L'altalena

Il bambino si ritrovò in aria tutto in un momento. Era troppo per uno come lui, non c'era abituato e questo lo destabilizzò non poco. Ce ne volle a recuperare una parvenza d'equilibrio. Una fatica. Poi, quando sembrava essere andato tutto al suo posto, il ruzzolone. Una caduta terribile a ripensarla oggi. In un momento tante certezze conquistate infrante solo da una scelta egoistica. Altrui. Di chi si era fidato? Risate degli astanti. Profondo dolore. Ma anche desiderio di non perdere tutto quello per cui aveva lottato. La fortuna premia chi sa meditare e chi sa aspettare. Un bambino sa fare bene entrambe le cose quando davvero vuole. E così aveva imparato a fidarsi ancora, a farsi spingere sempre più in alto, a sopportare la luce del sole dritta negli occhi, a splendere con essa. Quell'attimo era forse durato ancor meno di quello prima ed era arrivata rovinosa un'altra caduta. Avrebbe fatto desistere chiunque. Il mondo – dopotutto – è pieno di giochi, c'è solo da sceglierne un altro. Ma quel bambino sapeva che doveva esistere qualcuno di cui fidarsi, c'era solo da aspettarlo.

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