Il Bell'anatroccolo (parte 2 / Fine)


Man mano che il tempo passava i piccoli crescevano, ma più di tutti cresceva il piccolo cigno, che andava schiarendosi e slanciandosi. Il suo collo soprattutto, giorno dopo giorno, si allungava in maniera prodigiosa, flessuoso e regale come non se n'era mai visti. Ed assieme alle dimensioni aumentava anche la fame del piccolo che ogni giorno chiedeva alla madre maggiori quantità di cibo.
In un paio di mesi il piccolo cigno divenne grande, splendido. Tutti gli altri animali dello stagno ne avevano rispetto e considerazione e non osavano contraddirlo o usargli il minimo sgarbo.
Il cigno dal canto suo andava facendosi sempre più superbo e pieno di sé. Sapendo d'essere bello non mancava occasione per denigrare gli altri animali ed in particolare i suoi fratelli.
Mamma Anatra continuava a riservare al suo orgoglio tutti i bocconi migliori, tutte le prede più prelibate e succulente. Il cigno mangiava golosamente tutto quello che gli veniva presentato. Anzi, giorno dopo giorno chiedeva cibo in abbondanza, tanto che la madre, non potendo provvedere da sola a tutto il fabbisogno costrinse anche gli altri fratelli a darsi da fare per sfamare il vanto della famiglia.
Seduto nel nido come un re sul suo trono, il cigno impartiva gli ordini perché si provvedesse a soddisfare al più presto ogni suo capriccio e soprattutto mangiava, mangiava, mangiava... Stare comodo nel nido e farsi servire era ciò che amava più di tutto.
Un giorno che le allodole cantavano gioiose e il sole riscaldava la terra il cigno si svegliò con una gran voglia di allungare le zampe per sgranchirsi facendo un giretto attorno al nido. Si sforzò per distenderle, ma nonostante tutti i suoi sforzi si sentiva schiacciato a terra. Puntava le zampe ma non riusciva a sollevarsi che di pochissimo. Era diventato grosso e grasso.
Pigolando svegliò la madre e i fratelli per chiedere il loro aiuto. Le provarono tutte: spinsero, tirarono, sollevarono, provarono a far leva con un ramo spezzato, mentre da dentro il nido il cigno sbraitava di far presto perché lui era stanco di quella situazione ed aveva una tremenda fame. Ma in nessun modo riuscirono a spostare quel cigno obeso di un solo centimetro.
All'ultimo tentativo il cigno ricadde sul fondo del nido e lì si accasciò triste ed arrabbiato. Mamma Anatra cercò di fare tutto per alleviare la pena del suo piccolo orgoglio. Per distrarlo e fargli tornare il buon umore decise di portargli qualcosa di prelibato da mangiare. Setacciò tutti i paraggi alla ricerca del verme più pingue e succoso che si potesse trovare e dopo averlo catturato lo portò al suo piccino.
Dimenticando in un batter d'occhio le sue miserie, tutto soddisfatto di fronte al banchetto che gli si preparava il cigno ingordo si ingozzò il verme in un sol boccone. Ma subito sentì che qualcosa non andava. Era pieno. Il collo era gonfio. Non riusciva più a respirare. Il verme gli era andato di traverso.

Il Bell'Anatroccolo (parte 1)


Sulla sponda d'un laghetto Mamma Anatra covava le sue uova mentre l'alba andava imbiancando la volta del cielo. Sentiva che quella mattina preannunciava qualcosa di importante. Le uova si sarebbero schiuse.
Infatti, mentre il sole faceva brillare i primi raggi sullo stagno le uova cominciarono a scricchiolare e fra le crepe si affacciarono tanti piccoli becchi. Mamma Anatra aiutò i suoi piccoli a liberarsi dal guscio e li sospinse pian piano uno accanto all'altro per contemplare il frutto degli sforzi durante la cova. Erano piccoli e gialli, meno uno che era tutto grigio. Mamma Anatra si rese conto da subito che quello non poteva essere figlio suo. Non si trattava certo di un anatroccolo: quel pulcino era un cigno, che ora era piccolo e grigiastro, ma in breve sarebbe diventato una creatura meravigliosa, candida come la neve e maestosa più di ogni altro uccello che avesse mai abitato quel minuscolo stagno.
Pur non spiegandosi come aveva potuto non accorgersi di covare un uovo non suo e soprattutto come quell'uovo fosse capitato nel suo nido (era pur sempre un'anatra con un cervello d'anatra), era ben conscia di avere fra le piume una fortuna non da poco e decise di fare tutto perché al piccolo non mancasse mai nulla di ciò che gli sarebbe potuto servire per diventare un animale forte e fiero, l'animale più bello dello stagno, così che una volta grande egli potesse portare lustro e onore alla sua famiglia, anche se adottiva: proprio come Mamma Anatra aveva sempre sognato.
Ogni volta che tornava al nido con del cibo per sfamare i suoi piccoli Mamma Anatra serbava il boccone migliore per il piccolo cigno. Tutte le volte che doveva allontanarsi dal nido raccomandava ai fratellini di non infastidirlo e di lasciare sempre a lui il posto più caldo quando riposavano.
In tutte le dispute nei giochi la ragione andava a lui, che ce l'avesse o meno. Che pulcino fortunato, direte voi!
Ogni volta che tutti insieme si tuffavano nel laghetto Mamma Anatra non mancava di esaltare le doti del piccolo cigno. Nuotava meglio di tutti i suoi fratellini, che erano goffi e ridicoli di fronte a lui.
Un giorno Mamma Anatra portò la sua piccola famiglia in visita dalla sorella per presentare ai suoi piccini i loro cuginetti.
La piccola comitiva camminò faticosamente fino al laghetto e gli anatroccoli salutarono le altre anatre. Mentre i piccoli giocavano fra loro Mamma Anatra non la smetteva più di raccontare quanto fosse speciale quel piccolo cigno e quanto il suo sogno fosse quello di farne l'animale più bello e ammirato di tutto lo stagno.


Continua... se me lo chiedete almeno in cinque, in caso contrario sarò affranto e scontroso.

68. Mostra Internazionale d'Arte Cinematografica - La Biennale di Venezia 2011 - Giovedì 8 Settembre


Missione di pace di Francesco Lagi
Uno dei problemi che ho notato in molti film di quest'anno è la poca chiarezza d'intenti. Sembra che autori e registi non scelgano con coerenza le strade da percorre: che film voglio fare? cosa voglio dire con questo film? "Missione di pace" presenta questi difetti; potrebbe essere un ottimo film comico, ma tutto rimane a media intensità e la risata vera, goduta non scatta mai. Gli interpreti non brillano e il clima giusto non si crea. Voto: 5

The Exchange di Eran Kolirin
Un film che forse non ho capito, fatto di sfumature sottilissime. Una routine assurda e alienante viene interrotta dalla scoperta che il mondo è fatto di particolari e che a regnare è l'indifferenza a qualsiasi comportamento. Bella l'idea, belle le dinamiche, ma c'è un peccato di fondo di eccessiva leziosità. Voto: 6

L'ultimo terrestre di Gian Alfonso Pacinotti
Bello, bello! Per essere una (quasi) opera prima è quasi straordinario. Gli alieni sbarcano in Italia e sanno cos'è giusto e cosa è sbagliato, le sorprese non mancano, Herlitzka è strepitoso una volta in più. Spero tanto vinca un premio perché penso proprio che lo meriti. Voto: 8.5

Life Without Principle di Johnnie To
Le dinamiche del plot sono un intreccio quasi tarantiniano, ma tutto ruota attorno al denaro, alle banche e alla bolla speculativa nei giorni del tracollo della Grecia. Il tutto ambientato ad Hong Kong. Il ritmo non è sempre ben sostenuto per tutto il film e non mancano le zone di fiacca in attesa che l'azione riprenda con un colpo di scena. Voto: 6.5

Domani, se ho la forza di alzarmi, ultimo giorno al Lido, ma non so se ce la fo.
Da domani sera infatti sono al Medioevo a Valvasone, con le Ratatuie per il debutto di Io, solo. Ci vediamo lì!

68. Mostra Internazionale d'Arte Cinematografica - La Biennale di Venezia 2011 - Mercoledì 7 Settembre

Oggi non sono pienamente soddisfatto dei film visti, no, no...


Another Silence di Santiago Amigorena
Per vendetta vengono ammazzati marito e figlio di una donna poliziotto di Toronto, questa si mette alle calcagna dell'assassino materiale per farlo fuori. Non è un brutto film, assolutamente guardabile (anche se non brillante) per regia e interpretazione della protagonista e con numerosi passaggi dall'atmosfera azzeccata. Non sono resi bene i passaggi temporali però e le distanze (si passa da Toronto all'Argentina senza prendere un aereo in pochi secondi, ti spiazza). Voto: 6

Faust Aleksander Sokurov
Libero adattamento dell'opera di Goethe. Pur non discutendo sull'ottima regia, non mi ha convinto fino in fondo e non so perché. Forse per la scelta di annullare esorcismi e magie a favore di una concretezza tutta terrena. Così Mefistofele è un usuraio, le meraviglie sono fenomeni del tutto naturali. Voto: 7

4:44 Last Day on Earth di Abel Ferrara
Se il mondo dovesse davvero finire forse questa sarebbe la situazione. Due amanti nel loro appartamento, fanno l'amore, guardano programmi tv, lei dipinge, chiamano amici e parenti tramite Skype, si arrabbiano, lui va a trovare gli amici, arriva la fine del mondo. Appunto, andrebbe probabilmente proprio così. Ma proprio per questo non mi pare interessante... Voto: 6-

68. Mostra Internazionale d'Arte Cinematografica - La Biennale di Venezia 2011 - Martedì 6 Settembre

Oggi due film molto diversi fra loro.


Black Block di Carlo Augusto Bachschimdt
Un documentario polifonico, fatto dalle voci di 7 giovani europei vittime del pestaggio della Scuola "Diaz" e delle torture alla caserma di Bolzaneto durante gli sconvolgenti giorni del G8 di Genova nel 2001. Punire, dissuadere e sfiduciare il movimento dei contestatori (vario, pacifico e unitario) con metodi fascisti, usati dalle forze dell'ordine nel corso di quattro giorni durante i quali per un gruppo di 93 giovani i diritti umani non sono esistiti. Da vergognarsi di vivere in una "società civile". Voto: 7

The Sword Identity di Xu Haofeng
Per gli amanti del genere "arti marziali". Un film formalmente molto bello, dal punto di vista registico e anche (per quella che è la mia esperienza) curatissimo nella ricostruzione delle tecniche marziali e nella creazione dei combattimenti. Voto: 7

68. Mostra Internazionale d'Arte Cinematografica - La Biennale di Venezia 2011 - Lunedì 5 Settembre


I'm Carolyn Parker: The Good, the Mad and the Beatuiful di Jonathan Demme
Conoscere Carolyn Parker dev'essere una ventata di vero entusiasmo. Entusiasmo per il futuro, per non smettere di credere mai nella propria fede e nei propri sogni. Carolyn è il simbolo della lotta della comunità nera di New Orleans nella lotta intrapresa contro burocrazia, governo degli Stati Uniti per ricostruire il proprio quartiere e la propria quotidianità nel disastro post-Katrina. Voto: 7

In attesa dell'avvento di Felice D'Agostino e Arturo Lavorato
E' un corto, e io... boh... non c'ho capito molto. Si parla di Calabria, nel 1861, nel 1971 e nel 2011. Non m'ha convinto. Voto: 5

Amore Carne di Pippo Delbono
Un film così intimo e personale, così pieno dell'interiorità dell'autore, quasi una radiografia della sua anima, non ritengo sia possibile giudicarlo. Almeno, non penso di poterlo fare io. Nel pre-finale circa 15 minuti sono di una poesia struggente, devastante e dolcissima.

Toutes nos envies di Philippe Lioret
Non volevo andare a vedere questo film... "è francese - mi dicevo - non sopravviverò ad un altro film francese!" Poi ho trovato le mie ragioni, che non starò qui a dirvi*. Fatto sta che ho visto un bellissimo e tristissimo film. Mi sto rammollendo evidentemente. Ben scritto, recitato e diretto con una pulizia e un'eleganza che mi hanno affascinato. Claire è una giovane giudice, sposata con Cristophe e con due figli piccoli. Si impegna per difendere la madre di una compagna di scuola della figlia in una causa d'ingiunzione di pagamento intentatale da una finanziaria. Claire scopre di essere malata. E di mezzo c'è anche il rugby. Voto: 8


*In fila c'era una ragazza che assomiglia a Karin Proia con cui volevo attaccare bottone.

68. Mostra Internazionale d'Arte Cinematografica - La Biennale di Venezia 2011 - Domenica 4 Settembre



Contagion di Steven Soderbergh
Classico filmone catastrofico made in USA. Dopo SARS e H1N1 arriva un'altra epidemia definitiva, solo che questa volta non pare la solita bufala delle case farmaceutiche: 8 milioni di morti. Boh, che dire? "Sanza 'nfamia e sanza lodo". Se vi va di passare una serata tranquilla, a parte l'ansia igienista che vi rimane dopo... Voto: 7

Don't Expect Too Much di Susan Ray
Documentario su Nicholas Ray, autore e regista di film come "Gioventù bruciata", mica palle! In particolare il film si sofferma su un progetto avviato da Ray e durato quasi due anni con gli studenti del corso di cinema dell'Università di Newark e che ha portato molti di loro a fare del cinema la loro professione, oltre che a produrre in circa un anno di riprese, senza esperienze e senza mezzi (ma sotto la direzione del grande vecchio maestro) un film allucinato e allucinante, sorta di collage emotivo della generazione dei giovani americani anni '70. Perle di saggezza e pura storia del cinema. Voto: 7

Poulet aux prunes di Marjane Satrapi e Vincent Paronnaud
Sarò sentimentale, sarò un sognatore, boh, ma che ne so io? Fatto sta che questo film mi è piaciuto da pazzi e gli darò un voto imbarazzantemente alto! Andate a vederlo appena esce, perchè questo è quello che il cinema dovrebbe fare sempre, schiudere le porte del sogno, raccontare la vita per quello che dovrà un giorno diventare: poesia pura, anche se infangata da tutti i sentimenti umani, che a volte sono alti, a volte sono bassi. Andate a vederlo! Voto: 9.5

Alice di Roberto De Paolis
Coppietta felice aspetta un bimbo, lei lo perde, manca un pezzo di film (mio parere), si sono lasciati. Ecco come raccontare una storia senza farcela vedere!! Deludente. Voto: 5

L'arrivo di Wang dei Manetti Bros.
Va bene che si tratta di un film a costo bassissimo, va bene che "è un omaggio" ai film di serie B, va bene che tutto va bene. Ma questo film è ridicolo. E non in senso buono. Gravi falle di sceneggiatura, incoerenza formale e logica non si possono sempre nascondere dietro all'etichetta "film di genere". Questo naturalmente è solo il mio parere. Voto: 5

The Invader di Nicolas Provost
Non fosse per il finale, che lascia delusi e col classico punto interrogativo in faccia, non sarebbe affatto un brutto film, alludendo simbolicamente alla realtà dei rapporti fra invasi e invasori. Un immigrato si innamora di una bellissima francese. E poi? Vedetevelo! Voto: 6.5