78# Norvegese

Quando furono vicini durante la festa, trovò chissà dove il coraggio di rivolgergli la parola. I capelli gli incorniciavano il viso chiaro e fresco, da pastore del XVII secolo: «Sono un poeta...» diceva arrossendo. «I miei genitori non erano di qui... Mio padre è norvegese. Posso recitarti una mia poesia...» propose, mentre i suoi occhi davano luce alle stelle. La poesia iniziò e finì, atroce. «Scusa» disse, allora, lei «mi fanno segno di...» la chiamavano, difatti, e si allontanò.

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