Circa due settimane fa ho terminato la prima stesura di un testo al quale mi sono dedicato, fra ricerca d'archivio e riflessione, negli ultimi due anni: Baldus. Ne è venuto fuori un testo teatrale, strano, ancora non definitivo e che non vedo l'ora di confrontare con la vita vera della scena. Riassumendola molto brevemente, si tratta della vicenda dell'ultimo condannato a morte in Friuli, nel 1839. Angelo Balduzzo (Baldus) era un giovane disperato della mia cittadina, Codroipo in provincia di Udine, che accoltellò e uccise il sacerdote Giovanni Bianchi.
Ma da diverso tempo sto anche pensando a dare a questa storia una forma a metà fra il saggio e il romanzo, perché tanto del materiale che ho accumulato è rimasto fuori dal testo teatrale (per necessità di tempo e di spazio teatrale, che costringono all'essenzialità).
Faccio un esperimento e pubblico qui uno stralcio di questo secondo progetto del 2016. Si tratta dell'inizio della prima stesura del Prologo. Se i lettori di questo blog sono così cortesi, gradirei avere da loro qualche impressione a riguardo. Grazie.
Baldus
Prologo
Questa storia me l'ha raccontata
Franco.
Franco l'aveva ascoltata dalla bocca di
sua madre, che a sua volta l'aveva ascoltata dalla sua nonna. La
madre della nonna di Franco sapeva la storia perché c'era quando si
svolse e conobbe di persona il suo protagonista. Ecco perché io
adesso la scrivo, per far parte di questa lunga narrazione e per
dimostrare – mettendola nero su bianco – che essa è vera ed è
viva.
Questa storia, dunque, non è finita
con la morte del suo protagonista e non finirà nemmeno con l'ultima
pagina di questo mio racconto, perché ci sarà qualcun altro che
potrà raccontarla ancora.
Ma se questa storia non finisce, da
qualche parte deve pur cominciare. E allora facciamola cominciare
dalla sua leggenda: la leggenda del bandito Balduzzo. Una leggenda
che viene da una storia vera, come lo sono tutte quelle storie che i
nonni raccontano ai bambini quando li portano ad Udine. Le hanno
raccontate a Franco e prima ancora le hanno raccontate anche a un
altro bambino, Elio. Attila e la collina del Castello fatta sù dai
suoi soldati un elmo di terra dopo l'altro; la Madonna delle Grazie,
i suoi miracoli e l'armatura maledetta del Conte infernale; gli Ebrei
e la loro “androna”; il “Comando Supremo” e i suoi
imboscati... Elio quand'è diventato grande, tante di queste storie
le ha scritte, e in un suo libro ha parlato anche di questa.
Perché a lui, quando andava ad Udine cun sua nonna, quello che gli
interessava di più era solo andare a vedere il campo dove avevano
impiccato Baldus, originario di Codroipo proprio come lui: il “cjamp
dal picjât”!
Photo Credit:
Andrea Carloni (Rimini)
via
Compfight
cc
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