuto riunire il meglio dei due mondi. Avrebbero potuto insegnare al programma ad essere più umano. Cominciarono così ad interessarsi alla motion capture, una tecnologia che dal tempo delle sue origini, con gli esperimenti di Jules-Etienne Marey nella seconda metà del XIX secolo aveva fatto passi da gigante.
Il Motion Flow Editor che svilupparono durante il progetto dello spettacolo Hand-Drawn Spaces di Merce Cunningham (che sarebbe poi stato impiegato anche in Biped) umanizzava i gesti che riusciva a creare.

3 commenti:

Martina Maddalena Attori ha detto...

tutto ciò mi ricorda la pittura iperrealista.
metallica, tipo richard estes per capirsi.
ma non riesco ancora a dire se mi piace (leggi: se i miei sensi la trovano una cosa piacevole) oppure no... nè l'uno nè l'altro, intendo.
non sono una paladina dell'artigianato, anzi. il "fatto a mano" ad ogni costo, la fatica umana ad ogni costo non è qualcosa che per me sia neessariamente un plusvalore.
specie se non serve ad andare avanti, oltre, nell'espressione...
ma qui, mi domando? mi pare la solita questione della riproposizione della realtà, niente di diverso da quando i pittori non riuscivano a capacitarsi che la fotografia fosse riuscita a fare un passo in avanti.
magari non era questa la questione?

Santrevi ha detto...

il fatto è che queste tecniche digitali di elaborazione e di motion capture "costringono", in un certo senso, l'artista bendisposto a pensare in modo diverso e ampliano notevolmente le possibilità compositive.
comunque a me colpisce sempre questa di umanizzare le macchine per ottenere un risultato migliore.
certo, migliore secondo i nostri canoni.

Martina Maddalena Attori ha detto...

(grazie per il link!)
Gli alpini sono qualcosa di spassoso davvero... a Bassano (non so se avrai modo di passarci in questi giorni) hanno piantato gli igloo anche sulle aiuole in mezzo alla strada!
incredibile...
per motion capture. io son davvero a digiuno di queste tecnologie del digitale, immagino di sì, che sia uno stimolo... interessante la cosa che dici sull'umanizzare le macchine. manca poco ai droidi protocollari... ;) C1P8 sembrava tutto sommato felice con il suo Padron Luke!