Giovanni

Nella zona vicino al fiume Giordano, nel deserto di Giudea, si era da tempo ritirato un sant'uomo di nome Giovanni.
Sin dalla sua infanzia tutti si chiedevano: "Che sarà mai di questo bambino?" perché molti erano stati i fatti meravigliosi che avevano accompagnato la sua nascita.
La madre Elisabetta era stata da sempre giudicata sterile; e la sterilità era una gran vergogna. Ormai in età avanzata, sia lei che suo marito Zaccaria, sacerdote della classe di Abìa, avevano perso anche la più piccola speranza d'avere un figlio.
Il fatto che una donna come Elisabetta fosse incinta riempì di meraviglia tutto il vicinato. Dunque la colpa era dalla parte del marito, non della moglie. Le voci sembrarono trovare conferma quando si seppe in giro che Zaccaria aveva passato tutti e nove i mesi in attesa della nascita del suo primogenito senza pronunciare una parola.
Fatto sta che questo Giovanni era in qualche modo eccezionale.
Giunto alla maturità sentiva in sé la vocazione a richiamare l'attenzione degli uomini verso scopi più alti del mero piacere. Non sappiamo da cosa gli derivasse questa convinzione, ma pare che fosse da subito così forte da convincerlo ad abbandonare ogni cosa per dedicarsi a questa missione.
I suoi bisogni erano molto semplici e seguiva una regola altrettanto semplice: tutto ciò che viene da Dio è puro. L'impurità viene dagli uomini.
Dunque la predicazione di Giovanni voleva richiamare l'attenzione degli uomini sulla loro dignità. Essi dovrebbero cercarla in se stessi, nel loro stesso animo; nella cura della scintilla divina che è stata loro concessa (nessuno escluso) e dà loro testimonianza del fatto che essi, in senso sublime, discendono tutti dalla divinità stessa.
Diceva: “Il piano del mondo è Ragione. Esiste una sola sapienza: riconoscere la Ragione che governa tutte le cose attraverso tutte le cose. L'educazione della Ragione è una fonte di verità e quiete che tutti gli uomini possono aprire in se stessi. Ma ciò che sembra colpirci dall'esperienza sensibile è che a governare il mondo sia il Caos. Un Caos fatto di continui scontri, opposti che si attraggono e respingono, generano e muoiono in continuazione. Eppure niente va perduto. Io penso, allora, che ciò che unisce gli opposti sia il principio. Questo principio è simile a questo fiume, che mutando mantiene sempre la sua essenza. Così io vi battezzo in queste acque.”
Ma diceva tutto ciò senza la brama di avere discepoli e a legarli a sé, aggiungendo che: “Ognuno è al contempo guida e unico discepolo di se stesso. L'esperienza si rifà ogni volta a partire dal nulla.”
Predicava così un Battesimo di Conversione.

2 commenti:

davide scaini ha detto...

perchè la contraddizione muove il mondo?

lui, nato probabilmente da una relazione extraconiugale va predicando: "Giunto alla maturità sentiva in sé la vocazione a richiamare l'attenzione degli uomini verso scopi più alti del mero piacere. Non sappiamo da cosa gli derivasse questa convinzione..."

beh lo so io!
he he

Santrevi ha detto...

No, al contrario.
L'apparente Caos del mondo nasconde il reale piano della Ragione, ma mica tutti lo vedono.