Flash Fiction, che??

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Un anno e mezzo che parlo di flash fiction e mai una volta che mi sia passato per la testa di spiegare almeno un po' di che cosa si tratti?! Beh, approfitto di questi ultimi giorni di crowdfunding (che - sia detto per inciso - sta andando molto bene, non fermatevi!) per colmare questa lacuna e soffermarmi un attimo su questo genere narrativo molto particolare.

Per chi ha seguito gli "Stati d'amore" la definizione balza subito all'occhio e per formularla possiamo affidarci facilmente alle parole di Wikipedia: "La flash fiction o microstoria è uno stile letterario narrativo di estrema brevità. Non esiste una definizione ampiamente accettata della lunghezza della categoria. Alcuni impongono un limite massimo di 300 parole, mentre altri comprendono nella flash fiction anche storie lunghe 1.000 parole." (La pagina italiana è piuttosto stringata)

Nelle mie storielle mi sono sempre mantenuto sotto lo standard delle 300 parole; non mi ero dato un limite massimo, ma sin dalle prime (che credevo anche le ultime, visto che - detto con tutta sincerità - credevo avrei esaurito le idee dopo una settimana) ho saputo che sarebbero state storielle molto brevi. Alcune sono quasi delle barzellette o comunque delle battute (ma una battuta è, appunto, un racconto in miniatura in cui si distinguono una trama (il plot) e una sceneggiatura (la struttura), altre sono più articolate, ma credo che ognuna abbia dentro qualcosa che soddisfa comunque la lettura se chi le legge le riporta alle proprie esperienze.
Avevo ache deciso sin da subito che quello che le avrebbe tenute unite fra loro sarebbe stato il ruotare fisso attorno al tema dell'amore, declinato in maniera (e in coppie) sempre diverse.

Nume tutelare nr.1

Ma naturalmente non sono mica io ad aver inventato nulla, anzi. Esempi di flash fiction se possiamo fare a piene mani. Iniziando da due molto esemplificative e molto citate.
La prima è di Ernest Hemingway, è lunga sei parole e la scrisse così, tanto per fare una scommessa con gli amici su chi sarebbe riuscito a scrivere il racconto più breve e più commovente. La storia, senza titolo, è questa:
For sale: baby shoes. Never worn. [In vendita: scarpe da bambino. Mai usate]
A qualcuno potrà sembrare patetica, ma provateci voi a fare di meglio. Ora non mi dilungo sulla perfezione tecnica di questo racconto perché sono più interessato a fare una carrellata sul genere, ma qui potete leggerne un'analisi. Naturalmente vinse, e il racconto gli fruttò dieci dollari, che può sembrare poco, ma è pur sempre più di un dollaro a parola.

Un'altro racconto super citato è "El Dinosaurio" dello scrittore guatemalteco di lingua spagnola Augusto Monterroso. Anche qui siamo al livello della perfezione, che vi piaccia o meno, perché è difficile immaginare di dire altrettanto con così poche parole. Ecco il racconto:
Cuando despertó, el dinosaurio todavía estaba allí. [Quando si svegliò, il dinosauro era ancora lì.]
E so che ci sarà qualcuno che sta storcendo il naso e pensa "beh, tutto qui..." Ma pensaci un altro po', in caso leggi qui, e poi guarderete queste sette parole con occhi completamente diversi; ne sono sicuro.

Nume tutelare nr.2 - Photo Credit: ItalianToys via Compfight cc

Le flash fiction sono una sfida prima di tutto per per chi le scrive, oltreché per chi le legge. Mi piacciono perché richiedono al lettore una partecipazione supplementare rispetto ad un testo più lungo nel quale uno ha tutto il tempo di esplorare e accomodarsi qua e là nel corso della narrazione. Arrivare a tanta semplicità (che è solo apparente) non è un risultato per niente scontato. Me ne sono reso conto in prima persona!
Bisogna rivelare quel tanto che basta e sapere anche cosa lasciare fuori, quali elementi - cioè - affidare all'esperienza stessa del lettore perché possa completare la narrazione con una parte di sé, senza perdercisi dentro.

Oggi, scrivere flash fiction non dico che sia di moda, ma sicuramente è molto in voga, perché la lettura si è spostata soprattutto sul digitale, in cui imperano i contenuti frammentati e flash in tutto e per tutto; quasi sicuramente leggiamo molto di più di un tempo, ma per tempi molto più brevi e spezzettati. Un po' per inseguire il gusto del pubblico, un po' per adattarsi alla forma del medium, ora come ora le flash fiction sono la forma più adatta alla narrazione online e anche la più efficace.

Ma non si creda che editorialmente, sulla cara e vecchia carta stampata, le flash fiction non abbiano qualcosa da dire; vi consiglio - ad esempio - la lettura di quest'articolo di Federico Iarlori "Flash fiction: un vizio francese" su DoppioZero per farvi un'idea della popolarità e vitalità del fenomeno in Francia.
Qui in Italia era attivo un sito - Flash Fiction Italia, appunto - che però non risulta aggiornato ormai da più di un anno. Delle specie di flash fiction erano i frammentini di "Momenti di trascurabile felicità" di Francesco Piccolo, ma è un po' improprio definirle così. Altri esperimenti non li conosco.

Per finire volevo parlare di come io sono venuto in contatto col genere della flash fiction: ed è stato grazie a Dan Rhodes, uno scrittore inglese che non raccomanderò mai abbastanza! Nel 2001 Rhodes ha scritto "Anthropology" (banalmente tradotto in italiano "Amore amore"): un libro con 101 storielle di 101 parole ciascuna. Quando lo lessi, dopo aver affrontato già diversi altri suoi libri, ne rimasi folgorato, perché è in grado di raggiungere livelli di stupore davvero molto alti. E' stato anche da questo lavoro che mi è venuta l'ispirazione per scrivere i miei "Stati d'amore" (però io ho esagerato arrivando a 365!).
Siccome da quel primo libro rimanevano fuori le vicende legate al matrimonio (e visto che Rhodes ha conosciuto sua moglie proprio perché lei si è innamorata di lui leggendo quel suo primo libro), nel 2013 Dan ha pubblicato "Marry Me", che scandaglia con ironia e originalità l'amore coniugale. Anche questo, secondo me, imperdibile!


























Allora, fremete dalla voglia di leggere tutti gli "Stati d'amore", o no??

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